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Area Enel, a rischio il progetto per la produzione di idrogeno: i timori e le richieste del PD In evidenza

Il Partito Democratico torna a chiedere all'amministrazione perchè abbia abbandonato il piano Futur-E e di costruire una proposta insieme alla città.

Lo scorso luglio abbiamo richiesto una commissione sul destino dell'area Enel, mossi dal timore che il Protocollo d'Intensa di giugno costituisse poco più di una mera controfirma del Comune alla volontà calata dall'alto da Enel.

Oggi, dopo aver chiesto chiarimenti in quella sede sul contenuto e sulle tempistiche del Protocollo, avendo ascoltato ente e società, possiamo dire che i nostri timori erano fondati.

Così come erano fondate le sempre più insistenti e preoccupanti indiscrezioni degli ultimi giorni sul possibile disimpegno rispetto allo sviluppo dell'idrogeno verde, che del Protocollo è l'oggetto principale. Enel S.p.A, infatti, ha dichiarato che tale possibilità "è soggetta a valutazioni in merito alla sua sostenibilità economica". L'impressione, abbastanza lampante, è che il fulcro della progettualità proposta, su cui si sarebbe dovuto basare il rilancio e la riconversione industriale delle aree della Centrale, sia naufragato ancor prima di salpare.

Certo gli spezzini, dopo aver sentito la favola di Spezialand, si sono abituati a sentirne di tutti i colori su Vallegrande: in questi sette anni il Sindaco ha consentito ad Enel di imprimere scelte unilaterali sul destino della città con un atteggiamento ai limiti del surreale. Nel 2015 era stato lasciato un lavoro strutturato, un progetto avviato con il governo nazionale, le parti sociali ed Enel stessa, chiamato Futur-E. Un progetto finalizzato a dare un futuro concreto al sito nel solco della green economy, corredato da studi di Enea che avevano evidenziato gli scenari di riconversione produttiva più profittevoli per il nostro territorio, coinvolgendo importanti settori dell'economia locale. Non si è ancora compreso perché il centrodestra, dopo aver vinto le elezioni, non abbia fatto tesoro di questo lavoro con cui si sarebbe potuta creare una ricchezza unica, tutta spezzina. Tutto ciò senza mai dare una spiegazione, nonostante i numerosi momenti di discussione e proposta.

Non si comprende anche perché oggi rischiamo di dover ripartire da zero, ma nel bel mezzo di una crisi geopolitica ed energetica, ed il rischio si fa sempre più concreto, perché quello che è emerso ieri è che non ci siamo trovati di fronte ad un Protocollo di intesa frutto di una proposta della città - enti locali, mondo produttivo e del lavoro, associazioni, ma ad ipotesi subite dall'amministrazione comunale senza possibilità di replica e contraddittorio.

Enel ha poi sfatato, ieri, anche il mito del merito di questa amministrazione nella dismissione del 2021, affermando a chiare lettere (come già sapevamo) che si è potuta verificare "in conseguenza dell'Autorizzazione Integrata Ambientale del 2013". Insomma, un fallimento su tutta la linea.

Come accade per molte altre grandi questioni, è manifesta la subalternità del Sindaco e pertanto della città alle volontà, alle convenienze ed alle impostazioni provenienti dall'esterno. Dall'ambiente alla sanità tutto deciso a Roma e a Genova, la città assiste ed in alcuni casi annuisce e sottoscrive. Lo riteniamo umiliante per tutti, una situazione che preoccupa moltissimo anche l'opposizione, comunque classe dirigente responsabile della città. L'assenza di una strategia e di una regia, l'incapacità di declinare al futuro la propria politica amministrativa, rischiano seriamente di compromettere i prossimi decenni.

Per tutte queste ragioni non ci arrendiamo: chiederemo al Sindaco un sussulto, un'azione di coraggio per difendere quegli spazi dalle prospettive desolanti che si stanno sempre più delineando.

Occorre costruire una proposta della città con la città, una proposta che tenga conto complessivamente dello sviluppo futuro che si immagina, restituendo la voce ad una comunità che ha dato molto negli ultimi sessant'anni.

È necessario, soprattutto, che chi rappresenta questa comunità nelle istituzioni pretenda che l'azienda realizzi azioni concrete, prima fra tutte la bonifica del sito, oltre alla previsione di una riconversione nel solco dello sviluppo sostenibile.


Gruppo consiliare Partito Democratico

 

 

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