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I fari di ANAC sul caso Merlo - MSC: a breve l'esito del procedimento In evidenza

Già il 19 gennaio scorso, in anteprima su GazzettadellaSpezia.it, avevamo dato conto degli esposti nei confronti dell’ex Presidente AP Genova Luigi Merlo circa la legittimità del suo incarico presso MSC.


Gli esposti prendevano le mosse dall'art. 53, comma 16-ter del decreto legislativo 165/2001. Tale disposizione normativa, introdotta poi dalla legge 190/2012, afferma che «I dipendenti che, negli ultimi tre anni di servizio, hanno esercitato poteri autoritativi o negoziali per conto delle pubbliche amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, non possono svolgere, nei tre anni successivi alla cessazione del rapporto di pubblico impiego, attività lavorativa o professionale presso i soggetti privati destinatari dell'attività della pubblica amministrazione svolta attraverso i medesimi poteri. I contratti conclusi e gli incarichi conferiti in violazione di quanto previsto dal presente comma sono nulli ed è fatto divieto ai soggetti privati che li hanno conclusi o conferiti di contrattare con le pubbliche amministrazioni per i successivi tre anni con obbligo di restituzione dei compensi eventualmente percepiti e accertati ad essi riferiti».

Come se non bastasse, a rafforzare la forza di tale norma già di per sé piuttosto chiara, interviene anche un parere dell'Autorità Nazionale Anti Corruzione (ANAC) redatto nel 2015 e firmato dallo stesso Raffaele Cantone, Presidente dell'Autorità, in risposta ad alcuni quesiti di merito sollevati da una Pubblica Amministrazione nel 2014. In particolare, il parere di Cantone esplicita sul piano pratico i campi di applicazione della norma, chiarendo con ulteriori riferimenti legislativi anche la logica applicata dal legislatore nel redigere la legge, in particolare per quanto riguarda i soggetti destinatari della norma e il relativo dispositivo sanzionatorio.

Questo per quanto riguarda gli antefatti, spiegati con dovizia di particolari giuridici nel nostro articolo sopracitato del gennaio scorso. Ma veniamo all’attualità: all’epoca il marito della consigliera regionale Paita aveva lasciato trapelare che la legge non riguardava il suo caso, senza tuttavia aggiungere alcuna motivazione o spiegazione di merito circa i puntuali e precisi rilievi a lui mossi ed emersi sugli organi di stampa; oggi Merlo si trova a dover rispondere ad una comunicazione ufficiale da parte di ANAC appena pervenutagli. L’Autorità, anche alla luce della velocità e della priorità attribuite all’istruttoria del procedimento, ha quindi evidentemente ravvisato elementi concreti negli esposti ritenendo di vederci chiaro mandando una richiesta alle parti coinvolte.

Ora, stando alle tempistiche di ANAC, Merlo ha 20 giorni di tempo per rispondere, dopodiché il procedimento passerà al Consiglio dell’Autorità Anticorruzione per le deliberazioni del caso. In poche parole, nel giro di poco tempo si dovrebbe conoscere l’esito della vicenda che, al di là dei possibili conflitti d’interesse specifici su cui farà chiarezza, potrebbe anche rappresentare, indipendentemente dall’esito, un caso significativo utile a dipanare e chiarire molteplici altre situazioni.

Abbiamo provato, purtroppo senza successo, ad avere una dichiarazione in merito da parte di Luigi Merlo. Restiamo ovviamente disponibili a dare spazio ad un suo intervento.

 

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