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Carceri, SAPPE: "Meno di 100 detenuti fuori con nuovo decreto legge"

"Secondo le nostre previsioni, saranno probabilmente molto meno di 100 i detenuti che in Liguria potrebbero uscire dalle carceri regionali per effetto del decreto legge approvato ieri dal Consiglio dei Ministri. E considerato che le presenze si attestano oggi sulle circa 1.900 persone detenute rispetto ai circa mille posti letto regolamentari delle strutture, mi sembra che non cambierà nulla. Si tenga conto che già oggi, a tre anni alla legge sulla detenzione domiciliare che permetterebbe di scontare a casa gli ultimi diciotto mesi di pena, sono stati complessivamente solo 407 coloro che ne hanno beneficiato: 284 uscendo dalle carceri, 123 direttamente dalla libertà."

E' quanto dichiara Roberto Martinelli, segretario generale aggiunto del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, la prima e più rappresentativa organizzazione di Categoria.
"Nel decreto legge ci sono positive, come la possibilità per il giudice di assegnare il reo direttamente ai domiciliari con contestuale impiego in lavori socialmente utili e gratuiti. Ma per poterne fruire bisogna avere una dimora e un domicilio fisso, cosa che però non hanno gli stranieri che sonoil 60% della popolazione detenuta ligure. Non credo che neppure l'amnistia possa essere il provvedimento in grado di porre soluzione alle criticità del settore, come invece sostiene il Ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri. Quel che serve sono vere riforme strutturali sull'esecuzione della pena: riforme che non vennero fatte con l'indulto del 2006, che si rileverò un provvedimento tampone inefficace del quale però beneficiarono quasi 36mila soggetti (1.200 circa in Liguria) , 29mila dei quali uscirono dalle carceri (900 nella nostra Regione). Il sovraffollamento degli istituti di pena è una realtà che umilia la Liguria e l'Italia rispetto al resto dell'Europa e costringe i poliziotti penitenziari a gravose condizioni di lavoro, costretti a gestire e subire la tensione detentiva che esso determina: tentati suicidi, risse, aggressioni, atti di autolesionismo."
Martinelli sottolinea infine che "il personale di Polizia Penitenziaria (sotto organico di 7mila Agenti in Italia, 400 in meno rispetto a quanto previsto per la Liguria ) è stato ed è spesso lasciato da solo a gestire all'interno delle nostre carceri moltissime situazioni di disagio sociale e di tensioni, 24 ore su 24, 365 giorni all'anno. Ci vogliono riforme strutturali, che depenalizzino i reati minori e potenzino maggiormente il ricorso all'area penale esterna, che già oggi in Liguria coinvolhe più di mille persone, limitando quindi la restrizione in carcere solo nei casi indispensabili e necessari. Sul progetto dei circuiti penitenziari studiato dall'Amministrazione penitenziaria non ci sembra la soluzione idonea perchè al superamento del concetto dello spazio di perimetrazione della cella e ad una maggiore apertura per i detenuti deve associarsi la necessità che questi svolgano attività lavorativa e che il Personale di Polizia penitenziaria sia esentato da responsabilità derivanti da un servizio svolto in modo dinamico. Oggi tutto questo non c'è ed il rischio è che un solo poliziotto farà domani ciò che oggi lo fanno quattro o più Agenti, a tutto discapito della sicurezza. Il progetto elaborato dal Capo DAP Tamburino e dal Vice Capo Pagano in realtà non prevede affatto lavoro per i detenuti e mantiene il reato penale della 'colpa del custode'. E' quindi un progetto basato su basi di partenza sbagliate e non è certo abdicando al ruolo proprio di sicurezza dello Stato che si rendono le carceri più vivibili".

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