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di Anna Mori - L'8 marzo al Cantiere della Memoria è stato festeggiato in maniera speciale. Riconosciuto il lavoro di tante donne che hanno scelto di lavorare sott'acqua, trasformando una grande passione in una professione.

L'8 marzo al "Cantiere della Memoria" alle Grazie, la città dei palombari, è stato festeggiato in maniera speciale. Corrado Ricci ha infatti voluto riconoscere il lavoro e la passione di alcune donne che hanno "scelto" il mare, trasformando un grande amore in un lavoro. Il comune denominatore che le unisce. La Redazione di Gazzetta della Spezia le ha incontrate per conoscere il motivo di questa scelta.

Chiara Giamundo, comune scelto, e la prima donna palombaro, ha ricevuto il basco blu nel 2020: "Vengo da Tarquinia, ho preso la decisione di entrare nei Palombari perché ho svolto nuoto a livello agonistico per 13 anni, e dopo aver scelto di entrare in Marina, ho scoperto il mondo dei Palombari. Sono molto soddisfatta della mia scelta, perché in questi anni ho avuto l’occasione di vedere tutti gli aspetti di questa categoria che sono tantissimi".

Il Tenente di Vascello Maria Vittoria Agostini, è il primo ufficiale donna ad aver ricevuto il basco blu quest'anno. "Vengo da Ascoli Piceno, mi sono avvicinata alla subacquea, e in particolare al mondo dei Palombari, per la conoscenza di un Palombaro in Accademia Navale durante il mio percorso di studi in Scienze Marittime e Navali. Sono contentissima e soddisfatta al 100% di questa scelta, ho trovato quello che cercavo".

Lucia Guerresi, Agente della Polizia di Stato è arrivata alla Spezia da Torre Annunziata, in provincia di Napoli. "Sono un sommozzatore. Mi sono avvicinata a questa scelta, perché la subacquea ha sempre fatto parte del mio stile di vita fin da quando ero piccola. Il mare è sempre stata la mia più grande passione, ho sempre vissuto in mare, sott’acqua, sia con le bombole che in apnea. Secondo me fare della propria passione il lavoro, è la cosa più bella che si possa fare nella vita, perché così non si ha il peso del lavoro, non si ha l’idea di lavorare, ma si vive di passioni. Anche l’allenamento e lo sport, fanno parte del mio stile di vita, totalmente conforme al
lavoro: per essere sommozzatore bisogna allenarsi tanto, perché le selezioni sono veramente dure, sono uguali per tutti, per uomini e per donne, come è giusto che sia. Non potevo fare una scelta migliore, sono molto contenta e orgogliosa di far parte di questo reparto".

Federica Maffi, viene da Milano, e lavora nel mondo della subacquea civile, per la IANDRA Sub. "Mi sono avvicinata a questo mondo, perché fondamentalmente mio padre faceva lo stesso lavoro. All’età di dieci anni mi ha messo un paio di bombole addosso e mi ha buttato in acqua. E da allora per me stare in questa dimensione è il posto dove il cervello si spegne, tutto è più tranquillo e più chiaro. Lavorare fuori non è la stessa cosa, per me è più naturale stare sott’acqua e respirare con un erogatore. Mi occupo sia di acquacoltura, che di manutenzione pontili e altre lavorazioni. Spesso le persone si dimenticano che esistono operai che lavorano sott’acqua. Per svolgere questo lavoro ho seguito un corso alla scuola di cui mi parlava sempre mio padre, fondata da un incursore, la scuola Marco Polo a Roma. Non è stato facile per una ragazza, non è mai facile questo settore, il civile è ancora maschilista, però è bellissimo ed ogni giorno ci sono sempre più ragazze".

Il Sovrintendente Capo della Polizia di Stato Barbara Marinesi è spezzina doc. "Mi sono avvicinata a questo mondo a 10 anni, perché il mare per me ha rappresentato la salvezza. La mia famiglia si era disgregata. Fortunatamente prima che succedesse, sono scesa in acqua, e mi ha entusiasmato talmente tanto. In mare sono riuscita ad avere l'abbraccio e il silenzio, sono stata coccolata dalle onde, un grandissimo conforto. Tant’è vero che, grazie a mia madre che mi ha spinto verso questa dimensione, invece del motorino, mi hanno comprato un gommone usato. Con la scusa di portare tutta la famiglia al mare, ho potuto in questo modo coltivare la mia passione, che ho ancora adesso".

"Sono entrata in polizia di stato -prosegue Barbara Marinesi - come allieva agente. Ero alla POLFER di Torino. Poi ho saputo che proprio alla Spezia, la mia città, c’era il CNES, ho deciso di provare. Sono la prima donna che è entrata al COMSUBIN a fare il corso presso la scuola dei reparti speciali. Avevo chiesto al mio comandante dell’epoca, il dott. Vittorio Paganini, che volevo provare a fare il concorso. il precedente comandante mi aveva vietato di presentarmi dicendo che le donne non erano adeguate al gruppo di lavoro, perché c’erano delle problema che logistiche da risolvere. Ho fatto il corso al COMSUBIN nel 1995, quando le donne non erano ancora entrate nelle forze militari. Il Comandante mi disse che non mi avrebbe sponsorizzato, ma nemmeno impedito di fare il corso. Quando ho fatto il concorso per entrare, lo staff ha verificato se fossi in grado o meno di fare questo corso. A fianco avevo dei compagni alti 1,90, però ero forte tecnicamente, perché avevo il mio background. Quindi ho superato tutte le prove in piscina. Finito il concorso sono riuscita ad entrare al CNES, e lì è iniziato il mio percorso, non lineare perché ero la prima donna e quindi era necessario organizzarsi: entrare in un gruppo già strutturato non è facile. Una donna deve sempre dimostrare di valere il doppio".

Cecilia Turturiello è Ispettore Tecnico della Polizia di Stato. "Sono infermiera abilitata in fisiopatologia subacquea ed iperbarica presso il COMSUBIN. Seguo i sommozzatori durante le attività sia addestrative che operative. Scendo in camera iperbarica con i sommozzatori fino a 50 metri di profondità. Vengo da Potenza, sono arrivata qui che non sapevo nemmeno nuotare. Mi hanno assegnato al reparto subacqueo, ho dovuto imparare a nuotare e ad immergermi per avvicinarmi a questo mondo. Quindi per me è stata una scoperta casuale, ma bellissima. Ho scelto infatti di rimanere qui e di specializzarmi in questo ramo. Per me è bellissimo scendere negli abissi con i sommozzatori, il mare, un'esperienza indescrivibile, una piacevolissima sorpresa, la vita mi ha fatto un bel regalo. Ci sono difficoltà dovute al fatto che devo soccorrere i colleghi, l'organizzazione è fondamentale. Rappresento una figura di unione, quando un sommozzatore ha un problema sono una figura di riferimento".

Al momento di festa, erano presenti anche altre donne che sono legate al mare: Carla Garzia, figlia di Mario Garzia, che ha dedicato tutta la sua vita al mare come palombaro. Mario è scomparso nel 2016 a 105 anni e si è impegnato per formare e trasmettere ai giovani questa passione. Presente anche la figlia di Roberto Galeazzi, il fondatore dell'omonima azienda spezzina che ha dato l'impulso negli anni Venti alla sperimentazione e allo sviluppo delle attrezzature per le immersioni dei palombari. E poi ancora Francesca Giacche, autrice del libro "Teste di Rame - In viaggio con i palombari". 

Un bellissimo momento di condivisione, con un unico fil rouge, la passione per il mare.

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