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Presidenza del Parco 5 Terre: quando la politica non si fa delle semplici domande In evidenza

di Umberto Costamagna - Quale è il vero problema, il cuore della questione?

Ormai la decisione è stata presa: come da previsioni, il Consiglio comunale della Spezia ha dato mandato al sindaco Peracchini di richiedere all’Ente Parco delle Cinque Terre (di cui Peracchini è membro della Comunità del Parco che, lo ricordiamo, è “organo consultivo, proposito e deliberante”) per richiedere le dimissioni di Donatella Bianchi che ha scelto di correre per la presidenza della Regione Lazio come candidata dei 5 Stelle.

Su questo tema l’altra sera in Consiglio si sono ascoltati per ore tanti consiglieri di maggioranza e minoranza, in una sorta di ping pong di pareri, valutazioni, proposte.

Tutte (o quasi) corrette, tutte giustificate, tutte giustificabili…“Spezia non deve subire il Parco ma deve operare in sinergia politica e dunque Donatella Bianchi…”, “Il Parco non va gestito come una Disneyland e dunque Donatella Bianchi…”, “Anche il comune capoluogo del Parco deve farsi sentire e dunque Donatella Bianchi…”, “Il Presidente del parco non è una figura qualsiasi ma il vertice e dunque Donatella Bianchi…”, “In questo momento l’equilibrio del Parco è fragile e dunque Donatella Bianchi…”, “Dobbiamo dare un indirizzo politico alle attività del Parco e dunque Donatella Bianchi…”, “Il Presidente ha dichiarato che le sue ragioni di vita sono… e dunque Donatella Bianchi…”, “Sono contrario ai doppi incarichi e dunque Donatella Bianchi…”.

Mille ragioni, o mille pretesti (ripeto: quasi tutti sensati) per dichiararsi favorevoli o contrari alla richiesta di dimissioni dell’attuale Presidente.

Ma quale è il vero problema, il cuore della questione?

L’Ente Parco è una realtà importante per la nostra provincia e non solo: 14 milioni di euro l’attivo economico del bilancio 2021 (valore della produzione), 12,6 milioni di costi, un disavanzo positivo di quasi un milione e mezzo che, con i proventi straordinari arriva a 10 milioni e 600 mila euro: insomma, non proprio bruscolini.

Se a questi numeri si aggiunge la sua importanza turistica si capisce bene come la presidenza di un ente come il Parco possa rappresentare una realtà su cui la politica vuole dire la sua. E dunque contrapporsi, trasformando quella che dovrebbe essere la ricerca del bene comune (quello del Parco e dunque della comunità) nella solita bagarre pseudopolitica: da una parte lo schieramento di sinistra questa volta insieme ai pentastellati che mira a conservare la Bianchi alla presidenza, dall’altra il centro destra che punta al cambiamento del Presidente per poter nominare una persona a loro più vicina e congeniale, ora che al Ministero dell’Ambiente (che deve nominare il Presidente “d’intesa con il Presidente della Regione”) c’è un rappresentante del centro destra (e non più un grillino come nel momento della nomina della Bianchi nell’agosto 2019.

Insomma il solito, stucchevole, giochino che non diventa di certo nobile solo chiamandolo in inglese spoil system. E se mettessimo da parte l’argomentazione politica e provassimo a rispondere a delle semplici e banali domande come farebbe qualsiasi cittadino? Ci proviamo.

Domanda: Donatella Bianchi fino ad ora ha operato bene?
Risposta: Sì. Ovvio che si possa sempre fare di più e meglio ma è così.
Domanda: La sua figura per il Parco è un fattore importante di immagine anche a livello mediatico e internazionale?
Risposta: Sì.
Domanda: È pensabile che il Presidente della Regione Lazio possa gestire bene il suo ruolo e insieme quello di Presidente del Parco delle Cinque Terre, provincia della Spezia?
Risposta: No.
Domanda: Donatella Bianchi è stata eletta Presidente della Regione Lazio?
Risposta: No. Le elezioni si terranno domenica 12 febbraio.

E allora per il momento aspettiamo l’esito delle urne laziali e poi credo che lo scenario sarà più chiaro per tutti, destra e sinistra. A quel punto, a giochi finiti, la riflessione potrà essere più semplice e la decisione più unanime. O almeno speriamo. Aggiungiamo un’ultima postilla: al di là di tutte le considerazioni c’è la legge. In particolare, un decreto legislativo molto chiaro. Il numero 39 dell’8 aprile 2013. Sarà il caso che, a urne chiuse, ce lo andiamo a rileggere…

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