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"Il porto non può più essere solo una banchina, ma una piattaforma logistica" In evidenza

 Ieri si è riunita la III° commissione consiliare per ascoltare i vertici di LSCT e comprendere la situazione attuale e futura del porto della Spezia.

Un porto in evoluzione, non più una semplice banchina, ma una piattaforma logistica dove diventa fondamentale la cooperazione di tutti gli operatori per guardare alla competizione con gli altri porti europei. Questo quanto emerge dall’audizione dei vertici di LSCT (La Spezia Container Terminal) nella III° commissione consiliare di ieri pomeriggio a Palazzo Civico con Daniele Testi, direttore marketing e comunicazione del gruppo Contship Italia, e Franco Cupolo, amministratore delegato operation & sales del Gruppo Contship Italia.

Un settore in evoluzione che deve fare i conti sia con i cambiamenti dimensionali (oggi si parla di navi molto più grandi rispetto a qualche anno fa) sia con i tempi e la velocità di trasporto richiesti. “Attualmente in Europa la maggior parte delle merci passa da Rotterdam, Anversa o Amburgo - ha dichiarato Daniele Testi - Potenzialmente i porti del sud (una volta completate le infrastrutture come, ad esempio, le linee ferroviarie del Gottardo e quando si trasformeranno in un vantaggio di costo) potrebbero aumentare la loro quota al 55%, quindi l’Europa potrebbe vedere le proprie merci entrare per il 55% dei casi al sud e per il 45% al nord. Ovviamente sono proiezioni, ma sulle quali gli investitori oggi fanno un piano e scommettono per il futuro”.

Quello che emerge dall’audizione dei vertici di LSCT è la necessità di guardare al "sistema porto" con una visione più ampia, soprattutto in un’ottica competitiva: “Nella nostra visione il porto non è più una banchina ma una piattaforma logistica - ha ribadito Daniele Testi - È cambiato anche il ruolo dei porti. Una volta si parlava di sbarcare ed imbarcare contenitori, dove tutto quello che riguardava gli elementi doganali veniva fatto prettamente nel porto, le aree che servivano i porti erano geograficamente limitate (200-250 km) e dove le connessioni intermodali in Italia, generalmente, non erano attrezzate con i servizi ferroviari".

"Cosa sta cambiando? Intanto è cambiata la scala dimensionale, che comporta un ingrandimento delle gru a causa delle maggiori dimensioni delle navi. Il sistema infrastrutturale e degli investimenti deve modificarsi con questa domanda. Cambiano i pattern e le alleanze che si concentrano, le linee quindi decidono strategie diverse per accedere a certi mercati”.

Insomma un mondo in evoluzione, sempre più complesso, più veloce ed in un’ottica di maggiore competizione, ed è quindi necessario operare per non rimanere indietro.

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