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Lombardi e Liguori sulla stazione crocieristica: "Sarà realizzato un nuovo centro commerciale" In evidenza

La mozione dei consiglieri Massimo Lombardi e Luigi Liguori.

Abbiamo appreso dalla stampa che ormai è prossima l'attivazione delle procedure che porteranno nei prossimi anni alla realizzazione del molo crociere e di una nuova stazione crocieristica.

E' bene che i cittadini tutti, compresi gli operatori del settore del commercio che dovrebbero maggiormente beneficiare dello sviluppo dell'attività crocieristica, prendano coscienza di alcune questioni.

Il costo previsto per la nuova stazione crocieristica fa pensare che non si tratti solo di una stazione crociestica. Ci si dica allora quello che non si riesce a fare emergere dalle narrazioni fantasiose di questi giorni, che sarà cioè realizzato un nuovo e fantasmagorico, quello sì, centro commerciale.

Per quanto riguarda la realizzazione di un nuovo molo per l'attività croceristica, per come è stato presentato sembra rispondere ad una visione, ormai superata in ogni angolo di mondo, che persegue uno sviluppo economico scriteriato, che non tiene conto della necessaria compatibilità con l'ambiente e la vivibilità.

Tali esigenze sono particolarmente significative per la peculiarità del nostro territorio che presenta una particolare ed inusuale vicinanza fra l'habitat cittadino e le strutture portuali.

Il turismo crocieristico ha rappresentato e rappresenta un 'occasione di crescita e di rilancio per l'economia della nostra provincia e non va certo scoraggiato, a patto che si abbia la capacità di razionalizzarne i flussi, come d'altronde chiedono in primis le istituzioni dei Comuni maggiormente interessati a tale movimento, in modo da conciliare i benefici economici ai legittimi interessi di chi abita questa provincia.

L'eventuale nuovo molo crociere, intanto, non consentirà di poter accedere liberamente alla calata Paita, ciò che rappresentava il sogno dei cittadini: riappropriarsi del proprio mare.

L'area doganale e le strutture legate alla Stazione impediranno di potere passeggiare liberamente sul nuovo molo crociere nonostante il suo costo sia interamente pubblico, quindi di tutti i cittadini.

Per realizzare il nuovo molo crociere sarà tombato altro mare e sarà raddrizzato il molo Italia: un'opera irreversibile che non sarà utilizzabile per altre eventuali destinazioni.

Il nuovo molo, considerato anche l'allungamento del molo Garibaldi, consentirà attracchi per quattro grandi navi con prevedibili ulteriori carichi di inquinament.

Ma di fronte ai dati allarmanti che la centralina dell'Arpal di Via S.Cipriano e la stampa consegnano periodicamente alla coscienza dei responsabili della salute dei cittadini, dati che hanno contribuito significativamente allo sprofondamento della nostra città nella classifica della vivibilità secondo l'indagine annuale di Italia Oggi, chi avrebbe il dovere di intervenire fa orecchi da mercante, a cominciare dal sindaco, primo responsabile della salute dei cittadini.

D'altronde questo sindaco, come si evince dal pilatismo con cui si occupa del nuovo ospedale, sembra tenere in scarsa considerazione la responsabilità che porta in ordine alla tutela della vita e della salute dei suoi governati.

Qualche buontempone, a cominciare dal Presidente della Regione, parla di una nuova San Diego, pensando di sorprendere una città di sottosviluppati.

Forse non si sa che San Diego è in California e che, in nome del cosiddetto sviluppo sostenibile, secondo le nuove norme introdotte dalla "California Air Resources Board CARB, a dispetto dell'antipatico acronimo, dal gennaio 2014 le navi in sosta nei porti della California sono obbligate a spegnere tutti i loro motori a combustione interna ed utilizzare l'elettricità fornita da terra, in inglese "cold ironing".

Senza contare che le difficili giornate che abbiamo vissuto nell'autunno scorso a causa dei fenomeni meteorologici sempre più importanti e sempre meno imprevedibili, sconsiglierebbero anche i più ostinati a realizzare ulteriori infrastrutture che tolgano spazi di mare, assolutamente necessari a mettere in sicurezza questi giganti all'attracco.

Se fosse esistito il molo crociere la nave che ha mollato gli ormeggi il 29 ottobre sarebbe andata sicuramente a sbatterci contro trascinando con sé le imbarcazioni ormeggiate.

Oggi è tempo di responsabilità, di previdenza, di rispetto della salute e della sicurezza dei cittadini, di sviluppo a misura d'uomo.

Noi prospettiamo il primo bacino senza ulteriori moli e tombamenti e senza dover dunque raddrizzare il molo Italia e chi di dovere dovrà convincersi che per ottimizzare l'attività crocieristica bastano due accosti sul molo Garibaldi e il terzo, quando necessario, sulla Calata Paita, scongiurando un carico di inquinamento intollerabile ed un flusso turistico insostenibile per il nostro fragile territorio.

Noi immaginiamo, in alternativa, Calata Paita completamente libera da infrastrutture e a diretto contatto con il mare, finalmente riconsegnato agli spezzini.

Anche in questa ottica la realizzazione del nuovo molo rappresenta una evidente incoerenza con gli interessi e le speranze degli spezzini.

E non sarà certo la promessa di una piscina di dimensioni condominiali a giustificare un'eventuale rinuncia agli obiettivi da troppo tempo attesi.

Una maggiore disponibilità di spazi consentirà, se mai, con i fondi destinati al molo crociere, di poter rendere utilizzabili aree ben più vaste di mare, libere e pubbliche, per far tornare Spezia ad essere una città "di mare" e non solo "sul ,mare".

E cosa impedirebbe di progettare la Stazione Marittima sulla calata Malaspina, con un grande rotatoria a San Cipriano, diminuendo cosi l' impatto con il traffico cittadino? A proposito di tempo, per realizzare questi sogni sarebbero sufficienti meno di tre anni. Per la San Diego di Toti ce ne vorranno almeno sei.

Ribadiamo, infine, la necessità di coinvolgere i cittadini nell'assumere decisioni così rilevanti per il futuro del nostro territorio. A tal fine, piuttosto che i commissariamenti preannunciati, sarebbe utile ricostituire il Tavolo permanente individuato dalla Regione Liguria, in sede di approvazione del Piano regolatore del Porto, quale organismo idoneo a promuovere la partecipazione e la composizione delle diverse esigenze in campo ed a stabilirne le priorità di realizzazione.

Non per perdere tempo, ma, se mai, proprio per evitare il protrarsi delle vertenze che inevitabilmente fanno seguito a decisioni non condivise.

Dopo il water -front modello Dubai, ecco ora il modello San Diego.

Noi invece vogliamo il water front modello Spezia, per gli spezzini.

 

Fabio Carassale -Emiliano Cerretti - Andrea Licari – Massimo Lombardi –Luigi Liguori

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