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Falso cioccolato italiano, sequestrati 105mila ovetti ed uova di Pasqua (video) In evidenza

Avevano il marchio di una nota azienda dolciaria partenopea, ma erano polacchi.

 

Bloccati oltre 105.000 uova ed ovetti di cioccolato contraffatti, per un peso complessivo di circa 1,3 tonnellate, pronti ad essere immessi in commercio nel mercato mondiale: questo è il bilancio di una vasta operazione di contrasto alla contraffazione internazionale e a tutela del “Made in Italy” portata a termine dai militari del Gruppo della Guardia di Finanza della Spezia, congiuntamente ai funzionari dell’Ufficio Antifrode della Agenzia delle Dogane, presso il locale porto mercantile.

L’importante risultato è il frutto dell’analisi e del controllo fisico, dei containers e delle merci in partenza dal nostro Paese. In prossimità delle festività pasquali, l’attenzione delle Fiamme Gialle e dell’Ufficio delle Dogane, si è incentrata su alcune aziende straniere distributrici di prodotti dolciari.

Proprio grazie all’attenta ispezione di due container, ritenuti sospetti, i militari delle Fiamme Gialle ed i funzionari doganali hanno rinvenuto e sottoposto a sequestro 105.126 uova ed ovetti di Pasqua di diversa tipologia, contenuti in 3.540 confezioni, recanti illecitamente il marchio di una nota azienda dolciaria partenopea.

Le indagini immediatamente avviate hanno consentito di accertare che le uova di cioccolato erano state prodotte in un’azienda dolciaria con sede nella città di Brodnica, in Polonia, azienda che non è risultata titolare e/o concessionaria del marchio italiano che, pertanto, veniva apposto fraudolentemente sulle singole confezioni di uova.
Tale fenomeno, oggi meglio conosciuto come “Italian Sounding”, rappresenta la forma più eclatante di concorrenza sleale al patrimonio agroalimentare italiano, eccellenza per qualità ed apprezzamento.
In questo mercato parallelo, si inseriscono talune aziende che utilizzando arbitrariamente segni descrittivi, nomi italiani, denominazioni di origine, promuovono falsamente i propri prodotti, inducendo così il consumatore a credere di comprare prodotti con caratteristiche di qualità italiana, di cui in realtà non godono, facendo un’operazione inquadrabile come “concorrenza sleale”, nel mercato nazionale e mondiale.

Il rappresentante legale dell’azienda, responsabile dell’illecita esportazione, è stato denunciato presso la locale Autorità Giudiziaria e sono in corso ulteriori approfondimenti per individuare ulteriori soggetti coinvolti nella frode commerciale, anche in altri Paesi.


(A breve online il video)

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