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Sarzana, prosegue lo "show" sul Festival della Mente In evidenza

di Luca Manfredini – Lungo Consiglio comunale su ciò che, parafrasando il titolo di un vecchio e famoso film, potremmo definire: “Alla ricerca della pluralità perduta”.

Ricordiamo gli antecedenti: “L’atto primo” della delicata vicenda si è consumato venerdì 31 agosto nella serata di apertura del Festival della Mente 2018. In occasione della lectio magistralis dello storico Andrea Riccardi dal titolo “Comunità o l’eclissi del noi” l’abbandono della Sala da parte del Presidente del Consiglio, Carlo Rampi, prima, e di esponenti della Lega subito dopo (tra cui i deputati Pucciarelli e Viviani), ha suscitato il vespaio conseguente che accompagna Sarzana da quella sera.

“L’atto secondo” ha visto coinvolta la trasmissione televisiva "Il Salotto del Signor Rossi", in cui l’argomento Festival ha visto in contrapposizione netta il Consigliere PD, Daniele Castagna, insieme al regionale Francesco Battistini (Gruppo Rete a Sinistra & liberaMENTE Liguria) contro il ViceSindaco Costantino Eretta (Lega) ed il Consigliere Riccardo Precetti (Sarzana Popolare).

“Atto terzo” il Consiglio comunale impegnato a discutere l’Ordine del Giorno presentato dal Capogruppo PD, Daniele Castagna, ad oggetto “Festival della Mente” ed i conseguenti Ordini presentati dalla Maggioranza e dal Consigliere Paolo Mione (Sarzana Per Sarzana – Rete Civica Liguria) sulla stessa problematica.

Un apparente “processo alle intenzioni (presunte)” che ha “deliziato” i presenti in ore e ore di accanite discussioni, riferimenti ed approfondimenti storici, accuse pesanti e sarcasmi infiniti, in un mix perfetto di surrealtà e politica che ha avvolto come una cappa il Consiglio comunale in una serrata sfida a suon di pluralità.

Pluralità è stata infatti la magica parola rivendicata in egual misura sia dall'opposizione tutta, fermamente unita, che dalla maggioranza. Una pluralità ambita e rivendicata, ricercata e confermata, messa in dubbio ma assicurata in questo processo scaturito da improvvide dichiarazioni e conseguenti malizie.

Chi ha vinto? chiederete voi.

Tutti naturalmente, sia chi ha posto l'ordine del giorno chiedendo il mantenimento apolitico e pluralista del Festival, sia chi ha approvato il proprio ordine impegnando Sindaco e Giunta a vigilare sulla pluralità dello stesso e del suo continuum apolitico.

Si, miracoli della sfida politica che, presumibilmente, accompagneranno Sarzana su questo argomento sino al prossimo Festival della Mente del settembre 2019.

Un argomento importante naturalmente perché Il Festival della Mente è il primo festival europeo dedicato alla creatività e alla nascita delle idee e accompagna e valorizza Sarzana da 15 anni, promosso dalla Fondazione Carispezia e dal Comune di Sarzana con la direzione di Benedetta Marietti.
Tre giornate in cui relatori italiani e internazionali propongono incontri, letture, spettacoli, laboratori e momenti di approfondimento culturale, tre giornate diventate patrimonio e simbolo per la città che ha visto nell’ultima edizione circa 45.000 presenti all’evento.

“Mi trovo quasi in imbarazzo a difendere un bene sarzanese come il Festival – spiegava Castagna – insieme a lui è cresciuta la città e anche l’associazionismo culturale che ha trovato nuova vitalità. In seguito alle polemiche che avete creato – aggiungeva rivolto alla maggioranza – si sono già offerte Fosdinovo e Carrara per acquisire il Marchio. Abbiamo presentato un Ordine del Giorno quasi asettico e tranquillo per trovare il consenso unanime dovuto all’evento, votiamolo tutti per mantenere il Festival autonomo e pluralista come la cultura richiede e come è sempre stato nella nostra città – ha aggiunto dopo - subito dopo la vittoria della vostra Amministrazione il biglietto da visita che avete dato alla città è pessimo, il Presidente Rampi si è alzato durante la Lectio di Riccardi e se ne è andato facendo venire meno la sua rappresentanza istituzionale, mentre la Lega ha dichiarato che il Festival va riformato o abolito – ha attaccato - voi che in Regione finanziate “Liguria d’Autore” con ospiti politici come Di Maio e la Le Pen, chiare marchette politiche, volete controllare e gestire la pluralità del Festival, come da vostro Ordine, senza ingerenze? Rimpensateci per il vostro bene e quello della città”.

In perfetta unione anche il Consigliere Mione e il Consigliere Federica Giorgi (M5S): “Vigilare vuol dire controllare, non pensavamo di dover sentire e vedere fatti di questo genere – spiegava Mione – condannate il Festival con questa delibera e date questo potere di censura anche a chi vi seguirà. Se tutto ciò andasse in mano alla stampa nazionale siete sicuri che gli oratori torneranno ancora a Sarzana? I giocattoli sono belli ma a volte si rompono, non rompete questo bellissimo ed importante giocattolo che è il Festival della Mente” – a Mione ed al suo Ordine del giorno si è unita la Giorgi – la vostra mozione doveva fermarsi ad impegnare Sindaco e Giunta a valorizzare il Festival omettendo la grave dicitura sulla vigilanza della pluralità – ha dichiarato la Giorgi - la scelta dei relatori spetta al “Comitato scientifico” dell’organizzazione e non al Sindaco. Citate la normativa della Costituzione che difende la libertà delle idee e della cultura e dichiarate contemporaneamente di volere gestire l’evento ed inficiarne la sua libertà – ha concluso – siete la contraddizione fatta persona”.

