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Rosario Sanarico, per tutti Sasà, il sommozzatore delle missioni impossibili e dal grande cuore In evidenza

di Anna Mori – Lo ricordiamo nel giorno in cui avrebbe compiuto 60 anni. Poliziotto del CNES, conosciuto, non solo in Italia, e davvero molto stimato per le sue doti professionali e umane.

Sguardo diretto e concentrato sull’obiettivo, passione per il suo lavoro che ha svolto sempre con grande rigore, una vita spesa per aiutare il prossimo, in prima linea.

Rosario Sanarico, per tutti Sasà, è il sommozzatore delle missioni impossibili. Gli dedichiamo un ricordo nel giorno in cui avrebbe compiuto 60 anni. Marito, papà, nonno. Tante le missioni portate a termine, Rosario era molto conosciuto sia in Italia che all’estero e davvero molto stimato, per le sue doti professionali e umane.

Nato a Napoli, all’età di 18 anni, dopo aver vinto il concorso ed entrato nella Polizia di Stato, si trasferì ad Alessandria. Campione di pesca subacquea, unì la sua grande passione per il mare alla professione.

Sommozzatore esperto della Polizia di Stato del CNES, partecipava ad addestramenti congiunti con i N.O.C.S. (Nucleo Operativo Centrale di Sicurezza) di cui in passato ha fatto parte, i G.I.S. (Gruppo di Intervento Speciale), il reparto tedesco del G.S.G.9 (Grenzschutzgruppe 9) e il G.O.I. (Gruppo Operativo Incursori).

A seguito dell’addestramento presso il Comando subacquei ed incursori della Marina Militare, con il corso di Ardimento, e la successiva abilitazione come specialista nel riconoscimento e bonifica di ordigni (E.O.D. sub – Eplosive Ordinance Disposal), venne impiegato nei servizi di scorta, antisabotaggio, nel recupero di esplosivi e corpi di reato, nei servizi di prevenzione e di soccorso, sia in Italia che all’estero.

Sasà ha legato il suo nome a tantissime imprese, considerate da molti impossibili, che lui ha condotto sempre al buon esito. Una carriera, la sua, costellata da tanti interventi rischiosi e salvataggi eroici. Ne vogliamo ricordare alcuni.

26 luglio 1995, gli apneisti Francisco Ferreras, detto “Pipin”, e Umberto Pellizzari, erano impegnati al largo di Siracusa nel tentativo di fissare un nuovo record del mondo assoluto in apnea. “Pipin”, nella fase di risalita dalla profondità di 127 metri, va in “black out”. Sasà, che lo stava aspettando in superficie, non esita ad immergersi in apnea, raggiungendo il corpo esanime di “Pipin” a circa 40 metri di profondità, riportandolo subito in superficie.

Quindi si susseguono istanti drammatici: “Pipin” non respira, Rosario non perde tempo, dopo aver constatato l’assenza di segni vitali, non attende nemmeno di issare il corpo sull’imbarcazione, ma gli assesta tre pugni decisi sullo sterno e gli pratica la respirazione bocca a bocca. Il miracolo accade, Francisco Ferreras, dopo un sussulto, si rianima. L’atleta cubano ritenterà il record del mondo solo tre giorni dopo, con Sasà e la Polizia di Stato sempre al suo fianco.

Nello stesso anno, il 1995, Sasà porta a termine con successo un’altra impresa eroica: recupera e riporta in superficie dell’esplosivo dalla stiva della “Laura C”, colata a picco nelle acque di fronte a Reggio Calabria. L’anno successivo, altra missione molto rischiosa portata a buon fine: Sasà recupera ancora esplosivo dalla nave mercantile Penelope, affondata di fronte a Monopoli, evitando che il materiale finisca nelle mani della criminalità organizzata.

In seguito, ancora altre missioni importanti: ha scortato i Reali di Spagna e Olanda durante le loro visite in Italia, è stato inserito nella squadra sicurezza del vertice Nato di Venezia e del G8 di Genova, è intervenuto sulla Costa Concordia a seguito del tragico naufragio.

Il 19 Febbraio del 2016, purtroppo la sua ultima missione. Sasà, mentre stava operando senza sosta nel tentativo di recuperare il corpo di Isabella Noventa, uccisa dall’ex compagno, è rimasto incastrato in una chiusa del fiume Brenta per oltre 60 minuti.

Tante le strade, le piazze, gli eventi e le borse di studio a lui dedicati, come la rotatoria che si trova di fronte all’entrata della sede della Polizia Stradale alla Spezia, dove si trova anche il Centro Nautico e Sommozzatori.

Il 23 Maggio 2016, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, gli ha conferito alla memoria la medaglia d’oro al Valor Civile.

Oggi, la base dei sommozzatori della Polizia di Stato a Punta Pezzino porta il suo nome. Un busto che lo rappresenta, realizzato dall’artista Roberto Piaia, guarda verso l’orizzonte e il “suo” mare, per ricordare un uomo che ha servito lo Stato con passione e un grande senso del dovere e che non verrà mai dimenticato da tutti coloro che gli hanno voluto bene.

 

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