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"Pompei in Watercolors" al CAMeC fino al 17 novembre In evidenza

Prosegue fino a domenica 17 novembre 2013 la possibilità di visitare la mostra "Pompei in Watercolors", frutto della donazione degli eredi dell'artista Vincenzo Loria al Comune della Spezia.

Vincenzo Loria (Salerno, 17 settembre 1849 – La Spezia, 31 ottobre 1939) è stato un pittore italiano, specializzato nella pittura di genere e di paesaggio.
Nella città natale iniziò a dedicarsi alla pittura per poi studiare a Napoli presso l' Accademia di Belle Arti, dove, allievo di Domenico Morelli, si distinse per la padronanza acquisita nella tecnica dell'acquerello. Successivamente dipinse su commissione per amatori stranieri e ricchi galleristi, tra cui si ricorda Luigi Pisani, che acquistò numerose opere per la sua galleria fiorentina di Borgo Ognissanti.
Tra le opere del Loria, realizzate con tecnica a olio, acquerello, tempera, divennero molto ricercate quelle raffiguranti scene esotiche di sapore orientaleggiante o in costume settecentesco, i paesaggi che raffigurano scorci pompeiani e quelli che riproducono le pitture murali conservatesi sotto la cenere, riscoperte durante gli scavi archeologici.
La diffusione dei dipinti a tema archeologico fu favorita dalla produzione di tavole su commissione dell'esperto di archeologia pompeiana Antonio Niccolini, per il quale Loria illustrò l'opera "Le case e i monumenti di Pompei", edita a Napoli nel 1887 e poi diffusa nelle principali biblioteche, musei, accademie e case reali dell'epoca. Su incarico, inoltre, del Ministro della Pubblica Istruzione Antonio Scialoja, produsse illustrazioni didattiche sull'arte pompeiana da distribuire presso licei e facoltà universitarie italiane.
Oltre ad essere un apprezzato pittore, Loria sperimentò anche la tecnica della fotografia. Di questa attività restano negativi e stampe all'albumina che testimoniano l'iter creativo dell'artista che talvolta ricavava il quadro a partire da un bozzetto tratto direttamente da carte colorate dall'albume, su cui tracciava la quadrettatura.
Dopo la morte della moglie, nel 1929, Loria si trasferì alla Spezia nella casa del figlio Ettore, apprezzato magistrato presso il tribunale civile e penale. Nella splendida cornice del Golfo dei Poeti e circondato dalla considerazione degli artisti locali, il pittore salernitano potè così ritrovare l'ispirazione, dopo un periodo di inattività. Alla Spezia venne inoltre insignito del titolo di decano degli artisti spezzini.

 

