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Prevenzione cancro al colon e ansia come rischio per le coronarie: Spezia nel segno della ricerca In evidenza

Impatto del trattamento endoscopico nella prevenzione del cancro colon-rettale: intervista al dottor Romolo Briglia, direttore della S.C. di Gastroenterologia dell'ospedale S. Andrea

Dottor Briglia quando è iniziato il progetto e a chi si è rivolto?  A dicembre 2009 nell'Asl 5 della Spezia è partita la prima campagna di screening del cancro colon retto, il progetto è stato rivolto su base volontaria a tutta la popolazione della provincia a rischio intermedio di cancro del colon-retto: soggetti sani, uomini e donne, di età compresa tra i 50 e i 69 anni. Questi hanno ricevuto a casa una lettera di invito con un breve questionario ed una provetta per la ricerca del sangue occulto fecale (FOBT). Come è proseguita la ricerca?  Sono stati contattate quasi 60 mila pazienti (59770), hanno aderito però al FOBT poco più del 36 per cento delle persone coinvolte, circa 22 mila. I pazienti positivi all'esame del sangue occulto sono risultati circa il 5 per cento (943), tra questi però solo 624 si sono sottoposti alla colonscopia. I pazienti con diagnosi di lesione precancerosa sono stati 286, e sono stati sottoposti a rimozione endoscopica della lesione, con relativo esame istologico e hanno ricevuto le indicazione di follow up endoscopico da seguire. La diagnosi di cancro ha riguardato infine 53 pazienti che hanno intrapreso terapia chirurgica ed oncologica. Quanto tempo e quante risorse sono state coinvolte? Quale è stato il ruolo della Fondazione? Il progetto è iniziato nel dicembre del 2009 e si è concluso nel giugno del 2012. La ricerca ha coinvolto l'ufficio igiene e profilassi, il reparto di epidemiologia, il personale del reparto di endo-gastroenterologia e il personale del laboratorio dell'ospedale spezzino. Le fondazioni possono fare tanto per la ricerca e per l'educazione alla cultura della ricerca che in alcuni ambiti, in un territorio come il nostro, dovrebbe diventare di routine. Quali sono state le ricadute sul territorio e cosa è cambiato dal 2009? Il 33 per cento dei soggetti esaminati hanno ricevuto grazie alla sola terapia endoscopica un trattamento radicale e precoce di lesioni ad elevato potenziale invasivo. Scopo del progetto era promuovere tra la popolazione la prevenzione primaria e secondaria, come campagne informative volte ad aumentare la prescrizione da parte del medico di famiglia del FOBT e della colonscopia di screening (prevenzione secondaria), o un corretto stile di vita (prevenzione primaria). Oggi sono infatti sempre più numerosi i medici del nostro territorio, circa l'85 per cento, che includono tra gli esami di routine il FOBT. Ansia e depressione come fattori di rischio nelle sindromi coronariche acute, intervista al responsabile del progetto, Stefano Pini, professore del Dipartimento di psichiatria dell'Università di Pisa. Nel 2011, grazie al contributo della Fondazione, è stato avviato un progetto quadriennale di ricerca medico-scientifica che coinvolge l'Università di Pisa e l'Asl 5 della Spezia che affronta due tra i più importanti problemi di salute: depressione e cardiopatia ischemica. Numerosi studi epidemiologici hanno documentato un'elevata presenza di depressione tra i pazienti cardiopatici e l'American Heart Association, ad esempio, da anni raccomanda l'inserimento nella pratica clinica di una serie di esami di routine per la depressione nei pazienti con patologie coronariche acute. Il progetto Ansia e depressione come fattori di rischio nelle sindromi coronariche acute è attivo, nel territorio spezzino nelle strutture ospedaliere della Spezia e di Sarzana e nell'ospedale di Lucca. Lo studio intende caratterizzare clinicamente e biologicamente l'associazione tra sindrome coronarica acuta e disturbi depressivi, e potrebbe risultare di primaria importanza per l'elaborazione di Linee Guida sulla gestione e trattamento del paziente.  