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Il Comandante Giovanni Monno ci racconta la missione in Indo-Pacifico di Nave Morosini In evidenza

di Anna Mori – La nave, concentrato di elevata tecnologia di ultima generazione, è attrezzata per missioni di Protezione Civile e aiuto umanitario a popolazioni in difficoltà.

Il 4 ottobre Nave Morosini è rientrata dalla campagna di Naval Diplomacy in Indo-Pacifico. Partita l’8 aprile dalla banchina Varicella della Base Navale della Spezia, l’Unità ha attraversato 18 Paesi e sostato in 19 porti.

Gazzetta della Spezia, in un’intervista esclusiva, ha raccolto il racconto e le impressioni del Comandante di Nave Morosini Giovanni Monno.

Comandante Monno, Nave Morosini è appena rientrata dalla missione di sei mesi in Indo-Pacifico. Tra gli obiettivi anche la Naval Diplomacy. Ci può raccontare come è andata e se tutti i risultati sono stati raggiunti?
La missione compiuta da nave Morosini è stata una missione dal sapore dell’avventura, unita alla consapevolezza di rappresentare il Paese in un’area in cui la Marina Militare mancava da molti anni. L’attività di Naval Diplomacy si è concretizzata giorno dopo giorno, miglia dopo miglia delle oltre 33.000 percorse nell’intero periodo. Attraverso l’impegno costante, sia in porto che in navigazione, tutte le attività a cui abbiamo partecipato, ci hanno permesso di crescere culturalmente, di allargare i nostri orizzonti di cooperazione e di affermare in concreta prova il valore e l’immagine della Marina Militare e dell’Italia. Al termine di questa avventura, penso che si possa ritenere che la nostra presenza abbia sicuramente contribuito a riaffermare i valori, le tradizioni e l’immagine del “Sistema Paese”, sintetizzandoli in un elemento che è comune a qualsiasi Nazione, per interessi ed interconnessioni: il mare. Rappresentare la Marina Militare e l’Italia in questo contesto ci ha fatto comprendere come esistano in quell’area molte realtà, benché geograficamente distanti, ma vicine in termini di sicurezza e sviluppo, con le quali è necessario costruire, rafforzare e consolidare, un ampia collaborazione su molteplici interessi strategici, economici, militari e tecnologici.


Come è stata accolta la nave nei Paesi in cui vi siete fermati?
Negli ultimi sei mesi Nave Morosini ha visitato ben 19 porti in 18 Nazioni differenti. E con orgoglio si può affermare che la presenza della Marina Militare ha riscontrato ovunque grande entusiasmo e partecipazione, a testimonianza della stima e della considerazione di cui la nostra Forza Armata e il nostro Paese godono. Ricordo con particolare piacere la sosta in Giappone, a Yokosuka, il punto più a est della nostra campagna, con tutti i colori, la cultura, e l’accoglienza della tradizione giapponese. Così come ricordo con altrettanto piacere e significato la partecipazione alle esibizioni navali “Index” a Singapore e “Lima 23” a Langkawi in Malesia, eventi internazionali con oltre 30 Marine partecipanti, dove sono rimasto molto colpito dall’attenzione e curiosità rivolta a Nave Morosini, e dove abbiamo potuto constatare il valore della missione e dell’esempio di spiccata innovazione e tecnologia italiana di cui siamo stati testimoni. Tutti i visitatori e gli ospiti hanno dimostrato estrema curiosità e apprezzamento per la tecnologia, per il lavoro e la dedizione nel garantire la sicurezza marittima. E abbiamo inoltre osservato la grande apertura e la volontà di voler cooperare con il nostro Paese. L’attività è stata una forma di concreto supporto al “Sistema Paese” in movimento e la vicinanza delle Istituzioni Diplomatiche italiane all’estero, così come l’attenzione dedicata dalle Autorità politiche e militari locali ne sono state assoluta testimonianza.


Come ha vissuto l'equipaggio questa esperienza?
Ci tengo a sottolineare che la riuscita della missione è stato un lavoro assolutamente di squadra, dove ognuno è stato protagonista nel suo lavoro con il proprio contributo: l’elemento personale è stato di sicuro un valore aggiunto. E’ possibile affermare che a bordo, l’unione fa la forza. “L’effetto equipaggio” è davvero un moltiplicatore di energia. Poter contare sul supporto di ognuno a bordo è ciò che ha permesso a questo equipaggio di affrontare sei mesi di attività con lo stesso spirito, la stessa motivazione e la stessa energia del primo giorno. L’equipaggio è stato perciò il vero protagonista di questa missione che si è concretizzata particolare dopo particolare, in un’azione costante che ha sintetizzato esperienze professionali e personali, storie di avventure, ma anche preoccupazioni che si risolvono solo con il lavoro di squadra. Certo sei mesi sono un periodo significativo, ma il valore e l’esperienza della nostra missione sono stati un’inesauribile fonte motivazionale, per superare anche i periodi più intensi. Le nuove unità della Marina, inoltre, offrono standard di vita e logistici sempre più attenti alle esigenze del personale imbarcato. Tutte queste condizioni hanno contribuito ad amalgamare il gruppo e a renderlo più forte e a ricercare in ogni momento un sorriso che mitigasse le difficoltà di chi vive per mare. Approfitto per fare una personale e particolare menzione alle ragazze e ragazzi più giovani dell’equipaggio: essi hanno preso parte a più di una campagna navale, per molti di loro appena diciannovenni e neo-diplomati, è stata davvero la prima esperienza di vita, intensa ed unica, sono tornati a casa diversi da come sono partiti, cresciuti ed arricchiti dall’esperienza indimenticabile che porteranno con loro per sempre.


