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Spezia, subito al pettine i nodi del pessimo mercato di Macia In evidenza

di Massimo Guerra - Squadra rifatta a metà, senza aver coperto i ruoli-chiave diventa difficile il cammino in serie B

Non poteva iniziare peggio di così la stagione delle Aquile, ma i motivi di una situazione imbarazzante con 1 punto in 3 partite e il penultimo posto in classifica hanno nomi e cognomi.

Dopo le sconfitte contro Catanzaro e Como tornano in mente le parole di mister Mister Alvini nel pre-campionato, perché aveva proprio ragione a non creare illusioni dopo le buone prestazioni fornite nelle amichevoli vinte in estate, oltretutto con squadre di rango superiore.

Fa riflettere l'assurdo ostracismo della proprietà: come l'anno scorso, prima con Gotti e poi con Semplici anche quest'anno la società ha deciso di fare solo un pezzo di strada per migliorare la situazione, lasciando a Macia un budget limitato alla vendita di Agudello agli arabi per completare la rosa.

I Platek, e per loro Tella sono attenti ai conti - del resto hanno investito fino ad oggi soldi loro sia per il rifacimento del Picco (appena arrivata la prima tranche dei 3,8 milioni stanziati dalla Regione, sui circa 12 complessivi) che per ripianare il deficit generato ogni anno dai costi legati a ingaggi, iscrizioni, varie ed eventuali.

La proprietà è sicuramente all'altezza di gestire in modo sano la parte finanziaria ma si conferma del tutto estranea alla realtà del calcio in Italia, a questo va aggiunta, a mercato chiuso, l' evidente inadeguatezza delle scelte operate da Macia e Melissano, penalizzati è vero da un budget risicato, ma incapaci di individuare profili low-cost adatti alla categoria della serie cadetta.

Cosa serviva allo Spezia per ripartire in modo decente?

Una società di calcio che scende in serie B ha solo due possibilità: confermare gran parte della squadra retrocessa inserendo alcuni rinforzi di di categoria per tentare una rapida risalita oppure, in alternativa, azzerare la rosa e il monte ingaggi e impostare una squadra di promesse con un piano triennale per rientrare in Serie A.

Lo Spezia a quanto pare non ha fatto né uno né l'altro, rimanendo a metà delle due opzioni, non coprendo in maniera adeguata i ruoli-chiave (punta centrale in doppia cifra, difensore centrale rapido), tenendo in squadra giocatori fino a questo momento svagati e deconcentrati e privandosi di giocatori di assoluta qualità, con buoni corrispettivi come nel caso di Holm e Zola o a titolo gratuito o quasi come nel caso di Bourabia, Sanca, Bastoni e compagnia.

Senza procedere al contempo ad alcun rinforzo di categoria, ovvero giocatori che hanno fatto la serie B, che conoscono l'aria che tira in cadetteria, che hanno fame e gamba.

La partenza last-minute di Bastoni è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso della pazienza dei tifosi: lui poteva essere il nuovo capitano, incarnando i valori di spezzinità e attaccamento alla maglia, ma dopo la sconfitta di Catanzaro e una litigata piuttosto accesa con Salvatore Esposito la decisione di lasciare la barca prima che affondi.

Non del tutto una decisione apprezzabile ma forse legata a situazioni pregresse che non hanno soddisfatto il giocatore, lanciando nel ruolo di esterno sinistro il gracile Moutinho, potenziale titolare per gran parte della stagione considerando la vulnerabilità fisica di Reca.

La palla è rotonda e c'è speranza nel credere che lo Spezia visto nella ripresa contro il Catanzaro e per 93' contro il Como - con zero tiri in porta - sia troppo brutto per essere quello vero, ma ci sono da tenere presenti dei dati oggettivi e dei dati soggettivi ben evidenti.

Tra i primi sicuramente quelli anagrafici di tanti giocatori dello Spezia. Essere tra le rose più "green" della serie B puo' essere motivo di vanto nonché di finanziamento da parte della Lega, ma se non ti salvi è tutta aria fritta: se non ti chiami Messi o Ronaldo giocare in B avere vent'anni può essere davvero difficile, per chi come ad esempio Pio Esposito fino all'anno scorso ha giocato solo in Primavera, o come Krollis che viene da una serie A in Lettonia, paragonabile forse a una serie C italiana.

Salviamo il salvabile: Cassata, Bandinelli, Moro, Antonucci, Elia e Kouda sono i nuovi arrivati su cui contare, vanno letteralmente "resettati" Dragowski, Amian, Zurkowski e in parte Nikolaou, ovvero i sopravvissuti della serie A che hanno ancora la testa alla scorsa stagione.

Con loro e il recupero di Reca e Hristov a breve termine, ma soprattutto con una riflessione profonda da parte di Alvini, mister innovativo che però non vince una partita da troppo tempo forse lo Spezia dopo la sosta Nazionali può risalire la china.

A questo punto rinunciando però ai proclami di promozione immediata - pur sbandierati al Mapei da Macia dopo lo spareggio perso contro il Verona, forse allora all'oscuro del misero budget messo a disposizione - ma puntando decisamente a mantenere la categoria.

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