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Sarzana, dopo Giannini crolla anche Mione In evidenza

di Luca Manfredini - Ciò che sembrava impossibile alla fine è avvenuto, una lunga cavalcata Consiliare di 7 ore e mezzo ha sancito la revoca della carica di Presidente del Consiglio Comunale al Consigliere Paolo Mione e creato una frattura apparentemente insanabile tra maggioranza e minoranza.

Un Consiglio infinito e combattuto, iniziato alle ore 21 con l'ufficializzazione del nuovo Consigliere M5S, Federica Giorgi (che ha sostituito il decaduto Johnny Giannini), e conclusosi alle ore 04.30 con l'incoronazione del Capogruppo PD, Damiano Lorenzini, come nuovo Presidente.

L'elezione di Lorenzini è uno dei tanti argomenti che hanno agitato la serata, impossibile infatti, secondo la minoranza, pensare che un capogruppo del partito di maggioranza possa assicurare una conduzione superpartes, proprio quella conduzione cui Mione era venuto meno, secondo i firmatari, e motivazione principale della richiesta della sua revoca.

Eterne discussioni sulla dodicesima firma incriminata hanno caratterizzato la serata, la firma è quella di Giannini, venuta meno secondo l'opposizione dopo la sentenza del Tar ligure.
Profonde disquisizioni giuridiche, attacchi feroci e interventi appassionati hanno impegnato quasi tutti i consiglieri presenti, seguiti con stupore da un folto pubblico che ha accompagnato il Consiglio fino alle prime ore della mattina.

Quel folto pubblico sempre mancato che, secondo molti, avrebbe cambiato, con la sua presenza, il corso della legislatura stessa, moderato eccessi, impedito "giochini" e stimolato molti "silenti" consiglieri ad impegnarsi di più.

La minoranza si è da subito compattata in difesa strenua di Mione, ha aderito subito alla mozione del consigliere di Fratelli d'Italia, Carlo Rampi, di sospensione della procedura di revoca del Presidente del Consiglio.
Mozione poi rigettata dalla votazione: 9 contrari contro 6 favorevoli; rigettato anche l'ordine del giorno presentato da Chiappini (Sarzana in Movimento) con la stessa percentuale.
9 contro 6 è una costante che accompagna il lungo Consiglio sino alla revoca del Presidente Mione.

"La mia colpa - dichiara Mione - è avere detto no a tutte le cose che il sindaco derogava dal suo programma. Sono io che ho rispettato il programma elettorale del Pd, non voi, sono io che ho cercato il dialogo, inutilmente perché da voi sempre respinto. Non esistono i cronoprogrammi tanto pubblicizzati dal Sindaco, esiste solo fuffa politica".

Il Sindaco Alessio Cavarra è sbottato più volte nella serata contro gli attacchi di Mione, ma non ha mai ritenuto opportuno intervenire.
A suo agio, sin dal primo intervento, il neo Consigliere Pentastellato, la grinta dimostrata le ha fatto anche incassare un attacco "dedicato" da parte di un Consigliere Rosignoli particolarmente adirato.

Subito dopo la "ormai scontata" votazione finale e la relativa revoca di Mione, la minoranza abbandona l'aula rifiutandosi di partecipare alla votazione del nuovo Presidente del Consiglio e del suo Vice.
Non solo è revocato Mione infatti, ma anche Carlo Rampi come Vice Presidente.

Non ci è dato sapere, al momento, se ci saranno strascichi legali e/o burocratici, ricorsi o simili, ma presto lo sapremo.

Nel frattempo a Damiano Lorenzini l'arduo compito di condurre il Consiglio Comunale fino a fine legislatura e, dalle dichiarazioni rilasciate dalla minoranza, non sarà un compito facile.

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