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L’ok di Sarzana all’aggregazione Acam/Iren In evidenza

Di Luca Manfredini – Nessuna sorpresa nel consiglio comunale sarzanese, il mandato alll'amministratore unico di Acam, Gaudenzio Garavini, a procedere nella fusione per l'incorporazione della partecipata viene approvato senza problema.

I nove i voti a favore della discussa aggregazione hanno primeggiato facilmente sui tre soli voti contrari ed i due astenuti, in un consiglio comunale che non lasciava presupporre nessuna grossa rivoluzione, ed hanno dato mandato a Garavini (parte attiva del consiglio stesso) di perfezionare nell'assemblea soci Acam del 29 dicembre, l'operazione di aggregazione societaria ed industriale di Acam al colosso multi utility Iren. Il Sindaco Alessio Cavarra, il presidente del Consiglio Lorenzini ed i consiglieri di maggioranza; Ricci, Torre, Corsi, Mattioni, Antola, Vinchesi, Frassini hanno confermato le posizioni assunte sin dall'inizio sull'intricata vicenda, ed a nulla sono serviti gli interventi dei consiglieri di opposizione contrari all'operazione; Valter Chiappini (Sarzana in movimento), Federica Giorgi (M5S) e Paolo Zanetti (Sel) ed i due astenuti, Paolo Mione e Rosanna Pittiglio (Articolo 1 Mdp

"Oggi per Acam è un momento epocale di svolta positiva – dichiara il Sindaco Cavarra - l'arrivo ideale del lungo percorso di sacrifici e rivalorizzazione effettuato dall'azienda, dobbiamo convintamente votare a favore di questo importante momento, di questa ultima possibilità di assicurare proseguo all'azienda ed al suo personale". Ironizza sull'approvazione dell'amministrazione spezzina il capogruppo del Pd, Mario Torre: "Le opposizioni usano da sempre l'argomento Acam come cavallo di battaglia per la propaganda, fermo restando poi che, in caso di vittoria elettorale e di conseguente presa cognizione di cosa realmente significhi governare, si decida improvvisamente di votare a favore dell'aggregazione tanto contestata".

Tutti gli interventi a favore si sono basati sull'occorrenza di questa aggregazione come necessario e obbligatorio salvataggio di Acam, di un futuro dove saranno salvaguardate la dimensione operative locali ed i livelli occupazionali, di nuovi investimenti che nasceranno dall'accordo oltre ad un mantenimento dell'autonomia decisionale di Acam Ambiente ed Acam Acque, all'interno del gruppo guidato da Massimiliano Bianco, per 10 anni. Rimane un dilemma irrisolvibile la valutazione reale su quanto Acam sia al momento un peso od una ricchezza per i cittadini, viste le nette divisioni e letture sull'argomento, e quanto l'operazione di fusione in Iren sia azzeccata e fautrice di un futuro privo delle problematiche che hanno accompagnato negli anni la nostra partecipata. Una partenza gloriosa alla nascita dell'azienda Acam La Spezia, multitutility ligure controllata al 100% dai Comuni locali e specializzata sulla filiera ambientale e sul ciclo idrico, in breve diventata poi "Agenzia di lavoro ed ammortizzatore sociale a tutto campo", che l'ha condotta ad una situazione debitoria stimata nel 2013 di circa 500 milioni di euro. Non sono bastati il piano di ristrutturazione conseguente, le vendite di alcuni rami,gli esuberi controllati e tutti i sacrifici effettuati per il risanamento dei conti, a salvare un simbolo che ci accompagna da sempre, nel bene o nel male, Acam come noi la conosciamo finisce con l'anno in corso e la nuova Acam si potrà valutare solo nel proseguo.

I detrattori dell'operazione hanno parlato invece di un triste regalo natalizio per i cittadini, citando le varie negatività dell'aggregazione considerata una vera e propria svendita; il venir meno al referendum sull'acqua pubblica del 2011 affidandola in mano ad un privato, l'operazione di acquisto fatta a debito con le banche, una presunta minore manutenzione sulle linee, un aumento futuro delle tariffe e risparmi nella riorganizzazione su personale e investimenti della nuova azienda che, legittimamente, tende a privilegiare il profitto come bene primario. " Acam viene svenduta dopo essere stata risanata con i sacrifici dei cittadini, un piano preordinato che viene da lontano di cui, al solito, nessun politico responsabile di tali fallimenti ha mai pagato – denuncia Chiappini - Perché poi ad Iren si chiedono solo impegni ma nessun obbligo? Ora che siamo padroni di Acam non veniamo considerati ne come cittadini né come consiglieri, figuriamoci domani con Acam dentro Iren padrona solo di un misero 2%." "Acam muore ufficialmente, non sarà l'aggregazione tanto pubblicizzata ma solo incorporazione, un 2% decisionale è un nulla invendibile – attacca Mione - Acam è chiusa e da domani in poi nessuno sarà in grado di contrastare il colosso Iren. Prendiamo drammaticamente atto che oggi si firma non solo il fallimento di un'azienda ma anche e soprattutto il fallimento di una classe politica che osato l'impossibile giocando anche con investimenti fuori dall'Italia. Si è volutamente scelto di non farla fallire per salvaguardare gli interessi di banche e di un'intera classe politica". I consiglieri Mione e Pittiglio hanno poi motivato la loro astensione: "Non votiamo pro o contro perché non abbiamo contribuito al disfacimento di Acam e non vogliamo assumerci la responsabilità di questa fine Dopo tante battaglie contro si è registrata una convergenza di opinione tra l'ex Presidente del Consiglio, Mione, ed il Sindaco, una concorde lettura sulla storia e le responsabilità sul pasticcio della multi utility, rimarcandone però il successivo impegno e la responsabile scelta dell'amministrazione sarzanese nell'estinguere i debiti dovuti con la partecipata.

In apertura di consiglio si è tenuto un minuto di silenzio dedicato a Pino Meneghini, illustre cittadino sarzanese mancato la notte scorsa.

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