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Carceri liguri, 1100 detenuti stranieri. SAPPE: "Incrementare le espulsioni" In evidenza

"Gli stranieri detenuti in Italia sono oltre 23.400, il 35,60% dei presenti: in Liguria sono invece 1.098 rispetto ai 1.881, più del 60%.

Si deve allora con urgenza incrementare il grado di attuazione della norma che prevede l'applicazione della misura alternativa dell'espulsione per i detenuti stranieri i quali debbano scontare una pena, anche residua, inferiore ai due anni; potere che la legge affida alla magistratura di sorveglianza. Ma i detenuti che nel 2012 sono stati espulsi per scontare la pena nei penitenziari dei Paesi di origine sono stati solamente 920 ".

Così Roberto Martinelli, segretario generale aggiunto del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo della Categoria, commenta i dati sul boom di detenuti stranieri nelle carceri liguri.

 

Numeri "incontrovertibili", dice. "Oggi abbiamo a Marassi 486 detenuti stranieri, più del 61% dei presenti. E la percentuale è del 54% a Savona (sono 44), del 55,52% a Sanremo (sono 196), del 57,09% a La Spezia (sono 145), del 58,12% a Imperia (dove sono 68 gli stranieri in cella), del 62,57% a Pontedecimo (con 117 presenze) e del 43,75% a Chiavari, con 42 stranieri. Queste presenze accentuano le criticità con cui quotidianamente devono confrontarsi le donne e gli uomini della Polizia penitenziaria. Si pensi, ad esempio, agli atti di autolesionismo in carcere, che hanno spesso la forma di gesti plateali, distinguibili dai tentativi di suicidio in quanto le modalita' di esecuzione permettono ragionevolmente di escludere la reale determinazione di porre fine alla propria vita. Le motivazioni messe in evidenza sono varie: esasperazione, disagio (che si acuisce in condizioni di sovraffollamento), impatto con la natura dura e spesso violenta del carcere, insofferenza per le lentezze burocratiche, convinzione che i propri diritti non siano rispettati, voglia di uscire anche per pochi giorni, anche solo per ricevere delle cure mediche. Ecco queste situazioni di disagio si accentuano per gli immigrati, che per diversi problemi legati alla lingua e all'adattamento pongono in essere gesti dimostrativi".

Il SAPPE chiede dunque al prossimo Governo di "recuperare il tempo perso su questa significativa criticità penitenziaria e di avviare le trattative con i Paesi esteri da cui provengono i detenuti - a partire da Romania, Tunisia, Marocco, Algeria, Albania, Nigeria - affinchè scontino la pena nei Paesi d'origine".

Per il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria " è fondamentale trovare accordi affinche' gli stranieri scontino la pena nei Paesi d'origine. Questo, oltre a mettere un freno ad una grave emergenza, potrebbe rivelarsi un buon affare anche per le casse dello Stato, con risparmi di centinaia di milioni di euro, nonche' per la sicurezza dei cittadini. Un detenuto – ricorda Martinelli - costa infatti in media oltre 200 euro al giorno allo Stato italiano".

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