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“Con la Cultura non si mangia: FALSO!”, a Sarzana la professoressa Dubini spiega perchè In evidenza

Incontro organizzato dal Circolo Pertini.

Giovedì 7 Febbraio alle ore 17,30 nella sala del consiglio comunale di Sarzana la professoressa Paola Dubini, docente di Management all’Università Bocconi di Milano terrà una conferenza, organizzata dal circolo Pertini di Sarzana, di presentazione del suo ultimo libro “Con la Cultura non si mangia: FALSO!” edizioni Laterza.

"Viviamo in tempi bui - spiega il Presidente del Circolo Pertini Nicola Caprioni - nei quali la cultura viene non solo trascurata, ma persino vilipesa. Un tempo c’era un grande rispetto verso le persone di cultura, la loro opinione era tenuta in grande considerazione. Oggi si tende a far emergere elementi di superficialità e di non approfondimento. Le verità non sono frutto di ricerche e di studi, ma, spesso, sono apprese tramite notizie apprese sui social network e spesso si tratta di notizie false e prive di verifica. Spesso chi meno sa è più supponente e pensa di avere in tasca una sorta di verità assoluta. Gli intellettuali e le persone di cultura sono definiti spregiativamente “radical-chic”. Elemento comune di questi luoghi comuni è proprio quello a cui questo convegno e il libro della Dubini intendono rispondere “Con la cultura non si mangia”.


L’iniziativa ha il patrocinio dell’amministrazione comunale sarzanese e viene realizzata nella sala del consiglio comunale di Sarzanama Caprioni ribadisce: "Non siamo assolutamente apolitici e la nostra collocazione ideale è palese a partire dal nome del compagno Pertini, al quale abbiamo dedicato il circolo. Tuttavia siamo un’associazione apartitica e non riteniamo nostro compito quello della polemica politica quotidiana. In questo senso vogliamo offrire la nostra collaborazione alle amministrazioni locali, che, lo ricordo, rappresentano tutti i cittadini, per provare ad arricchire il patrimonio culturale comune di tuttii. Il patrocinio dell’amministrazione comunale ci ha fatto molto piacere e ci auguriamo che la signora sindaco possa trovare anche lo spazio per un saluto alla nostra iniziativa. Non amiamo la politica urlata, quella di chi gioca alla drammatizzazione o alla denuncia continua. Preferiamo un lavoro a lungo termine, che punti ad offrire pubblicamente opportunità di crescita culturale, di approfondimento e di dibattito, rispetto alla ricerca di “effetti speciali”.

Poi Caprioni anticipa qualcosa sul libro che sarà presentato: "Non è un manifesto politico! E’ il frutto di un lavoro di lunga lena. La Dubini è una studiosa delle dinamiche economiche dell’industria culturale e ha cominciato a lavorare a questo progetto in tempi assolutamente insospettabili. Esso riporta dati di grande interesse, statistiche, confronti con altri paesi. Elementi di conoscenza importanti, che potrebbero essere di grande aiuto ad amministratori locali e non solo, ma anche a insegnanti e personale scolastico, ad associazioni e a molti altri soggetti. Il momento in cui il libro è uscito, presso una delle più prestigiose case editrici italiane, ha tuttavia fatto assumere alla pubblicazione un ruolo di manifesto politico a difesa della cultura, che non era nelle intenzioni iniziali dell’autrice. Questo è stato anche elemento di grande successo editoriale per il libro, che per un libro di saggistica ha risultati di vendita più che buoni".

Prosegue Caprioni: "Nostra ambizione è quella di offrire opportunità o anche di suggerire possibilità. Mi sembra incontestabile che una delle possibilità di sviluppo di Sarzana e della Val di Magra possa proprio risiedere nello sviluppo dell’economia culturale. I cicli economici del passato, agricolo prima e industriale poi sono finiti e anche il fortunato ciclo dell’economia terziarizzata trova nei tanti negozi chiusi e sfitti la testimonianza che anche questo ciclo volge al termine. A Sarzana abbiamo istituti superiori, diversi capisaldi come il teatro, la forte presenza di associazioni culturali operanti in più campi, festival come quello dedicato alla lirica, che stanno assumendo sempre più una valenza internazionale, c’è un piccolo cinema con un’alta qualità dei programmi e un cineforum che ha più di 50 anni, due piccoli ma qualificati musei, il festival della mente e tanto altro. Poi potremmo parlare del patrimonio culturale che è immenso, pensiamo agli scavi di LUNI antica, alle 2 fortezze sarzanesi, ai castelli di Lunigiana, al crocefisso di Mastro Guglielmo, alle chiese, ai palazzi e alle opere d’arte, ma anche allo straordinario patrimonio della biblioteca del seminario. Certo occorrono iniziative, queste realtà vanno messe a sistema.
Le nostre peculiarità andrebbero organizzate e bisognerebbe creare un sistema per offrirle. Penso alla cultura materiale dei prodotti tipici e dei piatti tradizionali della nostra cucina. Bisogna lavorarci, cercare le denominazioni controllate, proporre panieri, valorizzarle con opportune pubblicazioni. L’esperienza delle grandi mostre andrebbe ripresa con decisione. Non è il caso di riaprire vecchie polemiche, non pretendiamo certo di avere il monopolio delle ricette giuste, ma sicuramente le città che hanno puntato e investito seriamente in questo settore, oggi hanno ritorni straordinari. Mi ha colpito molto il dato delle presenze turistiche in Italia che, a dispetto delle straordinarie e famose città d’arte come Roma, Firenze, Napoli e Venezia, colloca al primo posto come presenze turistiche Milano. Poi pensiamo che a Milano ci sono le più importanti mostre italiane, uno straordinario tessuto culturale, la fiera, tre università qualificate e La Scala e capiamo che non dobbiamo sorprenderci".


Conclude il Presidente: "Secondo studi recenti l’industria culturale italiana (Cinema, teatri, editoria, giornali, musei, biblioteche, ecc.) produce il 3,6% del PIL italiano, se a questo dato si aggiungesse quello della scuola e delle Università la percentuale crescerebbe ancora, inoltre andrebbero considerate le ricadute positive che l’industria culturale genera, in particolare quelle sull’industria turistica. L’occupazione culturale sta evolvendo, comprende mestieri tradizionali come quanti lavorano nei settori sopra descritti, o come guide, facilitatori e altro, ma anche mestieri a forte contenuto d’innovazione tecnologica come quelli di chi lavora su internet, nella realizzazione di realtà virtuali, simulatori o anche nella digitalizzazione di un immenso patrimonio storico culturale al fine non solo di migliore conservazione, ma anche di possibilità di fruizione. Oggi, sempre più spesso, vengono richieste conoscenze interdisciplinari che mettano insieme una forte preparazione culturale tradizionale con capacità tecnologiche sempre più avanzate. In questi mestieri vedo importanti possibilità di occupazione e di soddisfazione per moti giovani".

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