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Il ricordo di Mariano D'Antoni, figlio del noto musicista scomparso alcuni giorni fa.

 
Addio a Belvio D’Antoni, musicista eccelso, dell’ambito musicale spezzino, conosciuto e apprezzato anche a livello nazionale.
Sebbene già avviato alla carriera musicale dagli anni giovanili, la consacrazione come musicista fu negli anni '60, quando entrò a far parte di una delle orchestre nazionali più prestigiose dell’epoca, quella di Armandino Rosati. Cominciò come flautista e sassofonista, ma successivamente suonò il violino, il suo strumento principale, con il quale spaziava dai semplici valzer, o mazurke, a vere e proprie esecuzioni di "tecnica" in brani tratti da Sharazade, Paganini ecc. La professione lo portò a suonare nei locali più prestigiosi di Roma e Firenze, al “il Lido dei Ciclopi” di Acitrezza fino al Casinò di Sanremo.

Terminata l’esperienza con Armandino Rosati, rientrò alla Spezia suonando con l’orchestra di Beppe Parlanti e successivamente alla fine degli anni '60 entrò a far parte dell’orchestra “Paul e i Leaders” di Paolo Guastini, suonando nei più famosi locali sia della Provincia che della Versilia (Oliviero, La Capannina, Bussola, Il Lido ecc.); inoltre collaborò con i più validi musicisti spezzini del momento (Canalini, Parisi, Biso ecc.).

Alla fine degli anni ’70 confluì nel gruppo musicale “I Corsari” insieme all’amico trombettista Sergio Canalini con il quale diede origine ad una coppia di fiati formidabile e indimenticabile.

Negli anni ’80 mise insieme un nuovo gruppo, i “New Leaders”, con il quale suonò in tutti i più prestigiosi locali della Versilia e della Riviera.
La sua formazione musicale era prettamente classica e jazzistica, ma negli ultimi 20 anni si avvicinò a generi musicali totalmente diversi come il rock progressivo e la musica etnica mediterranea. Riuscì a calarsi perfettamente in entrambi i generi, partecipando anche come turnista ad importanti concerti al di fuori dell’ambito spezzino di rock progressivo con i G.A.S.

Una delle caratteristiche che lo hanno sempre contraddistinto era la sua precisione ossessiva e maniacale, sia nell’esecuzione dei brani che nel modo di presentarsi al pubblico. Fu un grande maestro, amava stare con i giovani ai quali insegnava e dava consigli con esperienza e semplicità. Ha partecipato a vari spettacoli di beneficenza al Teatro Civico, e quando veniva chiamato, era subito pronto a collaborare. Amava Stan Getz, Sonny Rollins, Charlie Parker e il grande Joe Venuti, fantastico violinista jazz, che ebbe l’onore di conoscere personalmente.

Era, è e sarà sempre ricordato come raro esempio di serietà sia artistica che umana da parte di tutti i musicisti che hanno avuto l’onore e la fortuna di conoscerlo e apprezzarlo.

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