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Peracchini: “Il centrosinistra ci ha lasciato 48 milioni di debiti, non posso fare miracoli” (Video) In evidenza

di Gabriele Cocchi – Frecciatine durante il dibattito tra Peracchini e Bellegoni alla festa della Cgil, ma il clima è d’intesa. Resta il nodo liquidità.

È iniziato all’insegna del ricordo di Angelo Bertacchini, ieri sera al Teatro Civico, il dibattito tra il segretario della Cgil spezzina Matteo Bellegoni e il sindaco Pierluigi Peracchini. Un confronto non privo di reciproche frecciate e punzecchiature, ma meno irruento del previsto. Un po’ per il passato sindacalista di Peracchini, che per molti anni è stato segretario della Cisl, un po’ per un’atmosfera che ha privilegiato la mobilitazione comune – di sindacato e amministrazione comunale – per cercare di risolvere i tanti problemi, soprattutto occupazionali, della città.

“Ero molto amico di Angelo – ha detto Peracchini a proposito del 53enne fondatore di Astroradio, molto conosciuto alla Spezia, scomparso prematuramente nei giorni scorsi – Quest’anno se ne sono andati molti amici. Purtroppo oggi in Italia viviamo i risultati di scelte sbagliate fatte 10-15 anni fa”.

Occupazione, presenza ormai ridotta al lumicino del settore industriale, futuro dell’area Enel, eterne incompiute spezzine come il terzo lotto della Variante Aurelia (ormai ferma da 9 mesi, nonostante promesse bipartisan, con 180 lavoratori in cassa integrazione), turismo e aree militari. Questi i principali temi affrontati nella serata conclusiva di “Avanti Popolo 2017” da Peracchini e Bellegoni, moderati dal giornalista Riccardo Sottanis, con la segretaria nazionale Susanna Camusso seduta in prima fila.

“Che cosa abbiamo fatto in poco più di due mesi? Innanzitutto abbiamo preso atto dei guai che ci ha lasciato l’amministrazione precedente: 48 milioni di debiti e impegni di spesa non coperti”, ha premesso Peracchini riguardo alle condizioni non propriamente confortanti delle casse comunali. "In due mesi e mezzo – ha continuato – abbiamo ricevuto più di 2 mila persone, perché noi vogliamo ascoltare tutti".

Falcidiato come tutti gli altri enti locali dai tagli dello Stato centrale, il Comune della Spezia dovrà, volente o nolente, fare i conti con scarsi margini di liquidità. “In questi giorni ad esempio – ha continuato Peracchini – sto cercando un milione di euro per rimettere a nuovo alcuni appartamenti dei nuclei familiari più poveri. Ma spesso leggo sui giornali cose fantasiose, anche da parte dei sindacati. La realtà è che abbiamo tante idee, che però non si possono realizzare perché non ci sono le risorse”.

Ma cosa può fare l’amministrazione comunale per dare qualche chance lavorativa in più ai giovani (e meno giovani) spezzini? “In queste settimane, tra le tante cose che abbiamo fatto, abbiamo dato anche dei segnali sull’occupazione – ha risposto Peracchini – A ottobre assumeremo 31 persone in un mese: vigili, personale amministrativo, insegnanti… Io sono un semplice sindaco, non posso fare miracoli. Ma intanto abbiamo individuato un filone chiave per il futuro della città, quello di Spezia come capitale mondiale della nautica e degli yacht. Immagino una scuola di formazione relativa alla costruzione di mega-yacht, che sono dei veri e propri contenitori di alta tecnologia”.

I toni aspri che era lecito attendersi in un faccia a faccia tra il sindaco che ha regalato una vittoria storica al centrodestra e il sindacato che lo ha bacchettato più volte, in ogni caso, non sono stati poi così duri: “Io ho il dovere di confrontarmi con Pierluigi indipendentemente dalle mie idee, che ho anche espresso in campagna elettorale – ha spiegato Bellegoni – Ciò non toglie che la situazione sia estremamente complicata. Non c’è solo la crisi che dura dal 2008, ma anche un grave problema sociale: oggi pochi hanno tanto e tanti hanno poco. L’amministrazione precedente ci aveva ascoltato sulle crisi maggiori del territorio, come ad esempio Enel. Poi si parla tanto della classe sindacale e politica, ma quella imprenditoriale di questa città fa ridere. Ho sentito Perotti (Massimo Perotti, presidente e amministratore delegato di Sanlorenzo S.p.A., ndr) dire che il problema qui è che non c’è un hotel a 5 stelle o una pista da atterraggio per gli elicotteri!”.

Al curaro la replica di Peracchini: “Vi hanno chiuso l’Oto Melara e non ve ne siete accorti! Dove eravate?”. Se i dipendenti di Oto, infatti, fino a qualche anno fa raggiungevano i 2 mila, oggi l’amara realtà è che sono solo 850-900.

Eravamo davanti ai cancelli con la Fiom – ha replicato Bellegoni – E il sindaco precedente, a dire il vero, era lì con noi”.

Lasciato da parte l’immancabile gioco delle parti, però, il clima è quello di una fattiva collaborazione tra sindaco e segretario, anche nell’imminente futuro, come testimonia la stretta di mano finale. Con una nota a margine da tenere a mente: le risorse a disposizione sono limitate, il bilancio comunale non è proprio rose e fiori (per limitarsi a un eufemismo) e tanti dossier che coinvolgono anche il nostro scenario locale non sono di competenza di un sindaco. 

Come ricorda lo stesso Peracchini a proposito del futuro di Fincantieri e del braccio di ferro di questi mesi con i cugini francesi: “Io Bono l’ho cercato (Giuseppe Bono, amministratore delegato di Fincantieri), ma non risponde neppure al telefono. Si tratta comunque di un problema nazionale, non lo risolvono un sindaco e un segretario sindacale”.

Poi la promessa di incontrarsi, già da questa settimana eventualmente, per avviare un dialogo fruttuoso tra sindacato e amministrazione: “È bene vederci – ha concluso Peracchini – e fare un percorso comune, perché la partita in gioco è grossa. Basta che ognuno poi non badi al suo particulare. Cerchiamo di organizzarci tra di noi per migliorare questo territorio, partendo dal presupposto che nessuno può fare miracoli”.

Chi non sembra pensarla allo stesso modo, però, è Fabio Cenerini, capogruppo della lista Toti-Forza Italia in consiglio comunale, che da Facebook già ieri sera non tardava a rompere il clima d’intesa: “Mi sembra che la CGIL alla Spezia sia ritornata agli anni 70. Purtroppo soltanto con gli slogan, non certo per le battaglie in favore dei lavoratori!”. 

 

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