"Bene la volontà di recuperare le mura della città e le strutture collegate, ma deve essere sviluppato un progetto che le concepisca come un unico "oggetto storico" e non le frammenti in opere o programmi che ne cancellino il valore testimoniale.
Il territorio spezzino è ricco di manufatti ed opere che raccontano lo sviluppo di una città nata attorno alla presenza del Regio Arsenale navale e della Base navale della Regia Marina prima ed oggi dell'Arsenale della Marina Militare e della attuale Base Navale della Marina Militare.
Sin dal periodo della nascita del Regno d'Italia, il cosiddetto "periodo umbertino", il golfo della Spezia ed in particolare la città, sono state interessate da uno sviluppo architettonico dove la prevalenza di impianti destinati alla difesa del territorio è stato, e resta, un elemento caratterizzante e significativo. Si tratta di un patrimonio storico, non solo architettonico e postindustriale, oggettivo che rappresenta in maniera inequivocabile la città ed il proprio sviluppo urbano.
In questi giorni si torna a parlare del recupero di aree e strutture inserite in questo patrimonio, specialmente per la cinta muraria che è uno degli elementi più rilevanti, non solo sotto l'aspetto delle dimensioni.
Alcune di queste opere oggi sono state recuperate degnamente, altre sono oggetto di attenzione da parte di associazioni con progetti di intervento, altre invece sono state trasformate svilendone il valore archeologico ed altre ancora sono state distrutte o rese inservibili, spesso per incuria.
Eppure si tratta di un vero e proprio patrimonio architettonico, non solo volumi da trasformare, al pari di castelli medievali o opere settecentesche, anzi dette opere non hanno minor valenza storica ed in certi casi artistica di tanti edificati ritenuti simbolo storico in altre luoghi d'Italia.
Questa associazione, da un decennio impegnata nella valorizzazione del concetto del recupero delle opere fortificate della piazza spezzina, preservandone il patrimonio storico e testimoniale, crede sia necessario coordinare il tutto, con un programma unico che abbia l'amministrazione comunale quale soggetto centrale, pensando a quest'opera fortificata, ovvero le mura della città e le varie strutture collegate, come un unicum, come ad un soggetto urbanistico unico, su cui sviluppare anche progetti specifici.
Infatti, così come per altre strutture, ad esempio le gallerie antiaeree, serve garantire che sia preservato il valore dell'intera cinta muraria concependola come un unico "oggetto storico" e non arrivandola ad essere frammentata in opere o programmi di recupero di siti parziali, magari diversi tra loro, che ne cancellino il valore testimoniale e la valenza storica.
Si tratta di un patrimonio storico, culturale e di testimonianza che, proprio a memoria delle future generazioni, sarebbe necessario preservare come opera unica.
Si tratta di un progetto fattibile che può aprire la strada al recupero testimoniale, anche in chiave turistica, di molti luoghi oggi dimenticati ed abbandonati che invece rappresentano, assieme, elementi fondamentali nello sviluppo storico ed urbanistico della nostra città.
Da parte della nostra associazione c'è la piena volontà di voler collaborare con l'amministrazione comunale spezzina, garantendo risorse e progettualità, oltre alle competenze tecnico storiche, per creare questa risorsa culturale e turistica. Proprio per questo abbiamo sottoposto all'attenzione del sindaco una proposta in tal senso".
Il consiglio direttivo dell'associazione "Dalla parte dei forti"