LA MOSTRA

Agli anni ottanta dell'Ottocento risalgono le prime opere di Vincenzo Loria a tema pompeiano, acquerelli che raffigurano scorci della città riscoperta e tempere che riproducono le pitture murali conservatesi sotto la cenere e riemerse durante gli scavi archeologici, che, a partire dal decennio successivo all'Unità d'Italia, erano ripresi con nuovo fervore.
Dal 1860, infatti, le attività di scavo nella zona di Pompei ricominciarono seguendo nuovi orientamenti rispetto al passato, sia per i metodi di scavo e restauro adottati, sia per la disponibilità di accresciute risorse umane e finanziarie. Un aspetto molto significativo che caratterizzò questi anni fu la maggiore consapevolezza, tra gli operatori coinvolti, della necessità di recuperare documenti che attestassero aspetti della vita quotidiana della città.
Vincenzo Loria lavorò a fianco dei protagonisti di questo rinnovamento, primo fra tutti Giuseppe Fiorelli (1823 –1896), direttore degli scavi di Pompei dal 1860 al 1875 e del Museo Archeologico di Napoli dal 1875. Egli, dal 1858, partendo da un'organizzazione topografica dell'area urbana divisa in insulae e regiones – ed assegnando un numero ad ogni edificio - adottò un tipo di scavo sistematico penetrando dall'alto degli edifici ed iniziando l'asportazione dell'interro a partire dai tetti, per comprendere la dinamica dei crolli e recuperare così dati utili anche per il restauro. Uno degli edifici scavati adottando questo nuovo metodo fu La casa di Sirico (1862), di cui Loria ci ha lasciato la riproduzione, a tempera, di una elegante parete affrescata, dagli inconfondibili caratteri decorativi del IV stile, distinguibile per l'inserimento di architetture fantastiche, bidimensionali e puramente decorative, dal tratto fortemente calligrafico.
Quando nel 1875 Fiorelli passò alla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti del Regno, la conduzione degli scavi venne assunta prima dall'architetto Michele Ruggero (1875-1893), già suo collaboratore dal 1864, quindi da Giulio de Petra (1893-1901; 1906-10). Questi anni furono fondamentali anche per il progresso nelle metodologie di conservazione dei reperti archeologici; il problema della conservazione in situ, infatti, si pose in modo eclatante, Ruggero e De Petra presero l'audace decisione di lasciare integre le decorazioni delle case, cercando di attuare un restauro conservativo su pitture, mosaici e stucchi attraverso il consolidamento delle strutture murarie e la protezione degli edifici tramite coperture.
Anche dei complessi architettonici scavati negli anni tra il 1875 e il 1910 - per Pompei uno dei periodi più attivi sia per le nuove metodologie di scavo applicate, sia per le scoperte che ne derivarono - Loria ci ha lasciato importanti testimonianze attraverso i suoi dipinti; tra i diciassette acquerelli attualmaente in mostra troviamo, ad esempio, la raffigurazione della Casa del Centenario (1879-1880), che deve il suo nome al fatto di essere stata scoperta nel 1879, anno in cui si celebrava il centesimo anno di scavo a Pompei da parte delle autorità borboniche; l'acquerello della Casa delle Nozze d'Argento (1891-1893), scavata nel 1893, anno dell'anniversario delle nozze dei reali d'Italia (Umberto I e la cugina Margherita di Savoia, sposi nel 1868), e caratterizzata da una particolare struttura del peristilio, di tipo rodio (Vitruvio, De architectura, 29 a.C.), in cui il colonnato meridionale, il più esposto al sole, era più alto di quello sugli altri tre per poter avere una parte della casa sempre illuminata dal sole, anche nel periodo invernale.
Sempre parte della donazione Loria, ma momentaneamente non esposti, si ricordano la tempera che riproduce il fregio con mestieri e giochi eseguiti da amorini del famoso salone della Casa dei Vettii, scavata negli anni 1894-1895.
Delle opere a tema archeologico di Vincenzo Loria è necessario sottolineare anche l'importante valenza documentativa; esse infatti ci mostrano la situazione delle strutture architettoniche e delle decorazioni murali al momento dello scavo e diventano metro di paragone per constatare l'attuale stato conservativo degli stessi, spesso molto peggiore. A tal proposito, l'esempio più calzante è quello della Casa dei Gladiatori - scavata in due tempi (1899; 1905-1906) - di cui Loria realizzò due splendidi acquerelli, attualmente in mostra. Da queste opere si nota come nei primi anni del Novecento, il peristilio fosse decorato da affreschi, mentre oggi di tale ricchezza ci resta solo un cumulo di macerie. La Schola Armaturarum Juventus Pompeiani il 6 novembre 2010 è infatti andata completamente distrutta e gli acquerelli di Loria sono così diventati una rara testimonianza della bellezza irrimediabilmente perduta di quell'antico edificio.
Gli acquerelli a tema pompeiano vennero realizzati da Loria parallelamente ad un'importante serie di tavole commissionate all'artista dall'esperto di archeologia pompeiana Antonio Niccolini; egli incaricò l'artista di illustrare buona parte della monumentale opera Le case e i monumenti di Pompei, edita a Napoli nel 1887 e poi diffusa nelle principali biblioteche, musei, facoltà universitarie e case reali dell'epoca. Incisioni scelte tratte dai volumi curati da Niccolini vennero inviate anche in America, contribuendo a diffondere oltreoceano la fama di Loria e degli altri artisti partecipanti al progetto. In seguito, su incarico, del Ministro della Pubblica Istruzione Antonio Scialoja, l'artista produsse illustrazioni didattiche sull'arte pompeiana da distribuire presso licei e facoltà universitarie italiane.
La produzione a tema archeologico di Vincenzo Loria non fu limitata alle rovine di Pompei; l'artista, infatti, partecipò a campagne di documentazione di scavi archeologici anche nei territori di Ercolano, Stabia e Paestum.

Orari: da martedì a sabato 10-13 / 16-19, domenica e festivi 11-19, lunedì chiuso
Informazioni e prenotazioni: tel. + 39 0187 734593 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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Tel. 0187 727 456 / 0187 727 457 / 0187 727 459
Fax 0187 727 458

www.comune.laspezia.it/

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