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L’importanza di preservare tradizioni e antichi mestieri In evidenza

di Anna Mori – La mitilicoltura, l’antica tradizione dei maestri d’ascia e la pesca tra i temi trattati nella “Giornata del Mare”. Abbiamo incontrato alcuni dei protagonisti.

Uno dei temi della “Giornata del Mare” è proprio quello di trasmettere ai giovani la cultura e le tradizioni legate al mare e il nostro Golfo può raccontare molto su questo argomento.

Gazzetta della Spezia ha incontrato alcuni dei protagonisti dei laboratori proposti per sensibilizzare le nuove generazioni sull’importanza del preservare le nostre tradizioni legate al mare e agli antichi mestieri.

Angelo Majoli, presidente onorario della Cooperativa dei Mitilicoltori Spezzini, una vita dedicata al mare e a quello che viene chiamato “l’oro nero” del nostro Golfo, i muscoli. La mitilicoltura venne avviata alla Spezia nel 1887 da alcune famiglie tra cui ricordiamo i Fago, Martera, D'lppolito, Papocchia, Carozzo, Borio, Guidi, Di Francesco, Godani e appunto la famiglia Majoli. In origine, i pali costituenti il vivaio erano in legno di castagno, conficcati per circa 2 mt. sul fondo, oggi, a causa della difficile manutenzione e dell’azione corrosiva dell’acqua salata, sono stati sostituiti con tubi di ferro zincato.

Inizialmente la mitilicoltura era praticata in zone interne del golfo, sia al Canaletto e Fossamastra, che a Cadimare, appena fuori dalla darsena dell'Arsenale Militare, Fezzano, Le Grazie, Portovenere. Successivamente, in seguito all’ampliamento del porto mercantile e allo sviluppo industriale, gli allevamenti sono stati trasferiti verso l'imboccatura del Golfo a ridosso della diga foranea e nella baia di Portovenere-Olivo, nel Canale di Portovenere ed all’isola Palmaria.

Se si parla di mitilicoltura si parla della storia della mia famiglia – ha spiegato Angelo Majoli - una delle più vecchie famiglie spezzine che ha intrapreso questo lavoro. Il muscolo spezzino è speciale perché nel nostro golfo abbiamo il mare e delle polle sorgive di acqua dolce e c’è il fiume Magra che crea una miscela di acqua salata e dolce. I bambini sono molto curiosi di sapere come nascono i muscoli ed è bello raccontare a loro questa storia: dopo l’apertura delle valve viene rilasciato un latte, una sostanza vischiosa, che si attacca a tutto quello che è fermo nell’acqua dagli scogli, alle corde, ai relitti e da qui nascono i muscoli”.

Una curiosità: Il Palio del Golfo sembra sia nato dalle disfide estemporanee tra le barche dei “muscolai” che facevano a gara a chi arrivasse più veloce alla banchina per vendere prima il proprio pescato.

Il viaggio continua alla scoperta della tradizione dei “maestri d’ascia”. Un mestiere molto antico e caratterizzato da un fascino che sta per scomparire, lasciando un vuoto incolmabile in termini di competenze nella nostra tradizione marinara. Il maestro d’ascia custodisce un patrimonio fatto di passione, abilità e tanti segreti, non si trovano più giovani a cui affidare tutto questo. Questo mestiere potrebbe invece avere ancora un futuro, le barche d’epoca infatti richiedono sempre frequenti restauri per i quali sono necessari esperti di imbarcazioni in legno. Gli ultimi maestri d’ascia non aspettano altro che tramandare la loro conoscenza a giovani interessati ad apprendere questo mestiere.

Abbiamo incontrato Cesare Cortale, uno dei pochi maestri d’ascia che ancora oggi costruiscono e non si occupano solo di restauro, l’anno scorso ha terminato la costruzione di due palischermi dell’Amerigo Vespucci. “Abbiamo eseguito questi lavori per Nave Vespucci con la ditta Moroni, presso cui lavoro. Il mestiere del maestro d’ascia deve per forza essere salvaguardato altrimenti rischia di estinguersi. Il nostro Golfo ha una tradizione centenaria, si sono sempre costruite navi e barche in legno, negli ultimi vent’anni purtroppo è una professione che sta scomparendo. L’aspetto più bello del mio mestiere è andare a cercare il legno adatto per realizzare i pezzi, curando tutto, dalla progettazione alla costruzione della barca, cercare l’albero giusto, l’essenza giusta. Per la crisi che sta vivendo il settore del legno, sarebbe anche bello riscoprire i nostri legni autoctoni, quali l’acacia, la quercia. Però è diventato difficile reperirli”.

E’ importante preservare la tradizione di questi antichi mestieri – ha aggiunto Cesare Cortale - perché oggi nel mondo del lavoro c’è una standardizzazione delle qualifiche e delle mansioni, una semplificazione. Questo è un mestiere complicato che però ti permette di progettare e realizzare ogni singolo pezzo, evitando la standardizzazione e la produzione in serie, aspetto importante per preservare le produzioni artigianali. Sono capitati spesso ragazzi delle scuole da noi a lavorare. Rispetto a qualche anno fa c’è voglia da parte dei giovani di imparare questi mestieri, perché hanno bisogno di fare con le mani”.

Molto successo ha avuto il laboratorio sulla stagionalità delle specie ittiche e la pesca. Abbiamo incontrato Lorenzo Viviani che ci ha raccontato che “Il Laboratorio è stato organizzato in collaborazione con ‘5 Terre Accademy’ per portare a conoscenza dei giovani il mondo della pesca, la stagionalità e il fatto che ci siano molte specie che non sono conosciute dai consumatori, ma che sono preziose per il nostro mare, le specie povere. Preziose perché seguono la stagionalità e fanno parte della nostra cultura e danno un reddito maggiore ai pescatori, senza dover andare a prendere il pesce in altre zone, magari congelato. Quindi maggiore ecosostenibilità per la pesca. Abbiamo voluto dare uno spunto ai ragazzi come futuri consumatori responsabili, aiutando l’ambiente, raccontando loro anche cosa sia l’allevamento intensivo e l’industria del salmone che spesso viene allevato in zone non autoctone, tipo l’emisfero australe”.

Il rapporto tra il pescatore e il mare è il più intenso tra tutte le professioni– ha aggiunto Viviani -  significa vivere e interagire con il mare ogni giorno. Cerchiamo di trasmettere questi valori, è un’attività che se gestita bene rispetta l’ambiente. Abbiamo mostrato ai ragazzi le diverse specie di pesci, i colori, il mimetismo, gli adattamenti e cosa siano i molluschi e le altre tipologie di fauna marina”.

Il mondo della pesca è a livelli storici bassissimi in termini di ricambio generazionale – ha concluso Lorenzo Viviani - Sono uno dei più giovani pescatori della Liguria e anche biologo marino. Riavvicinare i giovani a questo mondo è importante, è una professione che dà libertà e che ha un valore economico, ecologico e di tradizione importantissimo”.

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