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I sindacati in commissione: "Bisogna creare una cultura della sicurezza nel lavoro" In evidenza

di Francesco Truscia - Questo pomeriggio si è riunita la IV commissione per discutere, assieme ai sindacati, della sicurezza nei luoghi di lavoro.

La IV commissione (Politiche Sociali – Sanità – Pubblica Istruzione – Politiche Giovanili – Infanzia – Formazione – Università – Cultura – Sicurezza sui luoghi di Lavoro) si è riunita questo pomeriggio per trattare l’attuale questione della sicurezza sul posto di lavoro. La discussione avviene dopo la morte dell’operaio croato (leggi QUI) e il successivo sciopero generale proclamato dalle sigle sindacali CGIL, CISL e UIL (leggi QUI).

In commissione presenti Nadia Maggiani (UIL), Mirko Talamone (CISL), Fabio Quaretti (CGIL), Marco Gaeta (responsabile sicurezza UIL) e Franco Bardelli (CISAL).

Il primo ad intervenire è Fabio Quaretti (Segretario Filt Cgil): “Quando ci sono eventi di questo tipo l'attenzione di tutti si catalizza, ma la cosa più difficile è mantenere un livello di attenzione adeguato nel tempo. Il problema della sicurezza nei luoghi di lavoro è un dramma sociale. Pensare che la gente muoia sul lavoro è agghiacciante, considerando che la nostra Repubblica è fondata sul lavoro. In questo paese c’è una discussione scarsa per quel che riguarda la sicurezza sui luoghi di lavoro. Ci sono tre morti al giorno per incidenti sul lavoro, un dato che è andato peggiorando negli ultimi anni”.

Il problema è ampio e, secondo Quaretti (CGIL), anche i controllori non sono messi in condizione di vigilare: “Gli organi di controllo non sono messi in condizione di fare i controlli. La frammentazione dei cicli produttivi, figlia della rincorsa al ribasso sulle tariffe, mette i datori di lavoro in condizione di competere in primo luogo sulla sicurezza. Un investimento costante sui temi della sicurezza del lavoro ci dà anche la possibilità di crescere come paese. Porre l’attenzione sulla sicurezza significa smettere di pensare che l’unica leva competitiva sia il deprezzamento del costo del lavoro”.

La prima cosa da fare è creare una cultura sulla sicurezza del lavoro - ha dichiarato Nadia Maggiani (Segretario Confederale UIL Liguria- La Spezia) - Istituzioni e sindacati si devono mettere intorno ad un tavolo. La commissione di oggi potrebbe essere l’inizio di un percorso, anche perché non credo sia possibile andare avanti in queste condizioni. Abbiamo raggiunto un livello ormai indicibile”.

“Troppe volte in questi anni siamo stati chiamati nei cantieri a testimoniare il nostro cordoglio e a portare solidarietà alle famiglie, ma le parole di cordoglio le abbiamo terminate - inizia così il suo intervento Mirko Talamone (Segretario Generale Fisascat CISL La Spezia), rimarcando anch’esso come oramai la situazione abbia varcato il limite - Tutti gli accordi che potevamo fare li abbiamo fatti, ma è chiaro che non è più sufficiente. Dobbiamo capire cosa non funziona più nella filiera della prevenzione, controllo e sanzione. Bisogna partire dalle scuole, dall’aspetto dell’alternanza scuola-lavoro”.

“Giusto ribadire che tutto parte dalla cultura sulla sicurezza - ha aggiunto Franco Bardelli (Segretario Provinciale CISAL) - Ho iniziato a lavorare nell’officina di famiglia e ricordo sempre un vecchio cartello di mio nonno che recitava “L’infortunio è sempre in agguato”. Infortuni in officina ne abbiamo avuti pochissimi e non c’erano tutte quelle norme presenti oggi. All’epoca c’era una cultura del lavoro, poi chiaro che l’incidente è sempre in agguato. Quello che manca oggi è la consapevolezza, di chi va a lavorare, di cosa troverà sul posto di lavoro. I tavoli sono importanti ma dobbiamo partire dai ragazzi, facendoli crescere dentro ad un ambiente lavorativo”.


Tocca poi a Marco Gaeta (responsabile sicurezza UIL): “Mi occupo di sicurezza dal '98. Nel 2008 la legge quadro sula sicurezza ha fornito un sacco di norme; siamo il primo paese ad avere una normativa cosi capillare, precisa e puntuale su tutto, ma allora poche avvengono incidenti e perché 3 al giorno? Avvengono in primis perché non c’è cultura, quella si fa nelle scuole, e perché mancano le buone pratiche sul lavoro. Le buone pratiche si imparano con una formazione sul campo, non a scuola”.


Dall’audizione delle parti sindacali emerge come non vi sia un’assenza di norme in materia di sicurezza sul lavoro, semmai quello che manca è proprio una cultura della sicurezza nel lavoro.


“Il lavoro deve essere retribuito e difeso - ha dichiarato il commissario Oscar Teja - Concordo sul tema della cultura del lavoro, il datore di lavoro non deve solo guardare l’aspetto remunerativo ma anche la sicurezza e i lavoratori non devono vedere il caschetto o l’imbracatura come un peso. Come commissione possiamo capire quali sono gli strumenti che ha a disposizione il Comune e come si sta muovendo anche la Regione”.

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