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Michelucci: "Lotta a mafia e criminalità organizzata è battaglia culturale e dovere dettato da situazione economica" In evidenza

Intervento di Juri Michelucci, assessore con delega alle Politiche per la cultura della legalità, in occasione della presentazione del rapporto sulla mafia in Liguria realizzato dalla Fondazione Caponnetto.-

Il rapporto sulla mafia in Liguria realizzato dalla Fondazione Caponnetto che oggi viene presentato è un lavoro molto prezioso poiché è evidente a tutti che i fenomeni legati alla criminalità organizzata possono essere contrastati efficaciemente soltanto laddove se ne conoscono meccanismi e dinamiche. E laddove si attuano misure concrete di contrasto alla corruzione, vero e proprio prodomo su cui si fonda qualsiasi organizzazione mafiosa.

 

La lotta alla mafia, alla criminalità organizzata e, più complessivamente, ai fenomeni corruttivi costituisce da un lato una doverosa battaglia culturale e dall'altro un imperativo dettato dalle condizioni economiche nelle quali versa il nostro paese, stretto com'è nella morsa del pesante debito pubblico. Si stima infatti che le dinamiche mafiose sottraggono ogni anno 130 miliardi di PIL, oltre al valore dei beni che ogni anno vengono sottratti alla mafia.

E' evidente che la diffusione di una cultura per la legalità è fondamentale per ristabilire un senso comune che indigni la società di fronte alla criminalità organizzata.
Il principio di legalità si fonda sull'assunto che tutti gli organi dello stato sono tenuti ad agire secondo la legge e che il potere deve essere esercitato in modo discrezionale ma non arbitrario. Si tratta di un valore imprescindibile, un caposaldo del garantismo nelle moderne costituzioni poiché la sua applicazione implica una garanzia per i cittadini nei confronti degli abusi e delle decisioni arbitrarie.
Inoltre, si tratta di un concetto legato a filo doppio alla partecipazione e al coinvolgimento dei cittadini. Pur essendo, tuttavia, ormai universalmente acquisito nel vocabolario politico ad ogni latitudine, è ancora lontano, purtroppo, dall'essere perseguito in modo sistematico e naturale nella pratica quotidiana.

Troppo spesso il perdurare di comportamenti e procedure poco trasparenti alimenta piccole e grandi sacche di illegalità, talvolta accettate passivamente anche da chi, pur rendendosi conto del proprio dovere morale, finisce per agire come se fosse impossibile far valere i diritti sanciti dalla legge, il più delle volte trincerandosi dietro alibi quali l'opprimente peso dello stato piuttosto che la lentezza della burocrazia.
Ed ecco, allora, il diffondersi di condotte opache perpetrate a diversi livelli, l'avvio di pratiche clientelari che spesso permeano interi tessuti economici e sociali, tanto più pericolose quanto più percepite come pratiche normali destinate, invece, a ledere in modo irreversibile i diritti di tutti e a sancire la diffusione della cultura dell'irresponsabilità civile.

Il compito delle istituzioni, a partire dagli Enti Locali, da un lato, deve rivolgersi al contrasto di tutte le forme di illeciti e, contestualmente, indirizzarsi verso la prevenzione di tali fenomeni. Promuovere la "cultura della legalità" e, conseguentemente, la lotta a tutti i fenomeni mafiosi significa operare forti politiche di sensibilizzazione e, nel contempo, farsi interpreti e protagonisti di comportamenti virtuosi che costituiscano validi esempi da seguire.

La nostra consapevolezza è che gli unici veri deterrenti al proliferare di fenomeni contrari alla giustizia e alle norme di civile convivenza, sono la corresponsabilità, la partecipazione ai processi decisionali che devono essere il più possibile trasparenti, la cura verso la cosa pubblica. E' necessaria un'azione quotidiana e una continua attenzione affinchè gli interessi individuali tornino ad essere subordinati ai bisogni collettivi e denaro e potere non si concentrino sempre e solo nelle mani di pochi.

Noi però questa partita la vogliamo giocare anche nella nostra città con consapevolezza e serietà, unendo i nostri strumenti a quelli delle associazioni, delle scuole, degli studenti, di tutti i cittadini, dei giovani ai quali abbiamo il dovere di assicurare un futuro di giustizia e di fornire, comunque, esempi di rettitudine e buon governo.

C'è bisogno di un'azione sinergica e coordinata e anche di proposte e contributi che partano dal basso e che siano, perciò, rispondenti concretamente alle esigenze dei cittadini. La nostra amministrazione lavora da tempo al fianco della locale Consulta per la Legalità, proprio perché riteniamo che è solo unendo le forze che si possono efficacemente prevenire e contrastare certi fenomeni. Serve il concorso di tutti, anche nelle più semplici condotte quotidiane.
Abbiamo lavorato in questi mesi per mettere in atto azioni concrete. Per esempio l'approvazione del Regolamento No-Slot che ci ha consentito di dare un segnale forte contro il sistema del gioco d'azzardo, un settore capace di muovere miliardi di euro, di generare pericolose patologie e spesso sotto il controllo di clan malavitosi.

Si tratta di uno strumento, mutuato sulla scia di esperienze analoghe fatte in altri comuni, del quale andiamo molto fieri poiché grazie ad esso l'amministrazione torna ad essere protagonista in materia di rilascio delle autorizzazioni. Tra i punti salienti del nuovo regolamento ci sono: il rispetto delle distanze (almeno 300 metri a piedi) dai luoghi sensibili (scuole, luoghi di culto, impianti sportivi, centri giovanili, strutture socio-sanitarie, attrezzature balneari e spiagge).

