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"La xilografia italiana", una mostra spezzina a Bayreuth In evidenza

La Spezia – Bayreuth: nei giorni scorsi una delegazione del Comune della Spezia, composta da Susanna Ognibene e Marzia Ratti, rispettivamente vice Presidente e direttore dell'Istituzione per i Servizi Culturali, e Chiara Cozzani Presidente dell'associazione italo-tedesca della città si è recata a Bayreuth per l'inaugurazione della mostra "La xilografia italiana. Dalla mostra internazionale di Levanto a oggi", a cura di Marzia Ratti e Gian Carlo Torre.

L'esposizione, prodotta dalla nostra Istituzione, è stata richiesta quasi integralmente in prestito dal Kunstmuseum di Bayreuth quale rappresentativa rassegna dei migliori talenti artistici italiani che si sono cimentati con questa tecnica dal 1912 ad oggi. Tutto ebbe inizio a Levanto, appunto nel 1912. A poco più di un anno dalla fondazione de L'Eroica – la battagliera rivista fondata alla Spezia da Ettore Cozzani con il proposito di valorizzare le forze creative nazionali, occupandosi dichiaratamente di "ogni aspetto dell'arte e della vita" – alcuni suoi protagonisti – lo stesso Cozzani, Franco Oliva ed Emilio Mantelli – diedero vita a un'articolata mostra sulla xilografia italiana. Un'appassionata impresa espositiva che lanciò di fatto – senza scriverlo formalmente – il manifesto italiano della xilografia moderna, contribuendo all'affermazione dell'incisione su legno non solo nel campo dell'illustrazione editoriale ma anche come genere pienamente autonomo. Fu invitato Adolfo De Carolis, stimato maestro al quale si faceva risalire la rinascita della xilografia in Italia, con uno stuolo di giovani artisti; a corollario una personale di Antonio Discovolo e una sala dedicata alla litografia, l'altra diffusissima tecnica per la riproduzione artistica. Come a Levanto cent'anni fa, la rassegna intende mostrare gli sviluppi mostrati fino ad oggi da quest'arte, raccogliendo in distinte sezioni i lavori dei grandi maestri del Novecento e quelli degli artisti a noi contemporanei. I fitti contributi di specialisti del settore – Renato Barilli, Francesca Cagianelli, Roberta Correggi, Umberto Giovannini, Leo Lecci, Carla e Agostino Pagano, Letizia Pecorella Vergnano, Marzia Ratti, Sandro Ricaldone, Manuela Rossi, Franco Sciardelli, Gian Carlo Torre, Giuseppe Virelli, Silvia Zanini – e le immagini del catalogo offrono così una panoramica articolata della xilografia italiana negli ultimi cento anni, certo non esaustiva ma sicuramente stimolante per quanti vogliano avvicinarsi alla bellezza e alla preziosità del segno condotto con arte e sapienza. L'Eroica Fondata e diretta da Ettore Cozzani alla Spezia– su ispirazione della viennese Ver Sacrum – la pubblicazione fu aperta alla Secessione viennese, all'Espressionismo e ad altre tendenze delle arti della prima metà del Novecento. Importante per il suo carattere innovativo, curiosa dei nuovi giovani talenti contemporanei, sia italiani che europei. Quando il primo numero esce il 30 luglio 1911 con il sottotitolo Rassegna d'ogni poesia, la rivista si qualifica subito per le proprie qualità formali, dalla scelta della carta a mano su cui è stampata, alle copertine a colori fino alle curatissime illustrazioni artistiche. Oltre al nutrito gruppo di xilografi e all'architetto Franco Oliva, alla rivista collaborano anche lo scultore Magli e il compositore Pizzetti. Singolare è stata la scelta dei pregevoli lavori in xilografia per le sue copertine e le illustrazioni che oggi costituiscono una fondamentale panoramica di questa tecnica espressiva in Italia rinata, per così dire, nella prima metà del XX secolo. In effetti la rivista divenne l'organo ufficiale degli xilografi italiani organizzandone, nel 1912 a Levanto, la prima mostra a carattere nazionale, con relativo catalogo. In un secondo tempo L'Eroica è divenuta anche casa editrice con un vasto catalogo di opere di saggistica, biografiche e di narrativa. Dopo il primo periodo nella città ligure, Cozzani ne ha deciso il trasferimento a Milano dove ha continuato l'attività fino alla chiusura. I bombardamenti del 1943-1944 sul capoluogo lombardo resero più repentina la fine di questa importante esperienza artistica e danneggiarono gli archivi della rivista.

 

 

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Tel. 0187 727 456 / 0187 727 457 / 0187 727 459
Fax 0187 727 458

www.comune.laspezia.it/

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