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Sarzana solidale e accogliente, ma non priva di contraddizioni (foto) In evidenza

di Luca Manfredini - Sarzana vive come le altre città italiane le forti contraddizioni di questo momento storico in cui, in parallelo con l'accoglienza organizzata, cresce una realtà concomitante fatta di degrado, abbandono e povertà.

 

Nonostante l'impegno profuso dall'Amministrazione sulla problematica migranti, non ci si può sottrarre dal notare un'immagine di realtà che pare deteriorata e che parla da sola, che è poi la stessa leggibile in tutto il nostro paese e che presta il fianco ad altrettanta disperazione, quella di chi ha paura e di chi, in mala fede, cavalca questo senso di disorientamento: "L'immagine di uno Stato in cui il Governo e tutti gli Enti pubblici sembrano essere sul punto di perdere il controllo del territorio".

Sarzana non si sottrae a questa fotografia e le immagini che potete vedere nella fotogallery qui sotto ne sono a testimonianza, come pure i fatti spesso ricorrenti sulla cronaca locale, prova di una realtà su cui pare sia molto difficile intervenire.
Rendono molto bene l'idea le vicissitudini della frazione di Marinella, da tempo salita ad onor di cronaca per i fatti legati alla ormai famosa "Ex Colonia Olivetti", ai suoi inquilini abusivi che, insieme a quelli di via Taruga, vivacizzano la zona con violenti risse tra extracomunitari, spaccio e prostituzione.

Queste foto sono state scattate ieri alla stazione di Sarzana, nell'area ferroviaria di via del Murello e nella casa testimoniale davanti alle scuole medie Poggi-Carducci, ma molte altre ancora sono le zone equiparabili, dai "Vecchi Macelli" alla scuole XXI Luglio, passando per Villa Ollandini e/o qualsiasi edificio atto ad accogliere disperati.
Sono foto purtroppo facilmente reperibili perché è risaputo dove localizzare e fotografare tali documenti di povertà e degrado, immagini di persone che vivono al limite, non aiutate né perseguite, semplicemente dimenticate da una società che pare non in grado di intervenire e che solo si "volta da un'altra parte".

Sarzana fa del suo meglio sulla problematica, orgogliosa del suo essere solidale ed ospitale, ha tre centri di accoglienza sul proprio territorio ed ha da tempo avviato progetti di impiego di parte dei migranti (ex Zebra) in lavori di pubblica utilità:

  1.  l'ormai famoso "Ex Zebra" gestito da Don Luca Palei, Direttore della Caritas diocesana della La Spezia-Sarzana-Brugnato
  2.  il Centro Le Missioni, di Don Franco Martini, Pres. del Consorzio Cometa e coordinatore del Dipartimento delle dipendenze dell'Azienda Sanitaria Locale della Spezia
  3.  il bed & breakfast "Le Magnolie" gestito dalla Società Caprini di Aulla.

Ma questo riguarda solo l'accoglienza ufficiale dei richiedenti asilo, persone che fuggono da guerre, carestie o ristrettezze (migranti economici), persone che rischiano la vita per cercare un'alternativa, una miglioria impossibile da attuare nei loro paesi di appartenenza.
Tre sono le tipologie di extracomunitari presenti sul territorio italiano, come su quello sarzanese:

  •  i migranti accolti e seguiti nei Centri
  •  i migranti che abbandonano i Centri e rimangono sbandati sul territorio
  •  gli extracomunitari, clandestini o meno (per la maggioranza magrebini), che sopravvivono sul territorio in piena povertà e clandestinità, occupando ruderi o abitazioni fatiscenti o, semplicemente, dormendo per strada, arrabattandosi, per vivere, in occupazioni fuori legge o al limite della stessa.

Il degrado dato da tale povertà diventa quasi automatico e si evolve in una doppia problematica: la sopravvivenza degli extracomunitari abbandonati a loro stessi e la sensazione di insicurezza, reale o percepita che sia, dei cittadini residenti. Accoglienza meritevole e capace quindi, o incapacità/impossibilità di vera accoglienza?

È al momento l'argomento da tutti più discusso ed il più difficile da affrontare, non sta certo a noi dare risposte, ma, forse, solo concederci una scontatezza: non c'è integrazione senza dignità e non c'è dignità senza lavoro, e proprio di quest'ultimo, sembriamo al momento, deficitare, Caritas per prima è ben conscia dell'aumento di povertà in atto e sempre più costretta ad accogliere e sfamare cittadini italiani.

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