Nella settimana che ci porta dritti a Spezia-Ascoli abbiamo intervistato Marco Sansovini, ex attaccante dello Spezia nel biennio 2012-14. Con gli aquilotti è stato amore a prima vista: 52 presenze e 21 gol in maglia bianca. Tre di queste reti proprio al 'Picco'' contro l'Ascoli, una tripletta quella del febbraio 2013 che rappresenta un pezzo di storia per lo Spezia. Il centravanti ha parlato con noi della sua nuova avventura da allenatore, della situazione odierna dello Spezia e ci ha riportato con la mente a quello Spezia-Ascoli 4-3.

Sulla sua esperienza da allenatore e sul Pineto Calcio:
"Ho iniziato ad allenare 4 anni fa, l'ultimo anno da giocatore l'ho fatto nell'anno del Covid. Poi ho iniziato nelle giovanili del Pescara, Spal e appunto Pineto. Al Pineto mi trovo bene, è una società seria, sana che ha grandi margini di crescita. La prima squadra sta facendo un ottimo lavoro in Serie C. Per me e per tutto il mondo Pineto è importante che la squadra riesca a tenere la categoria e consolidarsi. Il percorso in primavera è buono, siamo tutti professionisti e per ora è positivo".

Sul momento importante dello Spezia: 
"Purtroppo non l'ho visto più di tanto, lo seguo per la maggior parte attraverso i risultati. Sono rimasto estremamente legato ai colori bianchi. Mi dispiace vederlo così in basso dopo aver toccato la Serie A ma adesso è il momento di non piangersi addosso e rimboccarsi le maniche".

Su Spezia-Ascoli 4-3 del febbraio 2013:
"I ricordi non possono essere che belli. Come singola partita è quella che mi ha dato più soddisfazioni della mia carriera. Ero in stampelle quella settimana fino a mercoledì/giovedì, entrare e decidere la partita con tre gol non succede spesso nella vita".

Sulla partita di questo sabato:
"Partita molto emotiva, dove bisognerà avere pazienza e sbagliare il meno possibile. Essere più concreti è la chiave per portare a casa l'intera posta".

Sulle analogie tra questo Spezia e il suo:
"La situazione di classifica nostra era meno preoccupante di quella di oggi. Le analogie possono essere che all'inizio del campionato le aspettative erano per noi quelle di fare un campionato di vertice e non nascondo che avevamo le carte in regola per andare in A. A livello di potenziale si può dire la stessa cosa dello Spezia di ora che veniva comunque dalla Serie A e di conseguenza ci si aspettava un altro tipo di campionato".

Sulla spinta dei tifosi:
"Il Picco è determinante, è uno dei pochi stadi dove veramente la gente gioca e ti aiuta. Tutto dipende dai ragazzi, non devono aver timore di questa pressione ma acquisirne la parte positiva nel senso di farsi trascinare".

Sulla gestione di un momento complicato da allenatore:
"Facendo tanto lavoro sul campo che prima o poi ripaga. Poi non c'è una ricetta perfetta perchè i gruppi sono tutti diversi, le squadre sono fatte da giocatori ma soprattutto da persone e non puoi gestire tutti alla stessa maniera. Il lavoro in campo è fondamentale".

Un consiglio a Moro e Pio Esposito da attaccante:
"Sono due ragazzi di grande prospettiva e potenzialità. Sono ancora due ragazzi non alle prime armi ma comunque sempre giovani. Se posso dargli un consiglio è quello di non concentrarsi solo sul gol ma pensare ad aiutare la squadra. Gli dei del calcio alla lunga li premieranno".

Chiudiamo con un gioco. Metti in ordine da 1 a 5 alcuni attaccanti dello Spezia che hanno contribuito negli anni a trascinare gli aquilotti a suon di gol (senza però sapere il successivo):
"Guidetti? Partiamo forte eh... Giudetti direi primo. Nzola? Terzo. Catellani? Secondo. Verde? Quinto. Sansovini? Pensavo dicessi Ebagua (ride). Va bene quarto allora!".

(Fonte immagine: SpeziaCalcio.com)