Partenza lunedì pomeriggio da Spezia e sveglia la mattina alle 4, per essere in prima fila, in piedi, e poter salutare il nuovo papa ad un passo di distanza.
Durante l'omelia, il papa "venuto quasi dalla fine del mondo" ha ricordato che il potere del pontefice è quello di servire la Chiesa e che il "vertice luminoso" del servizio è la Croce. Francesco ha sottolineato l'importanza di custodire il creato ("disegno di Dio iscritto nella natura") e le creature, in particolare l'uomo e la donna nelle condizioni di maggiore povertà e debolezza, quali i bambini e i vecchi. "Custodiamo con amore ciò che Dio ci ha donato!".
Ricordando che sono "l'odio, l'invidia e la superbia a sporcare la vita" e a generare, "in ogni epoca della storia", gli Erode che "tramano disegni di morte, distruggono e deturpano il volto dell'uomo e della donna", il papa ha sottolineato che custodire significa soprattutto "vigilare sui nostri sentimenti, sul nostro cuore, perché è proprio da lì che escono le intenzioni buone e cattive: quelle che costruiscono e quelle che distruggono!"
"Solo chi serve con amore sa custodire". L'esempio, quindi, è quello di San Giuseppe, patrono della Chiesa universale, che ha custodito la Sacra Famiglia. Da qui, l'esortazione: "Custodiamo Cristo nella nostra vita, per custodire gli altri, per custodire il creato!".
San Giuseppe è anche patrono della Spezia, quindi a maggior ragione, la riflessione vale per gli spezzini. Per tutti gli spezzini, perché – ha detto Francesco - "La vocazione del custodire non riguarda solamente noi cristiani, ha una dimensione che precede e che è semplicemente umana, riguarda tutti".