Inoltre, al fine di tutela della salute pubblica, per evitare che la disponibilità immediata di denaro contante costituisca incentivo al gioco, all'interno del locale non potranno essere presenti sportelli bancari, postali o bancomat e non potranno essere aperte sale nel raggio di 100m da sportelli bancari, postali o bancomat, né agenzie di prestiti di pegno o attività in cui si eserciti l'acquisto di oro, argento od oggetti preziosi; divieto attività negli immobili di proprietà della civica amministrazione, che opererà inoltre affinché analogo divieto venga introdotto con riferimento agli immobili delle società partecipate della stessa e nei chioschi su suolo pubblico. Il Regolamento prevede anche l'obbligo di installare gli apparecchi o congegni, all'interno dei circoli privati con somministrazione, in posizione non adiacente all'area di somministrazione e da essa separata funzionalmente per i circoli privati che non hanno sede in edifici di proprietà pubblica.
Riguardo al rispetto delle distanze dai luoghi sensibili alla scadenza dell'autorizzazione dovranno adeguarsi a quanto previsto dalla normativa mentre i titolari di "sale giochi", che al momento dell'entrata in vigore del presente regolamento si trovino in difformità con le norme in esso contenute dovranno regolarizzare la loro posizione entro sei mesi dalla sua entrata in vigore pena la chiusura definitiva dell'attività.

E ancora l'approvazione del Piano triennale di prevenzione della corruzione e dell'illegalità per il triennio 2014-2016, il piano per la trasparenza amministrativa, del codice comportamentale dei dipendenti pubblici e la recentissima approvazione del codice etico per gli amministratori, altro impegno che siamo riusciti a concretizzare.

Quest'ultimo prende le mosse e sviluppa i principi contenuti nel Codice Europeo di comportamento per gli eletti locali e regionali e intende essere una risposta a possibili fenomeni di corruzione al fine di ripristinare il rapporto fiduciario tra cittadino e politica, che pare essersi infranto in questi ultimi anni e che ha portato ad una crescente disaffezione dei cittadini nei riguardi della politica e della "cosa pubblica" in genere. Un codice etico, è ovvio, non è una raccolta di leggi né si presenta, per sua natura, giuridicamente vincolante. Non si tratta di un atto legislativo. Tuttavia, è indubbio che le condotte in esso codificate ed esemplificate sottendano specifici obblighi (o divieti) sanciti da norme di legge. Anzi, può dirsi che traducono in condotte ben definite e chiare quegli obblighi normativi, rivestendoli di concretezza. D'altro canto, non si deve pretendere di ritenerlo esaustivo di tutti i comportamenti da tenersi da parte del politico-pubblico amministratore, ma semplicemente quel quid etico minimo, che si aspetterebbe da chiunque si trovi a dover gestire la "cosa pubblica".

Si tratta di principi generali di esercizio del mandato, volti a evitare pratiche clientelari, a normare possibili conflitti d'interesse, l'esercizio di competenze discrezionali, il cumulo di mandati politici, il rispetto della disciplina di bilancio e finanziaria, norme in materia di campagna elettorale e di limitazione e dichiarazione delle spese elettorali, la pubblicità e la motivazione delle decisioni e ancora alcune regole calate sul contesto locale come per esempio l'abolizione dei pass per gli amministratori.

Si tratta di misure complementari l'una all'altra che ci consentono di individuare i settori nei quali si annida il rischio corruttivo come quelli che implicano l'erogazione di benefici e vantaggi economici, il rilascio di autorizzazioni e concessioni, le procedure di impiego e utilizzo del personale, gli incarichi e le consulenze, i possibili conflitti di interesse. Contestualmente rendiamo veramente trasparente, attraverso la pubblicazione on-line, l'azione amministrativa, la situazione economica e patrimoniale dei titolari di incarichi politici, tutti gli atti assunti dall'amministrazione e dati ad essa relativi in formato aperto e accessibile a tutti.

Da ultimo, in ordine di tempo, sono in corso le procedure per l'assegnazione dei due immobili confiscati alla criminalità organizzata che insistono sul territorio sarzanese. Si tratta di una villa e di un appartamento per la gestione dei quali, in accordo proprio con la Consulta per la Legalità, è stato emanato un bando attualmente aperto con scadenza fissata al prossimo 28 marzo. Una procedura trasparente ed imparziale alla quale potranno partecipare le associazioni, con finalità d'uso stabilite dal bando stesso come per esempio l'ospitalità turistica, la valorizzazione agricola e ambientale, la promozione di attività socio- culturali, la promozione di attività a contrasto dell'emarginazione, attività legate a nuove imprese sociali.

Complessivamente riteniamo che queste tematiche destinate a minare la legalità e che producono un elevato costo sociale meritino una forte azione politico-amministrativa. Nel nostro piccolo stiamo cercando di fare la nostra parte, con i mezzi che abbiamo a disposizione.
E' auspicabile che esperienze di questo tipo possano riprodursi numerose anche in altre realtà. Perché esse costituiscono anche dei segnali inequivocabili di quanto un' Amministrazione vuole lasciare sul territorio e soprattutto di ciò che non accetta e contrasta. In nome della libertà di ciascun individuo e dell'affermazione di diritti indispensabili per la costruzione di una società più giusta, libera e democratica.

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