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Proseguono i lavori di recupero dell’area dell’ex convento delle Clarisse In evidenza

Potrà ospitare eventi culturali, appuntamenti, incontri e rassegne di cinema all'aperto.

Dopo la conclusione degli scavi nel sito dell'ex Convento delle Clarisse, proseguono i lavori del secondo lotto che prevedono la messa in sicurezza dell’area e il recupero architettonico dei resti del complesso monastico.

Grazie a questi interventi all’interno delle mura sorgerà una nuova struttura a vocazione turistico-ricettiva. Saranno poi completamente riqualificate le mura esterne con il ripristino delle parti deteriorate e un adeguamento di alcune porzioni del lato dell’ex chiesa prospiciente via XX Settembre, per impedire l’accesso incontrollato dell’area.

“L’ area dell’Ex Convento delle Clarisse è un altro luogo storico che grazie al progetto La Spezia Forte verrà recuperato - dichiara il Sindaco Pierluigi Peracchini- dopo le grandi opere di riqualificazione che hanno dato nuova vita alla Batteria Valdilocchi, al Parco delle Mura, al Parco della Rimembranza e al Rifugio Antiaereo Quintino Sella, proseguiamo con il recupero di questo importante sito che andrà a riconnettere due aree della città e restituire agli spezzini, oltre la storia, anche un nuovo percorso pedonale. Partendo dal rifugio antiaereo di galleria Quintino Sella si arriverà, infatti, all’ex Convento delle Clarisse che, una volta conclusi i lavori, verrà utilizzato per iniziative culturali estive, cinema all’aperto e molte altre attività. La città si arricchirà così di un ulteriore spazio in cui cittadini e turisti potranno partecipare a tante iniziative in un'ambientazione unica”.

IL CONVENTO DELLE CLARISSE
Dopo che il demanio strappò dal mare alcune terre, le “ziffre”, queste vennero vendute ai privati. Fu su una di tali aree che nel 1593 iniziò la costruzione del Convento delle Clarisse. Alcuni anni più tardi, nel 1616, quando i lavori erano ancora in corso, venne sollevata la questione sul fatto di alloggiare le monache tra due strutture, allora abitate da soli uomini, il Castello San Giorgio e il Convento degli Agostiniani.
Si pensò quindi di sistemare le monache nell’oratorio di San Carlo, sito nella zona dell’attuale Via Sapri, accanto alla porta meridionale delle mura della città, la “Porta della Marina”. La questione venne sollevata anche perché sembra si volesse trasferire l’ospedale di Sant’Andrea nell’area del “Poggio”, trasferendolo da Via Biassa.
Ma anche la nuova ipotesi non parve la più adatta, visto il traffico di marinai e scaricatori di porto che insisteva nella zona della marina.

Fu così che nel 1648 le monache di Santa Chiara si stabilirono nella struttura sotto al Castello di San Giorgio, rimanendovi per 150 anni. In questo intervallo temporale, l’originario edificio del Convento venne ampliato con l’aggiunta della Chiesa di Santa Cecilia nella parte sud e di due ali ad est e ad ovest, creando un chiostro chiuso su tre lati e aperto verso nord.
La soppressione degli ordini religiosi da parte di Napoleone Bonaparte nel 1798, portò alla confisca dei beni religiosi a favore dello Stato: le monache vennero trasferite nella zona di Albaro a Genova e il convento destinato a scuola pubblica.

Nel 1880 l’edificio cambiò ulteriormente destinazione, diventando la sede distaccata dell’Ospedale Sant’Andrea, la cui sede principale si trovava in Via Prione presso l’ex Convento dei Frati Minori di San Francesco da Paola, dove oggi si trova il Museo Lia.
Durante l’epidemia di colera del 1884, l’ex complesso monastico delle Clarisse divenne un Lazzaretto, diventando poi all’inizio del secolo un ricovero per poveri e anziani con il nome “Ospizio di Mendicità”.

Quando tra il 1917 e il 1925 venne costruita Via XX Settembre, parte dell’ala sud fu demolita. Alla vigilia dello scoppio del secondo conflitto mondiale, l’edificio divenne la sede del Museo Civico. I pesanti bombardamenti del 1943 distrussero completamente il complesso e con esso la maggior parte dei reperti archeologici.

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