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L’idea del M5S: “Un reddito di cittadinanza comunale come a Livorno” In evidenza

di Gabriele Cocchi – In caso di vittoria alle elezioni dell’11 giugno il Movimento vorrebbe importare alla Spezia la misura già sperimentata a Livorno.

La parte migliore del Movimento 5 Stelle, quella concreta, preparata e competente, finalmente lontana dai dissapori interni, si è mostrata oggi al Centro Allende, in occasione di uno degli incontri di presentazione del programma elettorale in vista delle elezioni amministrative dell’11 giugno.
Con lo sguardo espressamente rivolto alla vicina Toscana, più precisamente a Livorno, fino a qualche anno fa roccaforte “rossa” per definizione, poi conquistata dal Movimento nel 2014 con il sindaco Filippo Nogarin. Ad accompagnare i pentastellati spezzini per la strada scoscesa della stesura (e discussione) del programma elettorale ci ha pensato la più navigata Ina Dhimgjini, assessore al sociale e alla sanità proprio nella giunta Nogarin.
“Nel vostro programma – ha esordito Dhimgjini – ci sono alcuni spunti interessanti, che noi a Livorno abbiamo realizzato. Sin dall’inizio del mandato abbiamo messo in campo un’azione di riorganizzazione del settore del sociale, per capire anche dove le risorse fossero utilizzate bene e dove invece ci fosse la possibilità di risparmiare. Da prima abbiamo incominciato a mettere a bando tutti i servizi, senza prorogare nulla, facendo vincere il migliore e controllando la qualità del servizio. Così facendo ci siamo trovati ad avere un importante risparmio. Che non è un taglio, attenzione”.
Da lì la costituzione di un piccolo tesoretto di 300 mila euro che ha permesso di sperimentare, nel Comune di Livorno, la misura tanto invocata a livello nazionale dal M5S: il reddito di cittadinanza. Una misura che, seppur circoscritta a livello locale, stando ai numeri si è rivelata efficace, e che oggi il M5S vuole riproporre anche alla Spezia, in caso di vittoria alle elezioni.
“Alcuni ci hanno accusato di aver fatto il reddito di cittadinanza tagliando fondi al sociale, ma non è così – tiene a puntualizzare l’assessore - Su un bilancio previsionale di 24 milioni abbiamo trovato questi famosi 300 mila euro e abbiamo deciso di restituirli alla città come beneficio: da lì è nato il bando del reddito di cittadinanza comunale. Il principio fondamentale è lo stesso del disegno di legge proposto dal M5S nel 2013, che non è stato ancora votato, mentre invece il governo fa altri interventi spot come il Sia (Sostegno per l’inclusione attiva, ndr). Noi, nell’attesa che questo disegno di legge diventi un giorno realtà, abbiamo deciso di sperimentarlo a Livorno”.
I dati del reddito di cittadinanza comunale sono presto detti: 500 euro mensili per ogni richiedente (ogni nucleo familiare può presentare una sola richiesta), a patto che il beneficiario dia la propria disponibilità a partecipare a progetti di lavoro del Comune; tra i requisiti richiesti, anche quello di avere la residenza a Livorno da almeno 5 anni. Il contributo inoltre viene revocato in caso di non accettazione da parte del beneficiario di una proposta di lavoro, in caso di frode oppure di decadenza dei requisiti.
“L’esito e stato positivo – spiega Dhimgjini - oltre il 50 per cento delle persone che hanno usufruito del servizio non erano conosciute ai servizi sociali. Questo cosa significa? Che siamo andati ad aumentare i numeri dell’utenza, delle persone raggiunte. Oltretutto il 95 per cento dei partecipanti ha partecipato ai lavori che abbiamo fatto fare nel territorio. Anche i servizi sociali sono venuti da me dicendomi ‘Questa misura funziona, lavoriamoci’. Il servizio non ha eliminato nulla di quello che esisteva prima a livello di servizio, ma al contrario ha aggiunto un tassello ulteriore. Nell’ultimo periodo abbiamo persino aggiunto 100 mila euro al bando, in modo da soddisfare più richieste nel corso del 2017”.
Dopo Livorno, così, il reddito di cittadinanza comunale, con parametri adattati alle particolarità del territorio, potrebbe essere importato anche alla Spezia: questa almeno è l’intenzione del M5S spezzino e della sua candidata sindaco Donatella Del Turco.
Al centro dell’azione amministrativa, come preannunciato dalla stessa Del Turco, una selezione trasparente degli assessori dell’eventuale giunta a 5 stelle, basata sull’analisi dei curriculum, non sul bilancino delle correnti politiche.
“All’interno della mia giunta io sono stata scelta sulla base del mio curriculum – ricorda infatti Dhimgjini - La vittoria del Movimento è stata proprio questa: aver dato fiducia a persone che non hanno fatto politica, io nel 2014 avevo 28 anni. La nostra forza è che abbiamo la voglia di cambiare, secondo me chi ha sempre provato e pensa ancora oggi di buttarci giù non si rende conto che ci ha reso più forti e preparati. Spero che riusciremo a governare sempre più territori, compresa La Spezia, perché l’unione fa la forza”.
Ma a proposito di politiche sociali, non manca una postilla degna di nota riguardo all’assegnazione delle case popolari, argomento particolarmente sentito anche dagli spezzini.
A Livorno hanno stretto i cordoni della borsa, con una selezione più severa e attenta, anche nei confronti degli stranieri: “All’inizio ci siamo accorti che la maggior parte degli assegnatari avevano superato di gran lunga i requisiti richiesti – racconta l’assessore - Abbiamo persino trovato 200 di questi casi in un anno. È una questione di equità sociale: le case devono essere assegnate a chi ne ha davvero bisogno. Inoltre agli stranieri abbiamo deciso di richiedere anche un certificato del consolato di appartenenza, dove si dica chiaramente se la persona ha o meno delle proprietà all’estero. In questo modo da 1823 domande siamo scesi a 827. In questo caso per queste persone ci sono naturalmente altre soluzioni, ma non l’edilizia residenziale pubblica”.

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