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Sul futuro dell'area Enel resta il punto interrogativo In evidenza

di Elena Voltolini - Impossibile decidere, da parte di Enel, sino a quando il governo non varerà un quadro normativo chiaro che permetta di valutare i possibili investimenti sul fronte energetico.

Chi sperava di avere qualche risposta sul futuro dell'area Enel dopo il 2021, anno indicato per la cessazione dell'uso del carbone, è rimasto deluso: nulla è uscito dall'audizione dei dirigenti Enel da parte della II (Assetto Territoriale – Ambiente – Traffico e Mobilità – Qualificazione Sistema Urbano – Turismo) e della III (Partecipazione e decentramento - Impianti Sportivi - Cooperazione Internazionale – Economia Lavoro e Occupazione) Commissione Consiliare, riunite congiuntamente.
Anzi, qualcosa è emerso, ovvero la consapevolezza che per ora non si può sapere nulla su quello che sarà il futuro di quell'area.

Lo chiarisce subito il Responsabile Enel Unità di business Liguria, Fabio Persichetti: “Quando una azienda deve investire, lo può fare solo avendo chiara la situazione, sapendo costi e benefici; ora questa chiarezza non c'è, abbiamo una situazione normativa in evoluzione, diamo tempo al nostro governo di lavorare e darci un quadro normativo che ci possa fare capire quali sono le linee di sviluppo da seguire”.
I tempi sono incerti, ma il Responsabile Enel, su questo, avanza qualche ipotesi, o forse sarebbe meglio dire qualche auspicio: “Esistono delle condizioni a contorno della normativa europea che ci portano a pensare che entro l'anno possa essere sviluppato il “Piano clima-energia” che consenta di capire quelle che possono essere le linee programmatiche”.

Fino ad allora nulla si saprà. I membri delle Commissioni pongono domande sulle destinazioni possibili dell'area e sui tempi di bonifica, ma nulla è dato sapere.
Sul fronte della bonifica, posto, come sottolineato da Persichetti, che i tempi dipenderanno dalle scelte sugli insediamenti futuri nell'area, la rassicurazione è che non sarà delegata. Su questo il Responsabile rassicura: “Sono false le voci in merito alla possibilità che Enel “venda” o “deleghi” la bonifica ad altri”. Anzi, sottolinea che Enel è già attiva sul fronte bonifica: le parti dell'impianto che non vengono più utilizzate, infatti, sono già sottopose a lavori.

Un'altra rassicurazione è che Enel non lascerà da solo il territorio e lavorerà per arrivare ad una soluzione condivisa con amministrazione e residenti.
La base di partenza è lo studio Enea, che vuole fornire un contributo alla discussione, ma certo non vuole essere esclusivo, anzi. Lo scopo è quello di avere uno spunto per il confronto con il territorio, dal quale possono uscire anche soluzioni diverse e inizialmente non ipotizzate.
Su questo i dirigenti Enel presenti in Commissione tengono a porre l'attenzione: “Cercheremo una soluzione condivisa per la riconversione dell'area”.
Da attuare, però, a tempo debito, perchè al momento Enel non ha gli elementi per valutare una sua possibile presenza post 2021, e, in caso, con quale ruolo e per quali obiettivi.

E da qui al 2021 cosa succede?
Si va avanti come ora, probabilmente non un progressivo ridimensionamento della quantità di energia prodotta. La centrale continuerà a lavorare in modo discontinuo ed è logico pensare che, salvo bisogni strategici a livello nazionale, la quantità di energia prodotta verrà progressivamente ridotta.

Rassicurazioni da Enel arrivano anche sul fronte dei lavoratori, attualmente sono 160 quelli diretti ed ai quali saranno fornite garanzie di ricollocamento.

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