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Giornata della disabilità: la storia di Lorenzo Ludi, "prima disabile, oggi pittore" In evidenza

di Elena Voltolini - Tramite la tela e i colori ha trovato il suo "ruolo nel mondo". Il papà: "Con determinazione e forza abbiamo ribaltato lo status di partenza".

 

Forza, tenacia, determinazione: Lorenzo è un modello per tutti, disabili e normodotati, così come un esempio è la sua famiglia, che lo ha sempre seguito ed ha creduto in lui.

Per la Giornata Internazionale delle persone con disabilità, che ricorre oggi, l’emblema spezzino è proprio Lorenzo Ludi, “prima disabile, oggi pittore”, come è stato definito.

Lorenzo, infatti, affetto da una grave forma di tetraplegia, è oggi un pittore il cui valore è riconosciuto dalla critica; molteplici le mostre delle sue opere, in molti Stati europei, ma anche in America.
Mostra che, come ha anticipato l’Assessore Giulia Giorgi, arriverà anche alla Spezia, nel 2020 o nel 2021.

A raccontare la storia di Lorenzo è il papà Sandro: “All'inizio, ovviamente, è stato difficile. Non sai a chi rivolgerti, cosa fare. Sicuramente devi sperare di avere la fortuna di trovare i percorsi giusti, noi probabilmente la abbiamo avuta. E' ovvio, però, che servono forza e dedizione: io e mia moglie ci siamo dedicati totalmente a Lorenzo da quando è nato. Quando aveva due anni siamo andati in America e ci hanno detto che per permettergli di fare qualcosa, e non si sapeva che cosa sarebbe stato questo qualcosa, sarebbero servite ore ed ore di terapia quotidiana. Non ci abbiamo pensato due volte.
Per fortuna io lavoravo in ferrovia, potevo fare i turni, e mia moglie stare dietro a Lorenzo quando io ero al lavoro. Ci è voluta una grande forza ed una notevole tenacia, in primis da parte di Lorenzo e poi da parte nostra, ma oggi posso dire che siamo riusciti a fare in modo che, considerando quelle che erano le premesse, oggi lui abbia una vita “di qualità”.
Questa sua dote artistica, poi, ha completato il quadro, permettendo a Lorenzo di avere un ruolo nella società come pittore, non come persona disabile. E' riuscito quindi a ribaltare la situazione di partenza”.

L’avvicinamento di Lorenzo alla pittura e all’arte è stato fortuito. A raccontarlo è Paolo Asti, uno dei fondatori della Fondazione Harea.
“Il progetto è nato nel 2012 per fare sì che ragazzi disabili, attraverso laboratori dedicati all'arte, potessero vivere una esperienza, fosse anche solo quella di condividere con gli altri la possibilità di stare insieme. Lo abbiamo fatto coinvolgendo diversi pittori spezzini, che hanno avuto la sensibilità di rispondere a questo progetto”.

Erano una decina le persone che hanno partecipato, nessuno all'inizio avrebbe mai immaginato la “carriera” di uno di loro. Un percorso che lo ha portato ad esporre le proprie opere in Italia e all'estero, ma prima ancora un percorso di crescita personale e di “inserimento” nella società.

“Lorenzo è diventato pittore – sottolinea Asti - ma soprattutto, attraverso la mediazione del linguaggio dell'arte, ha acquisito una modalità di comunicare attraverso i colori e le tecniche pittoriche. Lorenzo ha trovato il proprio ruolo nel mondo, e ne è consapevole.
Il tema vero per questi ragazzi, infatti, è avere un ruolo nella società e rispondere alla domanda che tutti si fanno: cosa posso fare? Perchè sono qui?
Lorenzo ha trovato la risposta nell'arte ed è consapevole di questo ruolo, che gli è stato anche riconosciuto dalla comunità artistica, anche con molti premi”.

A proposito di premi, il progetto avviato dalla Fondazione Harea riceverà un importante riconoscimento dallo Spoleto Art Festival, che ha più volte ospitato le opere di Lorenzo. La premiazione sarà il 6 febbraio 2020 alla Camera dei Deputati.

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