Professor Pini, un paio di anni fa ci aveva spiegato come era articolato il progetto Ansia e Depressione; come sta procedendo lo studio? E' iniziata la valutazioni di follow-up e la parte biologica della ricerca? Quanti pazienti sono stati reclutati ad oggi? La valutazione di follow-up (serie di controlli periodici e programmati) dei pazienti è iniziata da tempo; alla stato attuale abbiamo reclutato nel centro della Spezia 187 pazienti, di questi, 150 si sono presentati alla valutazione di follow–up dopo un mese, 135 dopo tre mesi, 125 dopo sei mesi e un centinaio dopo 12 mesi dall'evento cardiaco. Come in tutti gli studi c'è un normale assottigliamento del numero dei pazienti nella fase di follow-up, che comunque siamo riusciti a mantenere molto basso, intorno al 23 per cento, assottigliamento dovuto a più fattori come può essere la residenza fuori provincia, la scelta di essere seguiti presso un'altra struttura, o un semplice rifiuto personale. Inoltre nei centri di cardiologia di Sarzana e di Lucca sono stati reclutati altri 120 pazienti, il totale dei pazienti reclutati ad oggi nel nostro studio ammonta quindi a oltre 300 persone. Chi sono in genere i pazienti reclutati nella ricerca? Tra gli oltre 180 pazienti spezzini, l'ètà media è intorno ai 60 anni, un'età decisamente giovane; l'ottanta per cento dei soggetti sono uomini, e quasi il cinquanta per cento, sulla base delle nostre valutazioni, presentava un disturbo di tipo psicologico-psichiatrico. A 120 dei 180 soggetti è stato fatto il prelievo per valutare lo stato delle cellule endoteliali progenitrici (EPC) cioè quelle cellule che si muovono dal midollo osseo e sono deputate ad andare a riparare il danno vascolare che si è creato nell'area infartuata. Su questo studio abbiamo già pubblicato un prima lavoro uscito sulla rivista Journal of Cardiovascular Medicine, mentre ora stiamo per inviare un secondo articolo aggiornato. Nella precedente intervista ci focalizzammo sulle EPC, però parlammo poco di ansia e depressione. Potrebbe spiegare cosa si intende per ansia e cosa per depressione, che per molti sono due sinonimi?  L'ansia è uno stato psichico di cui l'individuo è consapevole. L'ansia è caratterizzata sostanzialmente da una sensazione di paura più o meno intensa, di pericolo imminente, di qualcosa che può accadere all'improvviso, sensazioni che possono essere connesse a uno stimolo specifico immediatamente individuabile, all'esterno o all'interno della persona. La mancata risposta di adattamento dell'organismo, in termini di capacità di tollerare questo stato di paura, provoca l'ansia. La depressione non è una sensazione transitoria di tristezza ma è caratterizzata da un profonda e pervasiva flessione del tono dell'umore, che interferisce pesantemente sul modo di pensare, sul comportamento e sull'attività dell'individuo. Sono quindi due stati diversi, l'ansia è caratterizzata da uno stato di allarme e di paura, la depressione da un abbassamento notevole e persistente dello stato dell'umore con una serie di manifestazioni collaterali. In alcuni pazienti le due condizioni si presentano associate. In conclusione quali sono i segni della depressione che possono essere il campanello d'allarme per una sindrome coronarica acuta? Nel nostro studio siamo andati ad indagare quei pazienti che arrivavano in Unità Coronarica per una sospetta sindrome coronarica in atto e la cui diagnosi, in molti casi, veniva poi confermata una volta giunti in ospedale. Abbiamo evidenziato che in una percentuale non trascurabile di casi, i pazienti hanno vissuto, nei giorni prima della sindrome coronarica, la comparsa di uno stato depressivo, oscillazioni rapide dell'umore (umore che va su e giù), aumento del senso di preoccupazione, irritabilità, cambiamenti comportamentali, e un maggior senso di fatica e stanchezza. Fonte: Newsletter della Fondazione Carispezia.

 

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