Purtroppo le denunce non aiutano quasi mai la vittima ad uscire dall'incubo , anche perché il violento, una volta denunciato , non viene sottoposto a perizie psichiatriche o psicologiche per valutarne il grado di pericolosità e le relative misure da adottare per scongiurare nuove aggressioni ma, paradossalmente , risultano un arma a doppio taglio poiché stimolano ed alimentano la rabbia ed il risentimento .
Ad oggi non c'è mai stata una politica legislativa seria per prevenire e far fronte a quella che è diventata ormai una vergogna nazionale .
Adesso servono fatti , risorse economiche e politiche adeguate .
Per arginare questa piaga dobbiamo mirare alla specializzazione dei Magistrati , al potenziamento dei servizi sociali e dei centri antiviolenza ed a pene esemplari contro i violenti , tutto questo come emergenza , ma soprattutto intervenire dal punto di vista della formazione culturale perché i nostri figli, futuri fidanzati, mariti e padri , abbiano radicato dentro di loro il principio fondamentale della parità di genere e del rispetto .
Gli strumenti esistono. La Convenzione di Istanbul, strumento di tutela particolarmente incisivo , una volta approvato, vincolerà finalmente anche il nostro Paese alla creazione di un sistema efficace
di prevenzione e contrasto ai femminicidi.
Noi tutti abbiamo il dovere di far sentire la nostra voce il più possibile per l'accelerazione della sua ratifica , non vogliamo e non possiamo essere spettatori inermi rispetto a questo massacro , perche l'immobilismo è correo di omicidio, e noi non vogliamo sentirci complici di questi delitti.
Laura Buscema
Coordinatrice Provinciale IDV - Donne