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7 negozi era l'obiettivo dal 2014: Svapocafè sfata alcuni miti In evidenza

di Marina Lombardi - Apre a Sarzana il nuovo negozio Svapocafè, il secondo in città e il settimo dal 2015.

Tutto ciò è stato possibile perché Cristiano Gatti, suo malgrado, fondatore del marchio, ha dovuto smettere di fumare nel 2013. L'abbiamo intervistato per conoscere la sua storia e avere da lui qualche delucidazione su questo settore che dal 2010 sta prendendo campo nonostante difficoltà e contraddizioni.

Una sigaretta dopo il caffè ed inizia la giornata. Ma per i fumatori è solo la prima di tante. Un vizio, un’abitudine, una vera e propria dipendenza che danneggia la salute. Smettere di fumare è da sempre una delle sfide che molti si prefiggono e che molti altri rimandano nel tempo, pensando che arrivi un momento giusto. Forse perché i danni sul proprio corpo non sono immediatamente tangibili, ma si presentano col tempo, la motivazione a smettere è spesso troppo debole.

Si è sviluppato, da oramai oltre 14 anni, un mercato di smoking alternativo al tabacco tradizionale, quello della sigaretta elettronica. SvapoCafé, come altri marchi del solito settore, propone infatti una serie di prodotti destinati a chi vuole trovare un’alternativa alla classica sigaretta con il tabacco, oltre che ad un eccellente livello di assistenza al cliente, pensato appositamente per i bisogni di ognuno. Dal 2015 infatti l’azienda, dopo una esperienza nella vendita online, apre il suo primo negozio a Castelnuovo Magra e conta oggi 5 negozi nella provincia spezzina e altri due in Toscana, per un totale di 10 dipendenti donne e 5 uomini.

“Siamo una quota rosa – afferma con orgoglio Cristiano Gatti, fondatore dell’azienda - una delle poche che c’è nelle aziende attorno a noi, in un settore che fino a pochissimi anni fa era rappresentato soprattutto da presenze maschili, abbiamo tutti contratti a tempo indeterminato a parte due che sono appena arrivati e stanno conoscendo questo particolare e non semplice settore".

Una delle battaglie più dibattute negli ultimi anni, quella dell’utilizzo della sigaretta elettronica, che rappresenta secondo Cristiano invece un aiuto fondamentale “fino all' 11/11/2013 fumavo quasi quattro pacchetti di sigarette al giorno – racconta - dopo una settimana di angherie e di visite al pronto soccorso ho deciso di entrare in un negozio di svapo per provare ad acquistare uno di questi prodotti. L’inizio è stato difficile perché non riuscivo a trovare la giusta dose di nicotina, il giusto liquido, il giusto device, dopo settimane di ricerca accanita, solo in un negozio sono riuscito a trovare quasi il giusto prodotto... erano altri tempi e altre tecnologie”. Da quel momento iniziò a studiare questo mondo proprio perché ci dice “io so cosa voglio e cosa vogliono i fumatori”. Un’impresa difficile soprattutto per le difficoltà del mercato che, a livello burocratico ed economico, riscontra diverse problematiche, ma che non lo ferma dal suo intento.

Cristiano e sua moglie Barbara hanno dato così vita ad un business che non riguarda solo i meri guadagni, ma una vera e propria missione che nel mercato italiano è ancora forse troppo sottovalutata. Probabilmente perché l’attaccamento ai tabacchi è un’usanza ormai culturale o magari perché ciò che non si conosce abbastanza bene spaventa, vero è però che i danni relativi al fumo invece si conoscono, e anche molto bene. L’alternativa proposta presenta al momento una serie di tecniche che non accennano a problematiche come quelle della combustione da tabacco e le conseguenti malattie, “I liquidi made in Italy, quelli che vendiamo noi e che produciamo, sono composti da Glicerina Vegetale (VG) e Glicole Propilenico (PG) con o senza aggiunta di Nicotina (sotto il monopolio di stato) e Aromi di produzione italiana. Tra questi, oltre la nicotina che come sappiamo crea dipendenza, l’unica cosa che potrebbe portare qualche problema, se proprio vogliamo trovare dei difetti, possiamo parlare degli aromi che, se trattati in modo sbagliato e sovradosati, ma questo mercato è per fortuna strettamente regolamentato e spero sempre più verificato” afferma Cristiano.

Sono tante le notizie che negli anni hanno spaventato i fumatori, che non hanno voluto considerare un’alternativa, come quella che uscì nel 2019 “morti per la sigaretta elettronica” che fece piuttosto scalpore. “Nessuno però ha spiegato fino in fondo il perché di quella strana vicenda che avvenne negli USA e che ci fece passare da assassini creando gravi diminuzioni di mercato – spiega Cristiano – all’interno della sigaretta elettronica fu inserito un liquido dannoso per la salute e autoprodotto con aggiunta di Tetraidrocannabinolo (THC) e vitamina E, causando gravi danni ai polmoni, motivo per cui la colpa non era della sigaretta elettronica ma del liquido inserito all’interno, non a caso noi abbiamo solo prodotti 100% italiani, chiusi e secondo tutte le norme di legge. Il nostro settore è debole, delicato e giornalmente ci confrontiamo con gli stessi clienti, secondo disposizioni della legge italiana e del Monopolio di stato, invitandoli ad acquistare sempre e solo liquidi chiusi e non accettare prodotti che vengono manualmente composti usando prodotti aperti".

A sfatare anche il mito dell’acqua nei polmoni è il fatto che “La percentuale di acqua contenuta nei liquidi è molto bassa, nella stragrande maggioranza dei liquidi è nulla. I liquidi da inalazione sono composti dagli stessi prodotti usati per i preparati per aerosol. Tutto il “vapore” aspirato con la sigaretta elettronica, viene poi espulso nella fase di espirazione.” Basti pensare che in Inghilterra all’interno degli ospedali ci sono negozi di svapo, a cui i medici si affidano per l’assistenza al paziente fumatore che ha necessità di smettere”.

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