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Centrale a gas, opposizioni all’attacco: “Peracchini renda noti incontri con Enel” In evidenza

di Gabriele Cocchi – Mozione del centrosinistra al consiglio comunale straordinario di lunedì: “Mandate una nota al Governo Conte”.

Sarà un dibattito a dir poco infuocato quello sul progetto della riconversione a gas della centrale Enel, in programma per lunedì 10 giugno durante un consiglio comunale straordinario.

Ad aggiungere carne al fuoco ci hanno pensato le opposizioni (tranne il M5S) e il consigliere Massimo Baldino, che hanno presentato una mozione unitaria con una serie di domande e richieste all’amministrazione comunale.

La prima è quella di “rendere noti al consiglio comunale e alla città gli incontri e la corrispondenza intercorsa tra ente, Enea, Enel negli ultimi mesi, precedenti le dichiarazioni dell'azienda sulla sua permanenza nel sito”.

Il non detto è il sospetto che nei mesi scorsi il Comune fosse già venuto a conoscenza del nuovo progetto di Enel, approvando in consiglio comunale con la maggioranza di centrodestra, a ottobre 2018, un ordine del giorno che, non a caso, apriva proprio alla possibilità dell’installazione di una centrale a gas nell’impianto di Vallegrande. Di lì a poco Enel avrebbe presentato il progetto della riconversione a gas al ministero dell’Ambiente, pubblicato nei giorni scorsi da Gazzetta della Spezia.

Oggi le opposizione chiedono che il Comune si impegni “a svolgere un ruolo determinante nella riconversione delle aree, proprio a fronte delle ultime notizie giunte da Enel sulla costruzione di un nuovo impianto a gas”, inviando “una nota al Governo per riaprire in tempi brevi la discussione sulla strategia energetica nazionale e il tavolo nazionale della chiusura delle centrali”.

I gruppi di opposizione pescano dall’archivio anche una nota stampa del 26 settembre 2017, in cui Enel “comunicava la sua ferma intenzione di voler chiudere l’impianto spezzino del sito di Vallegrande entro il 2021”, e una dichiarazione di Pierluigi Peracchini del 27 settembre 2017, in cui il sindaco “puntualizzava sempre a mezzo stampa di auspicare la dismissione della centrale entro il 2021, addirittura precisando che ‘si augurava nel più breve tempo possibile’”.

Tra le dichiarazioni che prospettavano uno scenario diverso, anzi completamente opposto, rispetto alla situazione attuale, anche quella del direttore della centrale Rosario Matteucci, che durante una commissione comunale aveva confermato la dismissione del gruppo a carbone entro il 2021, nell’ambito del progetto Futur-E che oggi, almeno per la centrale spezzina, pare definitivamente tramontato.

Da qui la richiesta delle opposizioni alla giunta Peracchini di “riprendere un proficuo confronto con la città promuovendo un incontro tra Governo, Regione, Enel e Comune anche alla luce dello studio Enea, al fine di confermare nell'ambito del nuovo piano industriale, i tempi della dismissione della centrale e un programma per gli interventi di bonifica, con le relative autorizzazioni, che possa integrarsi con le fasi di dismissione dell'impianto e di riconversione dell'area, garantendo in tutte queste fasi il mantenimento alla Spezia della presenza attiva di Enel, nonché la continuità dei lavoratori esistenti, monitorando costantemente l'iter per la salvaguardia dei posti di lavoro”.

Il centrosinistra cita anche uno studio del CNR di Bologna, secondo cui le centrali a turbogas “producono oltre che anidride carbonica e ossidi di azoto, ossido di zolfo, metano e altri composti organici volatili oltre polveri fini ritenute molto pericolose per la salute, in quanto capaci di provocare danni sul sistema respiratorio e sul ciclo dell'acqua”.

Le opposizioni chiedono anche al Comune di stipulare “un accordo di programma con Governo, Regione, Enel e Comune della Spezia per la ricerca di operatori nazionali ed internazionali interessati ad investire nell’area”, confermando la destinazione industriale dei 72 ettari occupati dalla centrale e favorendo l’insediamento nell’area di attività legate a mobilità elettrica, economia del mare e logistica.

Non solo: l’impegno sollecitato dal centrosinistra è anche quello di “favorire un accordo inter-enti per il mantenimento della struttura occupazionale diretta dell'Enel alla Spezia, senza esuberi e con percorsi di ricollocazione in divisioni del gruppo assistite da procedure di accompagnamento agevolato”. Senza dimenticare il potenziamento della attività di controllo per la tutela della salute dei cittadini.

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