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Portus Lunae, i dubbi di Italia in Comune In evidenza

"Di non facile gestione e dall'impatto economico pressochè nullo per il territorio".

Il Portus Lunae non è certo il genere di opera che avremmo voluto veder finanziata da SALT a compensazione del fatto che il suo asse autostradale occupa e divide il nostro territorio.
Restiamo convinti che non ci siano né i numeri, che possano giustificare l’ingente investimento fatto, né tantomeno le condizioni che garantiscano la sicurezza di una struttura di collegamento diretto tra l’autostrada e il territorio circostante.
Creare, infatti, una zona di interscambio tra l’autostrada e ciò che vi sta fuori è sempre complesso e controverso, non solo dal punto di vista della manutenzione dell’opera e della pulizia quotidiana degli spazi ma anche, e soprattutto, sotto il profilo dei rischi.
I maggiori problemi potrebbero essere generati principalmente, come già sperimentato altrove in situazioni simili, da spaccio e prostituzione.

 

L’opera è costata circa 17 milioni di euro e secondo le stime dettate dal progetto dovrebbe consentire, ogni anno, a 1 milione di viaggiatori di sostare per visitare il sito archeologico di Luni.

Una sorta di “storia mordi e fuggi” dove l’automobilista dovrebbe frettolosamente interrompere il proprio viaggio per parcheggiare a bordo strada e, dopo una passeggiata di 2 chilometri, dare uno sguardo fugace agli scavi romani.
Concettualmente una pianificazione piuttosto improbabile, di impatto economico pressochè nullo per il territorio, ma certamente poco gestibile, con quei calcoli da circa 3000 visitatori al giorno, da un punto di vista logistico e paesaggistico.

Tutte obiezioni che abbiamo sollevato a gran voce in questi anni, fin da quando ci procurammo, presso gli uffici della Regione, il progetto dettagliato dell’opera.
Oggi il nostro punto di vista non è certamente cambiato, e prendiamo atto con una certa soddisfazione della pletora di voci che si sollevano, a meno di 3 settimane dall’inaugurazione, per confermare questa nostra posizione in merito.

Resta il fatto che oggi l’opera esiste, è un patrimonio pubblico di cui usufruire ed è necessario che tutti coloro che ne hanno titolo agiscano per integrarlo in un’offerta turistica di ambito che, a oggi, pare poco incisiva, indipendentemente da questo nuovo elemento infrastrutturale.
Da parte nostra stiamo mettendo a disposizione proposte e idee nelle sedi istituzionali, sia a livello regionale che nelle amministrazioni comunali dove siamo presenti, per rendere il territorio della Val di Magra appetibile per quel turismo di qualità che merita.

Italia in Comune

Francesco Battistini
Consigliere Regionale

Andrea Fantini
Consigliere Comunale Luni

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