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Festival del Jazz, costi lievitati del 45% per il Comune: ecco tutti i numeri In evidenza

di Gabriele Cocchi – Parte dei finanziamenti non pervenuti, maggiori spese e qualche entrata in più. Il Comune ora deve pagare altri 17 mila euro.

Ha sfondato le previsioni di spesa la cinquantesima edizione del Festival del Jazz promossa dal Comune e dall’assessore Paolo Asti. Quasi 17 mila euro in più per le casse di palazzo civico rispetto ai 37 mila preventivati nel piano finanziario approvato dall’amministrazione a maggio dell’anno scorso.

Calcolatrice alla mano, per il Comune si tratta di un aumento del 45 per cento dei costi rispetto alla previsione iniziale. Circa 3 mila euro in più anche della soglia massima di spesa, pari a 50 mila euro, stabilita nel bilancio di previsione 2018 per la manifestazione.

QUANTO IL COMUNE PREVEDEVA DI SPENDERE...

A maggio 2018 era proprio il Comune a mettere nero su bianco le quote di finanziamenti che avrebbero sostenuto la realizzazione del Festival, dal 23 al 29 luglio: 37 mila euro a carico di palazzo civico, altri 37 mila a carico di Fondazione Carispezia, partner storico dell’iniziativa, 15 mila derivanti da un contributo richiesto a Regione Liguria, che per la prima volta ha sostenuto economicamente l'iniziativa, 5.700 da parte del Comune di Porto Venere, 7.500 a cura della Società dei Concerti, il capofila attuatore della manifestazione, e infine un finanziamento di 5 mila euro ciascuno da parte dei Comuni di Ameglia, Aulla e Lerici.

Un budget a cui il Comune aggiungeva la previsione di 12 mila euro di incassi dei concerti a pagamento e circa 3 mila euro per le quote di iscrizione ai seminari degli insegnanti del City College di New York.

In totale, quindi, una stima di 132 mila euro per la realizzazione della manifestazione.

... E QUANTO HA SPESO

Le previsioni, però, non sono state confermate dai fatti: “Le entrate sono risultate inferiori alle previsioni”, scriveva la dirigente Marzia Ratti già il 23 novembre scorso. Il Comune di Aulla, infatti, a conti fatti ha deliberato un contributo di soli 2500 euro (la metà di quanto previsto), Regione Liguria uno di 10 mila euro (invece che 15 mila), mentre il Comune di Porto Venere ha messo sul piatto 4.200 euro al posto dei 5.700 previsti e quello di Ameglia, addirittura, non ha versato alcun contributo. Un “buco”, complessivamente, pari a 14 mila euro.

Per fortuna, di contro, alcune delle entrate previste sono risultate maggiori rispetto al budget previsionale: 1.646 euro di maggiori incassi, 2 mila euro di contributo in più da parte del Comune di Lerici e 5 mila da parte della Camera di Commercio, che inizialmente non rientrava tra gli enti finanziatori.

Il “buco” derivante dai mancati contributi, così, si è ridotto a circa 5 mila euro mancanti all’appello, che il Comune a novembre scorso si impegnava a versare nelle casse della Società dei Concerti, “attuatrice operativa della gestione contabile della manifestazione”.

Ma le spese in più non finiscono qui: “In corso di esecuzione sono state richieste modifiche in aumento e miglioramento al programma inizialmente approvato (serata con Benny Golson)”, riportava a dicembre il Comune.

E ancora: “Le necessità di services tecnici e spese artistiche accessorie sono state maggiori del previsto, secondo quanto deciso in fase di esecuzione dalla direzione artistica (cioè da Antonio Ciacca, nominato il 17 aprile 2018, ndr), al fine di migliorare le performances artistiche e la qualità tecnica della manifestazione”.

In altre parole, una maggiore spesa di 11.615 euro, non prevedibile “al momento iniziale della programmazione”, precisava il Comune. Sommandola al “buco” dei mancati contributi, si ottengono i 16.969 euro di maggiori costi che ora il Comune deve pagare alla Società dei Concerti. È circa il 45 per cento di spesa in più, per le casse comunali, rispetto a quanto preventivato a maggio 2018 nel budget previsionale. Che era stato redatto secondo le stime di spesa comunicate da Antonio Ciacca, direttore artistico del Festival, e quelle di entrata comunicate dalla stessa amministrazione “secondo accordi intervenuti a livello istituzionale”. Stime poi lievitate a manifestazione già iniziata e accordi che non sono stati interamente rispettati.

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