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"Un pomeriggio per Maria Teresa", incontro pubblico sulla lavoratrice ACAM In evidenza

Si parlerà del caso specifico, ma anche della cancellazione dell'articolo 18 e dei problemi dei lavoratori.

Venerdì 21 giugno alle 17 presso l’Urban Center (sotto al Teatro Civico), "Un pomeriggio per Maria Teresa, la lavoratrice di ACAM licenziata per due banane".

Si tratta di un caso che ha fatto molto discutere, un caso emblematico per capire quanto sia stato precarizzato e privato di ogni tutela il mondo del lavoro. Un mondo nel quale è ormai sempre più difficile entrare, ma da cui è facilissimo essere cacciati fuori con un sonoro calcio nel sedere, anche per banalissime inadempienze verso le quali un’azienda grossa e potente come IREN ha deciso di applicare il massimo della pena: mettere al muro il lavoratore, licenziandolo in tronco infischiandosene di tutto e di tutti, anche del rispetto che un’azienda che sta tentando in tutti i modi di espandersi sul territorio dovrebbe avere verso una città e i suoi cittadini/lavoratori.

Il caso di Maria Teresa reca in sé tanti significati. Rappresenta intanto il vecchio motto che pareva dimenticato del “punirne uno per educarne cento”. Rappresenta cosa voglia dire essersi oggi imbattuti in un’Amministrazione che nulla ha fatto o tentato di fare per mantenere in house uno dei suoi gioielli di famiglia, seppure disastrato da anni di cattiva gestione. Un gioiello che, fornendo beni di prima necessità quali l’acqua e il trattamento dei rifiuti, garantiva lavoro sul territorio dove il datore di lavoro era il territorio stesso e non una fredda S.P.A. che può decidere di applicare per un qualsiasi operatore il massimo della pena, senza che neppure l’amministrazione di riferimento possa intromettersi.

Ma c’è un altro tema estremamente importante che la vicenda di Maria Teresa richiama alla mente. È l’assoluta perdita di tutti i diritti da parte dei lavoratori sancita a colpi di decreti legge dalla abolizione dell’articolo 18 fortemente voluto da una politica tanto assurda quanto spietata.
Un tema sul quale specie la sinistra si deve interrogare, se davvero vuol capire il perchè dei suoi ultimi fallimenti elettorali, perché dà il senso della perdita di contatto con il mondo reale. Quello dei più deboli che proprio la sinistra avrebbe dovuto tutelare e invece ha mandato al macello, esattamente come Maria Teresa a cui, in virtù dell’articolo 18 pur di fronte a una sentenza del Giudice del lavoro che ha definito il licenziamento illegittimo, si pensa di sanare l’errore attraverso l’elargizione di 22 mensilità invece che imporre a IREN il reintegro della lavoratrice.

Per questo ho accettato con rabbia ed entusiasmo di occuparmi della vicenda di questa nostra concittadina, trovando subito accanto a me la consigliera comunale Dina Nobili che già si era occupata del caso nella Commissione di Garanzia e Controllo da lei presieduta, il Sindacalista della UIL Marco Furletti, con i quali stiamo raccogliendo migliaia di firme di solidarietà e che ho pensato di invitare all’evento di venerdì 21 insieme agli avvocati Roberto Lamma che ci racconterà come nel nostro paese siamo riusciti a farci rubare “lo statuto dei lavoratori”, e Roberto Quber difensore della lavoratrice licenziata, che ci parlerà di quelle che possiamo ben definire oggi le “nuove schiavitù degli anni 2000” come il tirocinio e gli appalti del settore delle pulizie e servizi.

Appuntamento Venerdì 21 giugno alle 17 all’Urban Center.


Massimo Baldino
Consigliere Comunale della Spezia

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