Secondo una stima, su un sacco da 15 kg di pellet – costo indicativo dai 4,8 ai 5,6 euro – l'aumento dell'Iva previsto produrrebbe un rincaro di circa 50 centesimi di euro. Un aumento non indifferente per chi utilizza quotidianamente il pellet per riscaldarsi.
La posizione del Coordinamento FREE, Fonti rinnovabili ed efficienza energetica, e di AIEL, Associazione italiana energie agroforestali, è ovviamente contraria all'aumento del'Iva del pellet dal 10 % al 22%.
"Se questa scelta venisse confermata dall'aula del Senato - argomentano le associazioni - avrebbe gravi effetti per i cittadini e per le imprese". Oltre due milioni di famiglie in Italia usano il pellet per riscaldarsi, si tratta principalmente di famiglie che fanno parte del ceto medio e popolare, quello che è stato più penalizzato dalla crisi economica (si veda anche Pellet: Iva dal 10 al 22%, una tassa indiretta che colpirebbe oltre 2 milioni di famiglie). Questo aumento dell'Iva andrebbe a pesare, quindi, principalmente sul consumatore finale.
"Inoltre - proseguono AIEL e FREE - l'effetto del provvedimento avrebbe un effetto pesantissimo sul mercato con una decisa contrazione sui consumi di pellet, al punto che il gettito previsto sarebbe decisamente ridimensionato".
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