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Sarzana, la firma più ambita è quella più criticata In evidenza

di Luca Manfredini - Il caso Mione continua ad appassionare i sarzanesi e non solo, la mozione di sfiducia presentata contro la carica ricoperta dall'avvocato, Presidente del Consiglio Comunale, accalora gli animi e ricompatta tutta l'opposizione.

 

12 le firme presentate per l'avvio della mozione, 12 quelle necessarie da regolamento per sfiduciarlo, 12 quelle ottenute di cui la dodicesima, la più basilare, arriva addirittura da Londra.
Per fare decadere il Presidente, infatti, necessitano i due terzi dei voti del Consiglio comunale e, dopo l'uscita dal PD della stesso Mione e del Consigliere Rosanna Pittiglio (ora confluiti in Articolo1 Mdp), i voti utili della Maggioranza sono, o meglio, erano, numericamente insufficienti.
"Solo" 11, infatti, le firme a disposizione: quelle dei Capigruppo promotori della mozione, Damiano Lorenzini (Pd), Sara Frassini (Per Sarzana), Giancarlo Rosignoli (Udc) e Andrea Antola (Noi per Sarzana), e le firme in appoggio del Sindaco Alessio Cavarra, di Ilaria Corsi, Lino Mattioni, Silvia Ricci, Franco Ricci, Mario Torre e Stefano Vinchesi.
Senza l'aiuto del Consigliere Giovanni John Giannini (ex candidato Sindaco per il M5S), la sfiducia a Mione sarebbe stata improponibile, decisiva quindi la sua firma ed a rischio ora la carica di Mione.

Il prossimo Consiglio Comunale sarzanese deciderà, a meno di ulteriori colpi di scena, il destino del Presidente, reo (a detta dei promotori della mozione) di una non corretta funzione istituzionale super partes.

Impossibile non notare però quella dodicesima firma in appoggio alla sfiducia, impossibile perchè il Consigliere firmatario è "desaparecidos" per eccellenza, praticamente da inizio legislatura, per problemi di lavoro all'estero.
La sua firma infatti è mancante, sin da inizio legislatura, su quasi tutti i lavori discussi dall'Amministrazione Cavarra, tranne che sulle giustificazioni man mano addotte per le proprie assenze nei Consigli e, ora, in questa importante occasione.
Le sue ripetute mancanze, culminate nelle 7 assenze consecutive (limite previsto dal regolamento per consentire l'avvio della decadenza da Consigliere e la sostituzione con il primo dei non eletti) senza giustificazione hanno portato alla attesa votazione sulla sua figura lo scorso 22 dicembre, decadenza rigettata però proprio dalla maggioranza che non ha ritenuto opportuno licenziare e sostituire il Consigliere fantasma.

In quella data il Presidente Paolo Mione e il Consigliere Pittiglio (allora ancora nel partito di maggioranza) avevano votato insieme all'opposizione a favore della decadenza di Giannini, ricordiamo qui un estratto della dichiarazione di voto di Mione: "Stiamo uscendo dalla realtà, il dato di fatto è che un Consigliere non dà adempimento al dovere istituzionale che ha assunto nei confronti dei cittadini, e noi, il parito di maggioranza, lo salviamo dalla giusta decadenza, per chissà quale strano motivo di bassa politica, disquisendo poi sul "sesso degli angeli".
Un errore politico devastante per la maggioranza, tutti sapranno che il PD vota per mantenere quelli che non fanno la dovuta rappresentanza, consentiamo ad un Consigliere di comportarsi in modo gravemente scorretto nei confronti dell'istituzione e dei cittadini, un vero e proprio suicidio politico e mi meraviglio che non ci si riesca neanche a rendersi conto dello sbaglio".

Improvvisamente ora Giannini riappare, suscitando anche l'ira dell'avvocato Federica Giorgi, prima dei non eletti nella lista del M5S e prima sostituta del Giannini in caso di sua decadenza, magari quella stessa decadenza da lui annunciata ma non ancora ufficializzata, magari quella dalla maggioranza evitata.
La lettura critica della Giorgi verso il PD sarzanese si unisce a quella delle opposizioni tutte e di Mdp, al momento si legge un coro unanime di solidarietà verso il Presidente, un'alzata di scudi netta ed inequivocabile, e la mozione di sfiducia presentata viene letta solo come una chiara punizione politica verso chi non si allinea automaticamente al pensiero unico.
Mione, va ricordato, è in carica da 7 anni ed è stato il più votato alle Amministrative del 2013.

Nel frattempo Giannini fa sapere da Londra che, nonostante la sua assenza fisica, segue regolarmente ciò che succede nei Consigli sarzanesi ed è benissimo in grado di valutare il lavoro di Mione, giudicandolo insufficiente e meritevole di essere sottoposto a giudizio.

Tra le accuse rivolte a Mione c'è anche quella di avere abusato del proprio ruolo violando l'articolo 58 del regolamento Comunale e modificando a suo piacimento i tempi degli interventi a disposizione di ognuno.
A tal proposito Mione reagisce con queste parole: "Per una questione di rispetto degli organismi è naturale che quelli che sono i due soggetti più rappresentativi della città, che sono il Sindaco ed il Presidente del Consiglio Comunale, non possano parlare meno dei Capigruppo (15 minuti), una specie di vuoto normativo che viene colmata da tempo, una prassi consolidata che li equipari minimo ai Capigruppo e non ai Consiglieri, il cui tempo a disposizione e di 10 minuti".

Nel frattempo, ed in attesa del Consiglio che deciderà se Mione sarà Presidente ancora o solo Consigliere, gli attacchi di Rampi, Chiappini, Castaldi, Zanetti, Battistini, Bellegoni (Pci), Mdp etc, si intensificano ed i toni salgono veloci; "inaudita gravità, pochezza ed arroganza, incapacità, arruolamento di mercenari, cooptamento firme, debolezza politica e morale" e chi più ne ha più ne metta.

Sarzana attende il prossimo Consiglio sicura che, finalmente, sarà un Consiglio integro, con tutti i numeri giusti. Londra dovrà, suo malgrado, rinunciare per un giorno almeno al suo ormai famoso inquilino.

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