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Insufficienza renale, le "Giornate spezzine della prevenzione" confermano l'importanza degli screening In evidenza

Accertati valori anomali nell'8% delle persone che si sono sottoposte ai controlli a SpeziaExpo'.


Il giorno di S .Giuseppe si è svolta all’interno della Fiera Campionaria a Spezia Expo’ l’ ultima delle due giornate previste nel calendario delle “Giornate spezzine della prevenzione” X^ edizione. La giornata era dedicata alla prevenzione dell’insufficienza renale cronica, una malattia silente che, per l'impatto epidemiologico, l'elevato rischio cardio-vascolare ad essa associato e gli alti costi sociali ed economici connessi ai trattamenti sostitutivi, come la dialisi ed il trapianto, ne fanno uno dei principali argomenti nei piani di prevenzione e di programmazione sanitaria.
All’interno dello stand erano presenti il dr. Davide Rolla, direttore della S.C. Nefrologia dell’ASL 5 , il dr. Matteo Trezzi, nefrologo, gli infermieri della Dialisi di Sarzana e La Spezia ed i volontari dell’Associazione “Amici del rene”.

La giornata è stata ricondotta alla "Giornata Mondiale del Rene", che si celebra ogni anno in tutto il mondo il 10 marzo, occasione preziosa per richiamare l'attenzione su una patologia diffusa, ma poco riconosciuta: l'insufficienza renale e le malattie che la provocano.
Lo studio CARHES ha quantificato la diffusione della malattia renale cronica in Italia: la prevalenza è risultata del 7,5% negli uomini e del 6,5% nelle donne in una popolazione con una età compresa tra i 35 e 79 anni. Questo vuol dire che diversi milioni di individui in Italia sono portatori di insufficienza renale e spesso non sono a conoscenza di essere affetti da questa patologia. Purtroppo i numeri sono destinati ad aumentare nel tempo per diversi motivi, primo fra tutti l'invecchiamento della popolazione (la ridotta funzionalità del rene è anche la conseguenza fisiologica del deterioramento temporale dell'organo) e l'emergere della sindrome metabolica (sovrappeso, intolleranza glucidica, ipertensione arteriosa pluriennale) spesso complicate dal tabagismo.

I dati relativi alla giornata – riferiti dal dr Davide Rolla, direttore della S.C. Nefrologia e dal dr Gian Pietro Montanari, coordinatore del network “BeneEssere....in movimento” confermano, per l’appunto, quanto indicato in premessa.
Sono stati compilati 56 questionari sullo stile di vita.
Sono stati rilevati a 51 persone i seguenti parametri:
- altezza, peso, circonferenza addominale e valutazione dell’IMC (indice di massa corporea)
- pressione arteriosa;
- glicemia, colesterolemia totale ed esame urine con valutazione anche della microalbuminuria
46 persone sono state sottoposte ad ecografia.
Nell' 8% dei visitatori sono stati evidenziati valori e riscontri ecografici anomali.
In particolare, in un paziente è stata riscontrata, a lui non nota, una idronefrosi di natura imprecisata (una particolare circostanza patologica, caratterizzata dall'accumulo di urina all'interno del rene) che abbisogna di ulteriori indagini per risalire alle motivazioni precise di tale disturbo al fine di pianificarne la cura più adeguata
Un intervento terapeutico appropriato, tempestivo e rapido, può essere fondamentale per evitare l'insorgenza di complicazioni, talvolta anche gravi.
In 3 visitatori sono stati riscontrati assottigliamenti della corticale renale, emblematica di una sofferenza renale di tipo cronico, e , in un caso, riguardava entrambi i reni, problema non era conosciuto ai portatori.
Tre pazienti all'esame urine presentavano microalbuminuria, marker di danno d'organo del soggetto affetto da ipertensione arteriosa e spia di un significativo rischio cardiovascolare, situazione patologica nota alle persone interessate

“Questi dati . riferisce il dr Rolla - forniscono uno stimolo ulteriore per proseguire la prevenzione della malattia renale, con risvolti positivi non solo per la salute della comunità, ma anche economici, visto che la possibilità di ritardare di almeno 5 anni la progressione del danno renale per il 10% dei soggetti dallo stadio III allo stadio IV e di procrastinare, sempre di 5 anni, l'avvio del trattamento dialitico, permetterebbe al SSN di risparmiare risorse per 2,5 miliardi di euro”

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