Compatta la maggioranza sul difendere a spada tratta sia il Festival della Mente che la propria mozione tesa a difenderlo e valorizzarlo: “Stiamo mettendo a confronto le nostre idee e le stiamo discutendo, qui, ora, in Consiglio comunale – ha spiegato Riccardo Precetti (Sarzana Popolare) – è questa la pluralità tanto ambita: discutere in contradditorio per creare idee, avviare un dibattito per meglio capire. E’ questa l’innovazione importante che valorizzerebbe il Festival, il Sindaco deve vigilare che il Festival sia libero da imposizioni politiche perché questa città ha bisogno della libertà di pensiero forse prima venuta meno a seguito della lunga egemonia politica che ha gestito la città”.

Ha dichiarato poi il Sindaco Cristina Ponzanelli: “La cultura è confronto, dibattito, critica e partecipazione. Il Festival è di noi sarzanesi e noi lo immaginiamo come un contenitore di tutto questo, un luogo dove una persona ha l’opportunità di crescere – ha aggiunto – voi chiedete a noi che indirizzo politico vogliamo dare al Festival? Semplice, nessun indirizzo perché non lo vogliamo ad appannaggio di un’unica idea, noi lo vogliamo semplicemente libero ed è nostro dovere vigilare perché questo accada, proprio per difendere questo basilare simbolo della città anche dai vostri sterili attacchi stile politico. Peccato, avete perso un’altra occasione per pensare a Sarzana e non solo a voi” – ha concluso lasciando la parola a Carlo Rampi (Fratelli d’Italia) – “Questa città ha bisogno di vera pluralità per essere arricchita da più segnali perché più segnali sono stimolo, quello che voi avete sempre evitato. Monotematica si chiama, solo quella è la cultura che non vi fa paura. Vogliamo fare passare il messaggio che la critica porti alla chiusura della manifestazione? Perché è quello che state inoculando – ha aggiunto – Mione usa la definizione “Lavoro sotterraneo” anzi che pubblico, un’amministrazione deve lavorare sotto sotto ed incidere di nascosto? Beh, a noi piace lavorare alla luce del sole mantenendo la trasparenza promessa e non incidendo, né sotterranei né pubblici, nelle scelte del Comitato scientifico – ha concluso poi riferendosi al suo abbandono nella relazione di Riccardi – ho abbandonato la lectio magistralis sulle citazioni delle truppe senegalesi al soldo dei francesi, e lo rifarei. Chi esalta nella liberazione dell’Italia le famose “Marocchinate” deve essere criticato obbligatoriamente, ma non solo da noi ma dal Presidente della Repubblica in primis”. Dopo il “La” lanciato dal riferimento del Presidente il lungo proseguo del Consiglio si è allargato a dismisura su argomenti storici e richieste di precisazioni infinite; fascismo, comunismo, campi di concentramento, eccidi come Sant’Anna di Stazzema e Marzabotto hanno infervorito la discussione e causato scontri pesanti. Il Consigliere Luca Ponzanelli (Lista Toti) si è sfogato con queste parole: “Sento molte, troppe offese, accuse e provocazioni, fate fatica a comprendere che esiste una maggioranza votata dai cittadini, cosa che proprio non vi va giù, e che i Consiglieri tutti presenti in Consiglio hanno eguali dignità e diritto al rispetto – ha concluso – il messaggio che volete fare passare è che a Sarzana ci sia un’amministrazione oscurantista, un messaggio grave di cui vi prenderete responsabilità. Mione addirittura cerca di gestire ed aizzare i giornalisti presenti al Consiglio, noi invece preferiamo gestire correttamente la città”.

Ad aggiungere benzina sul fuoco ed avviare le votazioni finali ci pensa il Consigliere Precetti che presenta un documento firmato Cavarra. Una deliberazione della Giunta comunale del 12/04/2018 con oggetto: “Approvazione protocollo d’intesa con Fondazione Cassa di Risparmio per la realizzazione dell’edizione 2018 del Festival della Mente”. Nell’art. 1 del testo si legge: “Gli indirizzi generali del programma e di riferimento del Festival, in continuità con quanto avvenuto fino ad oggi, saranno concordemente definiti dal Comune di Sarzana e dalla Fondazione Carispezia”. Questo infiamma ancora il finale del Consiglio e crea ulteriori polemiche nell’opposizione che all’unisono dichiarava: “Il vostro ordine del giorno non è la semplice delibera che affermate ma la chiara ufficializzazione della vostra linea politica: attaccare e distruggere tutto quello che c’era prima di voi e cercare di gestire politicamente il Festival. Per voi la parola cultura deve essere priva di significato, potete cambiare la musica ma non la storia”.

Scontata la votazione finale: bocciate con 9 voti contrari le mozioni di Castagna e Mione e promosso l’Ordine del giorno della maggioranza. Assenti giustificati i Consiglieri Podestà (Lega) e Pizzuto (Sarzana Popolare), ingiustificato il Consigliere Cavarra.

 

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