Non solo Uaar, quindi, ma un gruppo di persone unite nel rivolgere un accorato ed insolito appello, proprio a papa Francesco che, indubbiamente, si è presentato come il papa del cambiamento e del dialogo, il papa che annulla la distanza tra il capo della Chiesa e le genti, tutte le genti, a prescindere dal credo religioso e dall'appartenenza sociale e politica, alle quali si rivolge nel suo quotidiano impegno pastorale.
Del suo impegno è una evidente dimostrazione questo non ordinario "Giubileo della Misericordia" , tutto suo, che vuole "aprire" al mondo intero, non solo cattolico.
"È proprio in questo lungo Giubileo - dice Cesare Bisleri, coordinatore del circolo Uaar della Spezia - che vogliamo accompagnare papa Francesco con i nostri semplici e pacifici inviti a considerare questo appello, visto che il concordato, stipulato nell'ambito dei Patti Lateranensi del 1929 e poi revisionato nel 1984 da Craxi, è un accordo tra due diversi Stati e, pertanto, la sua abrogazione necessita del consenso della Chiesa, in un accordo bilaterale, a rinunciare ai suoi privilegi.
Un'altra strada potrebbe concretizzarsi attraverso la denuncia unilaterale del Concordato da parte del governo e/o l'abolizione dell'articolo 7 della Costituzione, in modo che la Chiesa venga equiparata alle altre religioni, ed i suoi rapporti con lo Stato Italiano regolati da un'intesa. Purtroppo, a tale scopo, sarebbe necessaria una modifica costituzionale difficilmente applicabile.
Nessun referendum è possibile su questo argomento e, quindi, spetterebbe ai nostri parlamentari prendere l'iniziativa. Ma la politica è sorda a questi appelli e finanche lieta di dover soggiacere ad un obbligo formale che toglie dall'imbarazzo di doverci mettere la faccia e rischiare di dispiacere il potente vicino d'oltre Tevere.
Basta citare, tra le innumerevoli situazioni di tutta Italia, alcuni degli ultimi casi in cui il comportamento di questa politica compiacente è più che evidente, sia a livello locale, nelle più disparate realtà, sia a livello centrale: La regione Toscana ha deciso di elargire la considerevole somma di duecentomila euro alla diocesi di Firenze "per il concorso alle spese sostenute per gli allestimenti e gli interventi da effettuare per la visita ufficiale di Papa Francesco nel mese di novembre 2015".
Inutile l'appello del circolo Uaar di Firenze rivolto al Presidente della Regione per dire no all'elargizione.
Alla Spezia, nella seduta del Consiglio comunale del 19 gennaio 2016, è stata respinta un'importante mozione che mirava a ripristinare, come previsto dalle leggi nazionali e dal Testo Unico degli Enti Locali, la piena titolarità decisionale dei comuni in materia di assegnazione di fondi economici. Nel merito, si trattava di decidere sulle modalità di destinazione di una quota dei proventi derivanti dagli oneri urbanistici secondari (dovuti ad interventi di tipo edilizio) a soggetti diversi dall'amministrazione comunale, che l'attuale legge regionale ligure riserva obbligatoriamente e in misura non inferiore al 7% delle somme a disposizione alle confessioni religiose presenti sul territorio. Dalla recente inchiesta condotta dal circolo Uaar di Palermo, su oltre 600.000 euro di finanziamenti concessi dall'assemblea regionale siciliana, le elargizioni a enti, associazioni, parrocchie ammontano a quasi 152.000 euro, circa un quarto del totale. Il Governo, ha recentemente comunicato di non voler intervenire sul fondo pensioni del clero, in cui la scarsa contribuzione da parte dei sacerdoti genera un buco di 8 milioni l'anno, a carico delle casse pubbliche.
In questa sorniona indifferenza, i nostri politici arrivano a imporci la necessità di irrinunciabili manovre finanziarie, urgenti e correttive, per far fronte a situazioni impreviste, talvolta chiedendo ai cittadini, non senza imbarazzo, impegno e sacrificio da parte di tutti per sopportare un carico che, di fatto, è sì considerevole, ma di gran lunga inferiore agli oltre 6 miliardi e mezzo che la Chiesa costa ogni anno agli Italiani.
Insomma, sembrerebbe non esserci speranza e perciò, in questo lungo Giubileo, chiediamo a papa Francesco un atto di misericordia verso un'Italia inginocchiata dalla crisi e un atto di coerenza verso una Chiesa che lui steso vuole povera.