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"È il momento di ridare la parola alle persone": alla Spezia un Orlando "tutto a sinistra" (videointervista) In evidenza

Di Luca Manfredini - Sala Caran ha accolto l'iniziativa del Circolo Pd della Chiappa/Rebocco e un loquace Ministro della Giustizia Andrea Orlando ha premiato l'affollata iniziativa.

L'evento, nato per dare voce ai quartieri su un progetto futuro della città, ha avuto un ottimo riscontro e l'organizzatrice Dina Nobili, segretaria del Circolo Pd, ha lavorato da subito per creare un dialogo diretto tra i cittadini intervenuti ed il Ministro Orlando.
"Vorrei, con questa iniziativa dai quartieri, fare ripartire il desiderio dello stare assieme, ripristinare una forma di partecipazione che, forse, è venuta meno dopo la fine delle circoscrizioni, parlare dei dubbi e delle incertezze che tutti hanno, sia a livello locale che nazionale - esordisce la Nobili - L'era Federici volge al termine, tante cose sono state fatte e la città è migliorata, altre potevano essere fatte meglio ma, non tutto è stato ben recepito dai cittadini: sono mancati la comunicazionee il coinvolgimento degli stessi all'attività politica ed al cambiamento dovuto della nostra città".

Molti i presenti che sono intervenuti con domande e preoccupazioni sul futuro del Partito, sulle correnti interne, sui rischi scissioni, senza dimenticare la crisi evidente che incide su posti di lavoro e politica. Il Ministro Orlando ha interloquito con tutti e con il suo intervento ha abbracciato problematiche ben più ampie, partendo dal fallimento del referendum per arrivare ai cambiamenti globali del momento ed ai forti rischi Nazionalisti in corso.
"La sconfitta al Referendum Costituzionale ha evidenziato un problema che non riguarda solo l'Italia o l'Europa, bensì il mondo intero, ovvero che tra forze progressiste e ampi settori popolari della società si è determinata una rottura molto forte; il risultato del Referendum è netto ed inequivocabile, ma il fatto saliente è che quella sconfitta si è prevalentemente manifestata proprio nelle aree a più basso reddito, quelle aree più povere, dove tradizionalmente la sinistra era vincente".
Orlando parte da questo concetto per poi allargare più ampio sullo scollamento in corso dovunque e, citando Trump vincente proprio negli Stati più poveri in America, come pure la Brexit in Inghilterra realizzatasi nelle aree più marginali, denuncia con preoccupazione una spaccatura tra "pezzi di società" nella quale la destra ha saputo infilarsi e meglio interpretare il malessere che caratterizza proprio quelli meno integrati nei processi di globalizzazione in corso.
Globalizzazione che non si può fermare; "come provare a fermare il vento con le mani", aggiunge Orlando.

"Prima ancora di discutere di primarie o di congressi, la riflessione di partenza che il Pd deve porsi, è come riuscire a rimettere il tema dell'uguaglianza in primo piano, come riuscire a costruire un meccanismo che sia in grado di rassicurare chi oggi è spaventato dai grandi cambiamenti che ha di fronte.
Chi vede una caduta del proprio reddito non se la prende con le dinamiche di finanza speculativa che hanno creato un certo modello di globalizzazione, cosa questa che nessuno ha saputo spiegare, se la prende bensì con i bersagli che gli vengono offerti. L'Unione Europea, gli immigrati, la casta, noi stessi: si offrono dei capri espiatori senza che nessuno sappia indicare la vera radice di queste diseguaglianze.
Il populismo è questo, inventarsi dei nemici apparenti che però sono in grado di funzionare rispetto all'opinione pubblica, se noi non siamo in grado di rassicurare quelli che hanno più paura, saranno sempre conquistati da chi agita fantasmi. Dobbiamo rimettere al primo posto la nostra "dimensione popolare.
Dividerci tra Renziani e anti Renziani o ipotizzare scissioni è creare un deficit all'unica forza politica in grado in Italia di opporsi al nazionalismo, in un mondo dove si sta riaffermando lo stesso nazionalismo che si è affermato negli anni trenta. Quando Donald Trump dice "America prima" vuol dire che ci sono paesi secondi, terzi ecc, è l'idea di riaffermare una gerarchia tra i Paesi e quindi tra i Popoli".

La risposta di tutte le forze democratiche a questa pericolosa onda deve essere, secondo Orlando, uno sforzo di ricostruzione e unità, senza diventare il partito di qualcuno, Renzi o chiunque altro: "non si può restringere il campo sulle simpatie, in questo momento dobbiamo rinunciare al proprio punto di vista, alla propria figura per un bene più ampio, il Pd deve tornare ad essere il partito dei cittadini".
Un passaggio veloce per chi tenta di promuovere scissioni, ribadendone l'insensatezza: "scissione per prendere cosa? Il 3% o il 4%? È soltanto indebolire l'unico partito che è in grado di costruire un'alternativa alla destra ed al populismo".

Per le elezioni n azionali Orlando auspica l'unica riforma elettorale che darebbe governabilità, quella che corregga in senso maggioritario l'impianto proporzionale che è uscito dalla pronuncia della Consulta. E sui tempi aggiunge: "Il Governo non può arrivare alla fine della Legislatura, è stato fatto durare artificialmente anche con forze diverse da noi, per riformare la Costituzione; una volta che l'obiettivo è fallito, tenerlo in piedi all'infinito è accanimento terapeutico. Appena ci sarà una legge elettorale che consenta uno sbocco politico si vada a votare".

Sulla Spezia aggiunge il suo No alle primarie per non lacerare ulteriormente un "corpo già indebolito"; primarie che andrebbero a creare ulteriori divisioni e ostacoli ad una più ampia coalizione, necessaria per arrivare al 50% più uno previsto dalle amministrative.
Sì a una personalità nuova che sia in grado di unire il centro sinistra tutto, una persona con chiare idee sul sociale che allarghi il proprio consenso a tutti, e conclude con un riferimento al famoso "Ps Grillino" su Marco Grondacci: "Dopo che i 5 Stelle hanno fatto un "passaggio a vuoto" che ci ha rimesso relativamente in vantaggio, non approfittarne e dividerci ancora con primarie pericolose non ha senso, bisogna valorizzare con un'ampia unità le nostre idee comuni".

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