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Battistini: "Siano ripristinati i posti di Pubblica Sicurezza nei pronto soccorso" In evidenza

Il consigliere regionale di Rete a Sinistra / LiberaMente Liguria torna con un’interrogazione sulla questione della sicurezza nei presidi sanitari. Nel prossimo consiglio regionale il voto sulla mozione presentata dal gruppo.

"Nell’interrogazione siamo partiti da un fatto di cronaca, avvenuto nella notte fra il 14 e il 15 aprile scorso presso il pronto soccorso dell’ospedale San Bartolomeo. Quella notte 3 operatori sono stati aggrediti con estrema violenza da un giovane: nella colluttazione medico e infermieri hanno riportato lesioni e fratture. Abbiamo chiesto, quindi, alla giunta quali siano i sistemi di sicurezza attualmente in uso nel presidio ospedaliero del levante (Sarzana, La Spezia e Levanto); e come intenda intervenire affinché questi episodi non si verifichino in futuro – dichiara il consigliere regionale Francesco Battistini -. L’assessore ci ha risposto che in generale sono attivi servizi di vigilanza armata, con appalto a privati, ma che il piantonamento è presente solo nel pronto soccorso della Spezia e soltanto nelle ore notturne. I fatti recenti dimostrano, purtroppo, come tali misure siano insufficienti, quindi bene fa ASL ad avviare verifiche sui servizi di sicurezza".

"Noi però la soluzione l’abbiamo già, come dimostrato dalla mozione che il consiglio voterà la prossima settimana: dare la priorità alla costituzione o al ripristino dei posti di pubblica sicurezza nei pronto soccorso di tutta la regione. L’ASL non deve preoccuparsi di fornire ai propri dipendenti “strumenti per identificare, valutare, gestire ed arginare le situazioni di rischio” come riportato da una nota dell’Azienda Sanitaria spezzina. Perché di tutte queste cose si deve occupare la pubblica sicurezza. Medici e infermieri servono per curare chi arriva al pronto soccorso; non devono temere per la propria incolumità e, soprattutto non possono diventare degli sceriffi – sottolinea Battistini - L’approvazione della nostra mozione garantirebbe maggiori tutele non solo al personale sanitario, che spesso si trova ad operare in condizioni critiche, ma anche all’utenza dei pronto soccorso in modo da poter raccogliere, ad esempio, denunce su casi di aggressione o violenza. Potrebbe essere questa una valida risposta di contrasto alla violenza domestica, di genere o sui minori".

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