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Tossicodipendenza nelle carceri liguri, situazione drammatica

"In Liguria un detenuto su tre è tossicodipendente: a Spezia sono addirittura il 50% dei presenti mentre nel carcere di Chiavari il 75% dei detenuti presenti ha problemi di droga.

Dati allarmanti, se si considera che a livello nazionale la percentuale di drogati tra i detenuti si attesa attorno al 23%. Tutto questo va ad aggravare le già pesanti condizioni lavorative delle donne e gli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria, oggi sotto organico in Liguria di 400 unità e ben 7mila unità a livello. Quel che è importante da considerare è che i detenuti affetti da tossicodipendenza, come ogni altro malato limitato nella propria libertà, sconta una doppia pena: quella imposta dalle sbarre del carcere e quella di dover affrontare la dipendenza dalle droghe in una condizione di disagio, spesso senza il sostegno della famiglia o di una persona amica. Per queste ragioni il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE è fermamente impegnato per incrementare l'utilizzo del ricorso alle misure alternative al carcere delle persone tossicodipendenti recluse."

E' quanto dichiara Roberto Martinelli, Segretario generale aggiunto del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE – il primo e più rappresentativo della Categoria.

Il SAPPE torna a sottolineare come "nelle carceri liguri più del 30% dei detenuti è tossicodipendente ed anche il 30% degli stranieri ha problemi di droga: a livello nazionale le due percentuali si attestano tra il 20 ed il 23%.. A Chiavari è tossico il 40% dei ristretti (percentuale che per quanto riguarda gli stranieri sale addirittura al 74,42%), a Spezia sono addirittura il 50%, a Marassi il 34%, a Imperia il 23%, a Savona il 32% , a Sanremo più del 16% dei presenti mentre a Pontedecimo sono solamente il 6,50%. Nonostante l'Italia è un Paese il cui ordinamento è caratterizzato da una legislazione all'avanguardia per quanto riguarda la possibilità che i tossicodipendenti possano scontare la pena all'esterno, i drogati detenuti in carcere sono tantissimi. Il primo Sindacato della Polizia Penitenziaria, il SAPPE, ritiene sia preferibile evitare la carcerazione ai detenuti tossicodipendenti, spesso condannati per spaccio di lieve entità, attraverso interventi alternativi, da attivare già durante la fase del processo per direttissima, di cura e riabilitazione "controllate e gestite" in regime extracarcerario con l'ausilio dei servizi pubblici e delle comunità terapeutiche. I tossicodipendenti sono persone che commetto reati in relazione allo stato di malattia e quindi hanno bisogno di cure piuttosto che di reclusione."

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