Cosa significa per Lei essere il Comandante di Nave Morosini, Unità Navale della Classe Tahon di Revel?
Essere Comandante di questa Nave è per me un grande orgoglio che mi accompagna in ogni momento delle mie giornate. Inevitabilmente, sento su di me la responsabilità di uomini e mezzi e allo stesso tempo percepisco l’onore di essere al comando di una nave dalla spiccata tecnologia, in alcuni casi davvero unica, e di un gruppo di Marinai che fa della loro coesione la vera anima della nave. Ho avuto inoltre il piacere di seguire questa Unità fin dalle fasi di allestimento, vedendola, passo dopo passo, prendere forma, solcare i mari, addestrarsi e prendere, infine, parte ad una missione così importante e poco abituale. Nel mio piccolo sento di aver contribuito portando a termine la parte di mia competenza nel migliore dei modi, con grande impegno e dedizione, tenendo alto il nome della Marina Militare.


Nave Morosini è un Unità Navale modulare, cosa significa nello specifico?
La capacità modulare di Nave Morosini rappresenta, dal punto di vista della flessibilità operativa, la vera grande innovazione che riguarda questa tipologia di navi. La Nave è infatti dotata di due aree modulari, rispettivamente a centro nave e a poppa, sotto il ponte di volo. Questi ampi spazi e la possibilità di essere configurati in maniera differente a seconda della missione e dello scopo, consentono all’Unità di effettuare anche missioni non prettamente militari. La zona modulare di poppa può ospitare fino a cinque container da 20 piedi, circa 6 metri, configurati per diverse funzioni. Tali mezzi possono essere utilizzati per il trasporto e supporto logistico, altri container possono ospitare configurazioni elettriche capaci di fornire energia elettrica ad una comunità di circa 6.000 abitanti, o diversamente strumentazioni antinquinamento, o una sala operatoria e due letti di terapia intensiva, che permettono alla nave di implementare spiccate capacità mediche. Durante la stessa campagna, inoltre, l’impiego della zona modulare di poppa, per aumentare le capacità logistiche in termini di posti branda e di storage dell’Unità nel lungo periodo fuori area, ha dato testimonianza da vicino e in concreto della funzionalità della stessa, avvalorata dalle prossime acquisizioni da parte della Marina Militare di nuovi moduli containers che potranno essere imbarcati con differenti configurazioni di impiego. E’ dunque evidente che la molteplicità di soluzioni offerte, caratterizzi questa nave, non solo per gli scopi militari, ma anche per esigenze di Protezione Civile e assistenza umanitaria. La nave è in grado di fornire anche acqua grazie a tre casse di zavorra con una capacità di circa 100 metri cubi, che possono essere riempite con acqua dissalata e sterilizzata tramite doppi filtri meccanici e raggi UV. Una sintesi di tecnologia e un’estensiva applicazione delle capacità modulari navali, non scontate su una nave militare, che ha davvero riscontrato unanime apprezzamento durante la nostra attività di Naval Diplomacy.


Quali sono i progetti per il futuro per Nave Morosini?
Nave Morosini in questo momento è impegnata nella sosta lavori di fine garanzia. Al termine del primo anno di attività operativa, infatti, la nave viene interessata da un puntuale e approfondito check-up, sia per gli aspetti legati alla piattaforma navale, come la propulsione e la generazione elettrica, che per quelli inerenti i sistemi di combattimento. Questi controlli e manutenzioni sono a cura delle industrie, le stesse che hanno progettato e allestito la nave. Dopo il periodo di lavori, Nave Morosini riprenderà il mare per le attività e le missioni che la nostra Marina Militare vorrà assegnarci, con l’obiettivo di mantenere alto l’onore e il nome della Forza Armata, come nel corso della missione da poco conclusa. Per noi è un onore aver portato la bandiera dell’Italia e della Marina Militare dall’altra parte del mondo. E’ una missione non scontata che ha richiesto un grosso sacrificio, ma ogni singolo minuto è stato ripagato dalla soddisfazione di aver davvero realizzato qualcosa di eccezionale.

 

NAVE FRANCESCO MOROSINI

E’ il secondo dei sette Pattugliatori Polivalenti d’Altura (Versione Light) che rientrano nel piano di rinnovamento delle linee operative delle unità navali della Marina Militare, deciso dal Governo e dal Parlamento e avviato nel maggio 2015 sotto l’egida di OCCAR (Organizza-zione per la cooperazione congiunta in materia di armamenti).

Nave ad elevata flessibilità operativa, concepita per svolgere una molteplicità di compiti sia di carattere prettamente militare, quale il pattugliamento, il trasporto logistico e il combattimento, ma anche di protezione civile, grazie alle sue intrinseche capacità duali, rese evidenti dalle peculiari predisposizioni di bordo. Le due 2 zone modulari di centro nave e poppa permettono, infatti, l’imbarco di container adatti alle diverse esigenze della missione, come container logistici e sanitari, e allo stesso tempo consentono l’imbarco di Forze Speciali o di un comando complesso. Nave Morosini è stata costruita interamente in Italia, presso i cantieri Fincantieri di Riva Trigoso e Muggiano. Le nuove tecnologie imbarcate, accompagnate dalla spiccata modularità, la rendono una soluzione ingegneristica di primo livello, le sue caratteristiche la rendono un vero gioiello del genio italiano.

 

 

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