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"NO al piano regionale dei rifiuti e alla politica dei biodigestori", incontro ad Arcola In evidenza

Organizzato dal PD contro il progetto Boscalino.

Mercoledì 14 settembre alle ore 21 al Circolo Arci di Baccano, il circolo Pd di Arcola organizza un incontro pubblico sul nuovo Piano regionale dei rifiuti che individua Boscalino tra i siti idonei ad ospitare il biodigestore per il trattamento dei rifiuti umidi. Partecipano all’incontro il sindaco di Arcola Monica Paganini, il consigliere regionale Davide Natale, la responsabile provinciale Pd Renata Angelinelli e Daniele Montebello, sindaco di Castelnuovo e candidato alla Camera.

L’incontro pubblico segue il Concerto della Pace, tenuto venerdì 2 settembre, organizzato dal Pd nello scenario del parco comunale della Mondoteca, in località il Pozzo di via Valentini al Ponte di Arcola, evento seguito da un pubblico numeroso, sulle note del gruppo musicale acustico Ora4 Acoustic Cover Band.

L’invito alla partecipazione all’incontro di mercoledì 14 settembre è accompagnato da una nota. Il documento, in estrema sintesi, dice “no al Piano regionale dei rifiuti mancante di seri obiettivi di riduzione, differenziazione e riciclo dei rifiuti. No a un piano che punta sui mega biodigestori (sul nostro territorio sono stati individuati a Saliceti e, in alternativa, a Boscalino) ed un inceneritore piuttosto che investire sull’esistente riconvertendo gli impianti e su tecnologie a basso impatto. No a scelte che favoriscono Genova e penalizzano la nostra provincia come l’indicazione di una mega impianto a Boscalino”.

 

LA NOTA POLITICA DEL CIRCOLO PD DI ARCOLA ALLA BASE DELL’EVENTO

L’estate che abbiamo vissuto, la più calda da 500 anni, dimostra quanto sia urgente la transizione ecologica da un modello di sviluppo che ha alterato l’ambiente ad un nuovo che sia sostenibile. Si tratta della sfida principale ed urgente che le nostre società devono affrontare per difendere la vita del nostro pianeta. La gestione dei rifiuti costituisce una frontiera importante della transizione.  Per produrre beni e servizi con risparmio di risorse naturali. Per smaltire correttamente i rifiuti e trasformarli in nuove risorse piuttosto che distruggerli con inceneritori o ammassarli in discariche. 

Tutto ciò che il nuovo Piano Regionale dei Rifiuti approvato dalla Giunta Regionale di centrodestra della Liguria non ha affrontato con serietà, ponendo obiettivi risibili di riduzione e differenziazione dei rifiuti. Per fare un esempio l’obiettivo stabilito del 67% di raccolta differenziata confrontato con l’80% fissato dalla Regione Emilia-Romagna che ha il triplo della popolazione ligure, è l’emblema della scarsa attenzione alla politica ambientale introdotta, non solo sul tema dei rifiuti, dal centrodestra regionale e nazionale. Non solo scarsi obiettivi ma anche strumenti sbagliati, tra cui il gigantismo degli impianti di smaltimento (sia dei rifiuti indifferenziati che di quelli umidi) sovradimensionati rispetto alla domanda dei bacini provinciali di riferimento e quindi destinati ad allargare i conferimenti fuori provincia con incremento della pressione sul trasporto, sul consumo di suolo e più in generale dell’impatto ambientale sulle sedi di smaltimento. E così il ricorso all’incenerimento per trattare gli elevati scarti dell’indifferenziato, che in barba alla difesa del clima riporta la lancetta delle politiche di smaltimento agli anni Novanta.

La nostra provincia che risulta la più virtuosa per raccolta differenziata con il suo alto 75% dovrà in virtù del piano regionale accollarsi l’onere di ospitare i rifiuti indifferenziati ed umidi della provincia di Genova che in termini di differenziazione raggiunge un misero 45% e non ha mai realizzato impianti di trattamento diversi dalle discariche.

E l’ospitalità dovrà essere assicurata da Saliceti di Vezzano Ligure che da anni ospita un impianto di trattamento per indifferenziati da oltre 100.000 ton sovradimensionato rispetto alle necessità provinciali di poco superiori alle 25000 ton. e che dovrà altresì realizzare un biodigestore da 60.000 ton. /anno, il triplo della produzione di umido degli spezzini con una ipotesi di riserva localizzativa a Boscalino di Arcola qualora la realizzazione sia bloccata dai ricorsi amministrativi in corso. 

I giri di parole del piano regionale tacciono sui rilevanti costi ambientali ed economici che ricadranno sul nostro territorio e sulle tasche dei nostri cittadini, senza considerare minimamente alternative possibili e sostenibili a livello ambientale ed economico.

Sulle seguenti proposte sfidiamo il centrodestra a misurarsi ed a tal fine sosteniamo: 1) Una gestione dei rifiuti nei luoghi più prossimi a quelli di produzione. 2) Una raccolta differenziata spinta che traguardi almeno l’80% di raccolta differenziata responsabilizzando cittadini, imprese e comuni. 3) La ristrutturazione degli impianti esistenti, tra cui: quello TMB di Saliceti, per impiegare le capacità residue (oltre 75.000 ton/anno) per trattare l’umido provinciale (ca 20.000 ton/anno) in termini di compostaggio ed   i residui del trattamento indifferenziato al fine recuperare soprattutto le plastiche dure, per accogliere eventuali rifiuti da fuori provincia purché a compensazione dell’accoglienza di nostri scarti nelle loro discariche. Quello di Boscalino per realizzare un centro locale del riciclo dei rifiuti RAEE dopo la differenziazione.

In sostanza con queste scelte possiamo chiudere il ciclo dei rifiuti senza necessità di biodigestori a Saliceti o Boscalino, senza necessità di inceneritori perché tutto il residuo è minimizzato ed inertizzato, senza discariche per il territorio perché accogliamo rifiuti da altre province sotto condizione come ricordato, con recupero dell’umido compostato, delle plastiche e dei rifiuti elettrici ed elettronici.

Con impatto ambientale nullo in termini di consumo di suolo ed emissioni in atmosfera. Con una riduzione di costi altissima che si riversano nel risparmio in bolletta per i cittadini e le imprese, perché si risparmiano i 50 milioni di euro del nuovo biodigestore e si può accedere ai fondi del PNRR in quanto il progetto di revamping rientra totalmente nei criteri di economia circolare sostenuti dall’Unione Europea.  

Di contro le proposte del Piano mostrano la scarsa sensibilità politica del centrodestra sui temi della sostenibilità ambientale, come peraltro attestato dal gruppo di scienziati esperti di politiche sul clima e l’energia coordinato dal Politecnico di Milano che recentemente ha analizzato i programmi depositati al ministero dell’Interno e ha dato i voti agli impegni presi dai principali partiti in questa campagna elettorale.  In questo esame Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico risultano essere le forze politiche che complessivamente hanno il più alto indice di impegno climatico ed all’ultimo posto troviamo invece la coalizione di centrodestra.


PD Arcola

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