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di Luca Erba - Un'analisi del settore, partendo dai dati, per guardare alle proposte e alle azioni per il futuro.

È da poco finita la stagione estiva ed è tempo di fare i primi bilanci.
La sensazione che mi suscita l’argomento turismo è la stessa che provo ogni volta che sento parlare di calcio.
Tutti ne discutono, tutti hanno le ricette, tutti farebbero meglio di chi sta facendo. Ma è veramente così? È veramente un argomento di tutti e per tutti? Tutti operatori e tutti imprenditori del turismo con soluzioni pronte ed efficaci? Lo escludo.

Sarebbe da evidenziare invece, e sarà oggetto di riflessione e analisi nelle prossime pubblicazioni, l’estrema competenza e professionalità delle figure che animano e organizzano questo settore. Un mercato, quello del turismo, che ha leggi, numeri e una fortissima competizione interna.

Quasi il 60% dei dipendenti di questo settore ha meno di quarant'anni e poco più di un terzo meno di trent'anni. La rappresentanza di genere è equamente distribuita, leggermente più alta quella femminile con un dato stimato tra il 52-55% dei dipendenti. Analizzando i dati emerge un quadro di un settore economico che ha al proprio interno forza lavoro giovane e omogeneamente distribuita. Il 25% dei lavoratori è straniero e nel corso degli anni ha stabilizzato la propria presenza all'interno del comparto. Dati che fotografano un settore in fase di affermazione: nel 2022 l'area dei servizi ha rappresentato il 72% dell'occupazione del paese.

Un dato significativo che indica con nettezza verso quale modello stiamo andando anche nella nostra provincia. La stagione EFIM, le demolizioni navali, il golfo dei veleni e la discarica di Pitelli sembrano ormai preistoria se accostata alla percezione della velocità del cambiamento avvenuto.

Venendo infatti proprio al nostro territorio i dati a disposizione pubblicati da Regione Liguria dicono che da giugno ad agosto 2022 le presenze in Regione sono state 2.035.373 di cui 840.393 stranieri e 1.194.980 italiani. Da giugno al 18 agosto 2023 le presenze in Regione sono calate del 4,24% per un totale di 1.949.031. Aumentano le presenze straniere che passano da 840.393 del 2022 (mesi estivi) a 847.985 nel 2023. Per il nostro territorio le presenze da giugno ad agosto 2022 in provincia sono state 379.159, invece per il 2023 le presenze in provincia da giugno al 18 agosto (dato riportato da Regione Liguria) sono state 389.888, numeri che segnano una crescita del 2,83%.

Interessanti anche i dati degli arrivi a confronto con il 2022.
Tra giugno e agosto del 2022 gli arrivi in provincia sono stati 135.925, e da giugno ad agosto (18 agosto) 2023 gli arrivi in provincia sono stati 143.053, un dato che segna una crescita del 5,24%.

Nel quadro generale la Liguria segna un calo, una battuta d’arresto dopo anni con il segno positivo per gli arrivi e le presenze. La nostra provincia invece trova una certa stabilità e nell’estate del vento che cambia (si registra una flessione di arrivi e presenze in tutto il territorio nazionale) sembra reggere bene l’urto.

Attendendo i dati completi (settembre è un indicatore importante) si può comunque cogliere in questa congiuntura positiva l’opportunità di poter programmare un ciclo più lungo che si caratterizzi sempre di più sul mercato. Il trend del viaggio sostenibile si è affermato nel 2023 e indicatori dicono che rappresenterà una quota significativa del 2024. La crisi climatica ha prodotto un cambiamento valoriale dei consumatori, soprattutto italiani e under 35, più del 70% tra questi ha una vocazione alla sostenibilità ambientale.

Un dato che deve trovare immediatamente un tempestivo riscontro in proposte e azioni. Tattica nel turismo significa fare la stagione per fare “cassetto”, strategia vuol dire trovare un punto di equilibrio tra politiche pubbliche di riforma e intervento dei privati.

Quali sono le proposte in campo?
In questa direzione di marcia si è già messo da diverso tempo il Segretario Generale della Camera di Commercio di Riviere di Liguria che in una recente e apprezzata intervista su un quotidiano locale ha affermato che parte della ricetta deve passare attraverso il coinvolgimento reale delle giovani generazioni e un patto tra i maggiori gruppi privati del porto e la città, aprendo anche nuovamente l’ipotesi di un accordo inequivocabile con la Marina Militare. Tutto fa pensare al fatto che i tempi siano maturi per affrontare di petto, questa volta si, le grandi questioni che agitano il nostro territorio.

 

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