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Crescita economica mondiale migliore delle previsioni

La crescita economica del nostro Pianeta? A dare uno sguardo alle più recenti statistiche in materia, si potrebbe dire che sta effettivamente andando meglio delle previsioni, visto e considerato che – come ricorda il sito internet ilcorsivoquotidiano.net – il primo semestre 2017 ha consentito un pieno rafforzamento dello sviluppo del Pil globale. In aggiunta a ciò, è altresì bene evidenziare come il rischio politico europeo si sia fortemente ridimensionato, e come sia comunque bene non attendersi un’ulteriore significativa accelerazione della crescita globale nel 2018 dopo quella del 2017.

Diminuisce il rischio politico

Un primo, grande punto di vantaggio che il 2017 potrebbe offrire al supporto della crescita mondiale è l’evidenza che la percezione del rischio politico abbia subito un drastico cambiamento nel corso del secondo trimestre. Dopo il referendum inglese sull’Unione Europea, infatti, si era diffuso il timore che la vittoria della Brexit potesse fare da traino ai movimenti euroscettici in Europa continentale.

Di contro, quanto avvenuto con le elezioni in Olanda, in Francia e in Regno Unito ha potuto dimostrare che in realtà vi è stato un rafforzamento delle forze politiche favorevoli all’integrazione comunitaria e valutaria. In Francia la vittoria di Macron ha spazzato i principali pericoli populisti, mentre il partito conservatore britannico – che si era fatto portavoce di Brexi - è uscito ridimensionato dalle elezioni anticipate di giugno che la premier May aveva indetto, invece, per rafforzare la propria posizione.

Stando agli ultimi sondaggi di opinione, gli euroscettici dovrebbero uscire sconfitti anche in Germania (le elezioni sono fissate per il 24 settembre) e anche in Austria (15 ottobre), dove soltanto pochi mesi fa avevano sfiorato la conquista della presidenza.

A proposito di rischi politici, è anche vero che le tensioni risultano invece essere accresciute negli Stati Uniti, dove l’amministrazione Trump, oramai in crisi reputazionale da diversi mesi, sta incontrando numerosi problemi nell’implementare il proprio programma sul fronte nazionale, e continua a muoversi in maniera imprevedibile su quello internazionale.

Crisi Grecia verso risoluzione

Anche se nessuno (o quasi) ne parla più, l’incubo del crac greco si sta sgonfiando gradualmente. Una buona notizia per l’euro, in grado di andare di pari passo  con i segnali di rafforzamento del ciclo economico europeo: quanto basta per poter ritenere, oggi, la zona euro come zona non più così incerta e pericolosa come un tempo. E anche se questa conclusione potrebbe essere un po’ prematura, considerando che l’unione economica e monetaria rimane pur sempre contraddistinta da elementi di debolezza strutturale (in parte, a causa degli squilibri che gli stessi Stati membri avevano nel momento del loro ingresso – forse frettolosamente concesso – nell’area comune), e che gli elementi di debolezza potrebbero tornare a farsi ancora più evidenti in una fase ciclica meno favorevole del previsto.

Complessivamente, il clima per gli investitori dovrebbe essere più sereno e più positivo rispetto a un anno fa, e fino al prossimo autunno – quando la BCE dovrebbe annunciare il prossimo avvio di una policy di normalizzazione – non ci attendiamo grandi stravolgimenti…

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