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Emergenza carceri, Piredda (IDV): “La Regione intervenga”

«È indispensabile sbloccare l'iter della proposta di legge sull'istituzione del Garante dei diritti, ferma dall'aprile 2012 in commissione Affari istituzionali in Regione». Maruska Piredda, capogruppo di Italia dei Valori in Regione e presidente della commissione Pari opportunità, richiama l'attenzione sull'emergenza carceri in Liguria.

«Dopo la sentenza della Corte europea che invita l'Italia a prendere provvedimenti contro l'attuale condizione carceraria – spiega Piredda – sono emersi dati ancor più allarmanti sul sovraffollamento nelle prigioni della Liguria che conquista la "maglia nera" d'Europa con un tasso del 176,8% .

 

La legge, il cui esame è in stand by in Regione, propone l'istituzione del "Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale", il cui compito è vigilare e promuovere il rispetto dei diritti fondamentali delle persone recluse o in condizione di limitazione della libertà personale. Già dieci altre regioni si sono attivate su percorsi analoghi. La finalità è costituire un sistema di controlli adeguato per quanto riguarda i diritti e gli interessi di rilevanza regionale, come sanità, lavoro e formazione dei detenuti, il regolare ed efficiente svolgimento dell'azione amministrativa regionale. Altro scopo è quello di favorire la conoscenza, la prevenzione e l'immediata cessazione di eventuali situazioni di abuso, violazione di diritti o irregolarità. Il Garante verrebbe istituito presso il Consiglio regionale come organismo di garanzia e avrebbe il compito di lavorare in sinergia con le autorità giurisdizionali e amministrative segnalando loro eventuali criticità. La sua figura sarebbe in pratica analoga a quella già esistente del difensore civico, scelto per le qualifiche personali e svincolato dalla politica. Il Garante dei diritti dovrebbe quindi svolgere periodiche visite agli istituti detentivi del territorio regionale, vigilando sulle condizioni di vita nelle carceri, accertando la conformità con quanto previsto dagli ordinamenti statali e internazionali.

Siamo consapevoli che l'istituzione del Garante non sarà la soluzione definitiva all'annoso problema delle nostre carceri che potrà essere risolto solo con un intervento deciso da parte del Governo attraverso misure efficaci e non semplici palliativi come amnistie, indulti e "svuota carceri", magari mutuando esperienze di altri Paesi europei come la Germania, dove i detenuti abitualmente lavorano.

Le nostre carceri, dove solo il 10% dei detenuti ha un'occupazione, si sono trasformate negli anni in autentici gironi dell'inferno non solo per i detenuti, ma anche per gli agenti penitenziari che spesso sono costretti ad affrontare tentativi di suicidio, atti di autolesionismo, ferimenti e colluttazioni tra i reclusi, conseguenza diretta dell'invivibilità delle nostre prigioni.

L'emergenza del sovraffollamento in Liguria tocca il proprio apice a Marassi dove per 456 posti letto ci sono 750 reclusi. Ma non possiamo dimenticare l'unico carcere femminile della Liguria a Pontedecimo, dove per 96 posti letto ci sono 172 detenuti, uomini e donne anche con bambini di età inferiore ai tre anni. E proprio per porre fine alla barbarie che oggi vede genitori dietro alle sbarre insieme ai propri figli, ho presentato un'interrogazione, che martedì sarà discussa in Consiglio, affinché la Liguria si doti al più presto di un Icam, Istituto di custodia attenuata per mamme, cioè una casa famiglia protetta.

Garante dei diritti e Icam sono interventi che la Regione può attuare dando un concreto segnale di impegno nella battaglia di civiltà per trasformare le nostre carceri da istituti di pena a luoghi di rieducazione».

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