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Il Comune della Spezia contro il Piano casa della Regione: pronta una delibera per limitarne gli effetti e l'Assessore Ruggia si appella al Parco delle Cinque Terre: "Faccia altrettanto" In evidenza

Una delibera che limiti gli effetti del Piano Casa approvato dalla Regione Liguria: è la strada seguita dal Comune della Spezia che si avvia a portare in Consiglio Comunale il testo licenziato dalla seconda commissione.

 

E' l'Assessore alla pianificazione territoriale del Comune della Spezia Cristiano Ruggia a spiegare le motivazioni alla base della scelta ed i contenuti principali del tetso della delibera:

"Ricordo che l'iter legislativo di approvazione delle modifiche al Piano Casa è stato assai travagliato e ha visto l'opposizione di molte Amministrazioni, Comitati, Associazioni di protezione ambientale di livello nazionale, WWF, Legambiente, Italia Nostra, Lipu, FAI, Istituto Nazionale di Urbanistica.
Nonostante queste forti preoccupazioni da più parti rappresentate e il voto contrario del Consiglio delle Autonomie Locali (C.A.L.), la nuova Legge sul Piano casa è stata approvata stabilendone l'applicazione a tempo indeterminato e in via derogatoria rispetto ai piani urbanistici vigenti fino all'inserimento negli stessi di specifica disciplina di agevolazione degli interventi di adeguamento e rinnovo del patrimonio edilizio esistente.
Il piano casa era transitorio e lo si è voluto far diventare strutturale.

La delibera che proponiamo contrasta per quanto si possa la Legge escludendo in toto il Piano Toti. Abbiamo lavorato per contrastare il tentativo di espropriare di fatto il nostro Comune dal proprio diritto di pianificare e governare il territorio. Abbiamo cercato di azzerare gli elementi del piano casa in contrasto con i nostri indirizzi, convinti che la pianificazione territoriale non sia un ostacolo da superare ma uno strumento fondamentale per il futuro di un territorio e di una comunità.
La nuova Legge sul Piano casa, infatti, mette a rischio aree naturalisticamente e paesaggisticamente pregiate che solo un'attenta ed equilibrata politica urbanistica permette di preservare e tutelare. Politica urbanistica che rischia di venire vanificata da interventi di ampliamento, demolizione e ricostruzione decontestualizzati da una visione complessiva di salvaguardia del territorio.


Stiamo lavorando però con il nuovo PUC al fine di trasformare il meccanismo derogatorio in uno strumento di pianificazione indirizzando la norma di piano verso incentivi di riqualificazione a favore di zone a rischio e degradate della nostra città.


Abbiamo escluso dall'applicazione degli articoli 3 e 4:

· l'intero territorio collinare in quanto gli ampliamenti edilizi sono già prevista dal nostro PUC ma collegati alla manutenzione ordinaria del territorio con lo scopo di contribuire alla mitigazione del rischio idrogeologico, al recupero di beni territoriali, alla qualificazione dell'ambiente e del paesaggio collinare, riducendone le condizioni di degrado e di abbandono. Il piano casa invaliderebbe l'efficacia di quanto previsto già da tempo dalla variante colline che concorre, assieme ad altre misure, all' obiettivo dell'amministrazione di costituire un "Parco della Collina" inteso come sistema integrato di progetti di valorizzazione del territorio basati sulla qualità.

· Servizi pubblici di progetto, per ragioni evidenti di salvaguardia nei confronti della destinazione d'uso pubblicistica delle aree.

· Nelle aree edificabili di ricomposizione urbana e nei distretti di trasformazione, per ribadire la necessità di conseguire assetti urbanistici ed ambientali più organici e di migliore qualità e per garantire il conseguimento delle aree destinate ad uso pubblico.

· gli ambiti di conservazione in area urbanizzata così come tutti gli edifici isolati classificati di pregio e valore storico testimoniale, ( A1, A2; A3) nonché tutte le emergenze . La motivazione evidentemente risiede nella necessità di tutelare i centri storici dalla possibilità di ampliamento degli edifici, derogatoria rispetto alle regole di conservazione, che ne comprometterebbe l'integrità.

· E gli ambiti urbani di valore storico che emergono dalle ricognizioni propedeutiche alla revisione del PUC e rese pubbliche nell'ambito del processo partecipativo perché rientrano nel sistema dei valori storici locali da tutelare.

Rimane purtroppo un impedimento a pianificare le demolizione ricostruzioni di cui agli art 6 e 7 nonostante ci siamo battuti in sede ANCI per una loro regolamentazione.


Ricordo in caso di demolizione e ricostruzione con incremento volumetrico è consentito accorpare più edifici e delocalizzarli con cambio di destinazione d'uso e frazionamento delle superfici in deroga al Piano regolatore.
Le contromisure sono riconducibili ad una attenta classificazione puntuale degli edifici per cui no né espressamente prevista la demolizione da nostro PUC.
Il piano a tutela del patrimonio edilizio storico e della collina esclude la possibilità di demolizione di manufatti di rilevante valore storico mentre lo rende possibili su edifici recenti di cattiva qualità architettonica ed edilizio.


In ultimo, rivolgo un appello al Parco delle Cinque Terre di mettere in atto altrettanti strumenti di contrasto al Piano Toti anche alla luce dell'avvenuta predisposizione da parte tecnica dell'Amministrazione comunale della Spezia del recupero del territorio di Tramonti che si inquadra nell'ambito della tutela dei territori del sito Unesco per il quale è invocata una uniformità di pianificazione dei luoghi di pregio.


La delibera è stata licenziata nella seconda commissione presieduta da Paolo Carro e il 22 febbraio andrà in Consiglio comunale. Un ringraziamento particolare voglio rivolgerlo proprio alla II Commissione che continua nella direzione della salvaguardia ambientale e paesaggistica che ha caratterizzato tutta la azione politica dei lavori ed, in questo caso, in forte contrasto con la sconsiderata deregulation di Toti"

 

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